L’analisi: intensità infinita per lottare fino alla fine

0
380

Lecce Prato analisi Lecce- La tripletta di Dario Barraco, numero 10 di ieri a causa della squalifica di capitan Fabrizio Miccoli, ha guidato il Lecce alla sedicesima vittoria stagionale, maturata con l’1-3 del “Lungobisenzio” di Prato. Il tris di reti del trequartista romano ha, però, solo permesso la tenuta della scia delle due compagini di vetta, infatti Frosinone e Perugia, seppur con sensazioni ed emozioni differenti, hanno vinto, proseguendo la loro marcia verso la Serie B diretta rispettivamente a 5 ed 1 punto dai giallorossi(con il Grifo che ha un match in più da giocare rispetto a Frosinone e Lecce).

Fattaccio e concretezza– La vittoria di ieri in terra toscana è stata raggiunta dalla squadra di Franco Lerda grazie ad una prestazione concreta ed attenta soprattutto a centrocampo, porzione di campo dove il Prato ha cercato di costruire il proprio successo grazie all’intensità della propria mediana, ieri orfana del “motorino” Romàn. Il Lecce ha bloccato le idee pratesi tenendo a bada le fonti di gioco e ha beneficiato di un altro passaggio a vuoto dell’attacco biancoazzurro, ancora latente dei gol del proprio bomber Lanini. Il vantaggio giallorosso, maturato al 23’, è scaturito da un misfatto che ha visto protagonisti il direttore di gara Piscopo ed i calciatori dei Lanieri: l’arbitro di Imperia, assieme ai suoi collaboratori, ha fischiato il rigore dopo una trattenuta in area di Romanò, già ammonito in precedenza, su Sales a pochi metri dalla porta, ma non è riuscito a riconoscere l’autore del fallo, ossia il centrocampista centrale pratese; il fattaccio, analizzato in tre minuti di consultazioni tra arbitro e guardalinee, ha portato all’espulsione di Malomo, assolutamente estraneo alla trattenuta in area. Probabilmente i calciatori del Prato hanno deciso di “coprire” Romanò perché si auspicavano solamente il giallo per la trattenuta che in verità si è consumata ai limiti dell’area piccola e con il terzino di Sanarica pronto a battere a rete. Lo 0-1 e la superiorità numerica non sono bastati a spegnere il Prato che, anche se disordinatamente, ha cercato di costruire una reazione senza arrivare ad inquadrare la porta di Caglioni, mancata da Serrotti in apertura di ripresa e da De Agostini. Il raddoppio del Lecce è arrivato con una ripartenza fulminea condotta e finalizzata da Dario Barraco con un destro secco e preciso. Lo 0-2 non è bastato a chiudere la partita perché il Prato ha accorciato le distanze con uno scatto d’orgoglio confezionato da Bagnai e Pisanu, con la collaborazione di Nicolas Caglioni, impreparato nella presa del cross del terzino dei Lanieri. L’1-2, con il Prato sempre in 10, non ha sortito altri effetti positivi alla squadra di Esposito: prima il numero 1 toscano Brunelli ha confezionato una frittata aprendo il varco a Barraco per l’1-3 e poi Beretta, con una percussione personale, ha causato l’espulsione del difensore centrale Mancini lasciando il Prato in 9 e lanciando i titoli di coda. L’ex Pavia ha poi anche sprecato la palla dell’1-4, seguita alla terza espulsione pratese di Brunelli su Zigoni, calciando malamente il penalty alle stelle.

Vittorie e verdetti– La dodicesima giornata di ritorno ha sancito un altro capitolo thrilling di questo atipico e strano campionato. Il Frosinone vince a Gubbio per 2-3 e lascia i rossoblù umbri a 5 punti dalla zona playoff dopo dei minuti di recupero incandescenti: 1-2 frusinate al 90’ (vantaggio e sorpasso di Ciofani intervallato dal gol eugubino di Schetter), pari del Gubbio con Falconieri all’alba dei minuti di recupero e querelle pazzesca scaturita da una palla non restituita da parte del Frosinone che porta all’espulsione di due giocatori del Gubbio; con gli umbri in 9 nel restante scorcio di partita il Frosinone arriva all’insperata vittoria grazie ad un colpo di testa in mischia del difensore Blanchard. Il Perugia non stecca l’incrocio con la Paganese e, nonostante la falsa partenza, stende gli azzurrostellati con una doppietta di Mazzeo che risponde all’iniziale vantaggio campano di Palma. Il Catanzaro pareggia a reti bianche a casa della Salernitana (prossimo avversario del Frosinone) e si fa raggiungere al quarto posto dall’Aquila, corsara al “Vigorito”  di Benevento con uno 0-1 raggiunto soltanto al 90’ con lo squillo di De Sousa. Il Pisa perde contatto con Catanzaro e L’Aquila e si assesta al sesto posto (con una partita in più) dopo la sconfitta nell’anticipo di venerdì sera contro il Grosseto: la vittoria dei maremmani per 3-1 (scatto biancorosso con Burzigotti, Ferretti e Marotta e tardivo gol della bandiera pisano di Cia) vale il ritorno delle ambizioni playoff e l’esonero di Cozza dalla panchina pisana; il Grosseto, infatti, mantiene la scia del Pontedera, vittorioso tra le mura amiche del “Mannucci” contro l’Ascoli grazie ad un roboante 5-0, a soli tre punti e con una partita in più da disputare. Nello scontro di bassa classifica del “Dei Pini” di Viareggio l’Esperia batte di misura per 2-1 il Barletta: gol versiliese del ragazzo di proprietà del Lecce Rosafio, pari barlettano di Lamantia e vittoria delle Zebrette raggiunta grazie ad un autorete dell’estremo difensore biancorosso Liverani. 

 

{loadposition addthis} 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore scrivi un commento valido!
Inserisci il tuo nome qui

Convalida il tuo commento... *

CONDIVIDI
Previous articleBarraco puro… E il Lecce batte il Prato
Next articleUn permaloso che non dimentica …