Cuore d’acciaio è un romanzo completo che affascina e rende partecipe attivamente il lettore di tutte le varie vicende narrate con annessi e sorprendenti colpi di scena. Con uno stile lineare e limpido, Patricia Flament descrive da narratrice esterna e onniscente la storia di Olympia, la protagonista, unica figlia dell’ingegnere Mario Buonani che ha fatto carriera presso un importante acciaieria tedesca con filiale italiana. La ragazza, avendo trascorso molti anni in Svizzera, soffre per il distacco dalla famiglia che è alleviato soltanto dall’amicizia di Sonia, detta Sissi, che diverrà poi sua confidente e migliore amica. Le due amiche, decise a tornare in Italia per frequentare l’università, tornano a Villanova, la loro splendida cittadina sul mare. Il rientro di Olympia però non è lieto perché viene a sapere che la madre Nicoletta è deceduta a causa di un incidente stradale, anche se lei è convinta che si sia suicidata perché trascurata dal marito. Il padre, a causa di un’esplosione avvenuta durante un esperimento di fusione presso la Wunderbar Stahl , è costretto a stare sulla sedia a rotelle e a vivere con il senso di colpa per la morte di un operaio.
Le proteste scatenate da questo incidente mettono da tempo sotto accusa l’azienda e fanno ricadere la responsabilità dell’accaduto su Buonani, colpevole di non aver eseguito le procedure di sicurezza. Nell’animo di Olympia si genera odio verso il padre e verso quel mondo di fabbriche che degradano l’ambiente e la salute di chi è costretto a inalare fumi tossici. Il complicato rapporto padre-figlia porta la protagonista ad ammalarsi di anoressia e ad imporre a lei stessa un rimedio per il troppo dolore. Dopo la sofferenza che la vita le riserva, finalmente arriva l’inaspettata gioia dell’amore che ha le sembianze di Alex, un ragazzo vittima della diossina e per questo sottoposto a cure. La loro intesa li porterà ad essere complici nel voler scoprire la verità su ciò che si nasconde realmente dietro la fabbrica. Un altro personaggio chiave del romanzo è rappresentato dalla nonna materna di Olympia: Nonna Tetta. La donna rivela alla nipote la verità sulla morte della madre, morte che forse si sarebbe potuta evitare se solo il suo amante Ernesto Rossi –un capo della sicurezza dell’azienda- non si fosse dileguato nel nulla al momento dell’incidente invece di chiamare tempestivamente i dovuti soccorsi. L’avvio dei processi tuttavia, rivelerà che l’acciaieria aveva progettato l’incidente perché la figura dell’ing. Buonani era divenuta “scomoda” ed inoltre poteva ben rappresentare il probabile suicida per la sofferenza provata dopo la perdita della moglie.