Gallipoli (Le) – Chi va per mare sa che a volte la natura vince su tutte le previsioni. Dopo lo stop forzato di venerdì scorso, causato da un forte vento e da un’allerta meteo, è tutto pronto per la partenza, fissata questa volta per giovedì 22 maggio prossimi. Nel giorno di Santa Rita da Cascia le “Vele per la cultura” si alzeranno per lasciare Gallipoli e puntare la prua verso la terra delle aquile, la terra dell’ordine di Skanderbeg: l’Albania. Navigatori d’eccellenza, quattro uomini e due donne, sulla rotta verso Valona a bordo di una barca a vela che sarà sicura fonte di ispirazione.
Con questa regata si vuole dare la possibilità a giovani scrittori, sia italiani sia albanesi, di affrontare la traversata su barche a vela, durante la quale trovare l’ispirazione per scrivere un racconto che possa esprimere l’esperienza e le sensazioni che il silenzio, la fatica, il battere delle onde e del vento portano con loro e che fanno tornare in mente episodi vicini e lontani consumati in questo mare, naturale trait d’union tra i popoli che si affacciano sull’adriatico. Siamo riusciti a raggiungere Marco Rizzo, uno dei ragazzi che parteciperà alla regata,al quale abbiamo posto alcune domande.
È la prima edizione di “Vele per la Cultura”, iniziativa nuova dove la cultura, spinta dalle vele, attraversa il mare e raggiunge una terra ai noi salentini vicina ma per altri aspetti ancora lontana. Cosa ne pensi?
“Penso sia una bellissima iniziativa, promossa dalla UISP e dall’ASSONOPROFIT. L’elemento nuovo sta proprio nella cultura, aggiunta ad un connubio perfetto quale quello tra vele e mare. Credo sia un modo per mettere in evidenza un tratto di mare che è stato troppo spesso teatro di spettacoli tristi, mi riferisco ai numerosi naufragi, e che quasi mai è stato visto come metafora di speranza e possibilità. Non entro nel merito, ma diciamo che noi salentini, a ragione o a torto (sono punti di vista), abbiamo sempre guardato verso l’Albania come ‘una parte da cui arrivano problemi’. Dunque mi piace l’idea di dare a noi scrittori, che saremo a bordo, la possibilità di guardare il medesimo tratto di mare in modo nuovo e diverso, descrivendo il clima, il paesaggio e una serie di sensazioni che credo saranno uniche”.
Hai partecipato ad altre regate in precedenza? Come vivi i giorni, gli attimi prima della partenza? Pensi che questa esperienza arricchirà il tuo stile, la tua personalità? La barca a vela mette l’uomo a dura prova perché si misura con sé stesso e le leggi sono quelle del mare, hai messo in conto le difficoltà che affronterai a bordo?
“No, non ho mai partecipato a delle regate, prima d’ora. Devo dire che più s’avvicina la partenza e più aumenta la voglia di viverla. Credo sarà un’esperienza che negli anni a venire ricorderò con piacere. Riguardo le difficoltà, credo sarà molto difficile prendere appunti su una barca in mezzo al mare, per via della stabilità, ma a parte gli scherzi, non lo so e credo che anche eventuali difficoltà facciano parte del gioco e rendano unica quest’esperienza. Su ogni barca ci sarà uno scrittore diverso, per cui, fondamentalmente, saremo soli a vivere la regata. Una volta a terra sicuramente ci confronteremo e credo che ognuno coglierà qualche aspetto che ad altri è sfuggito, che poi è il bello della scrittura e, perché no, del mare stesso”.
Anche se può sembrare una domanda scontata, perché partecipi? Ne “Il vecchio e il mare”Ernest Hemingway parla di un vecchio che pescava da solo su una barca a vela; il mare per te è una fonte di ispirazione?
“Partecipo perché la voglia di scrivere non manca mai, anzi, più scrivi e più ti accorgi che potresti scrivere ancora, parlare d’altro e raccontare storie che all’improvviso ti si creano davanti.Tu hai citato ‘Il vecchio e il mare’, che credo sia IL libro quando si parla di mare: la letteratura è piena di storie ambientate in mare, basti pensare a ‘Moby Dick’ o ‘all’Isola del tesoro’, per dirne due. Ma Hemingway credo abbia dato al mare una dimensione nuova, di sacrificio e fascino al tempo stesso, una dimensione meno romanzata, meno avventurosa, ma molto pratica e con un messaggio apparentemente banale, ma non per questo falso: cioè che il mare dà, ma sa anche togliere. Nei miei racconti è presente molto spesso il mare e credo che ogni salentino, inevitabilmente, ne porti un po’ dentro e non per slogan o spot, ma perché i posti in cui cresci diventano parte di te e a volte senza accorgertene ne parli o comunque ci fai riferimento. E dunque credo che questa regata possa rivelarsi un’esperienza che finirà per farmi amare il mare ancora di più”.
Non ci resta che ringraziare Marco Rizzo e augurargli vento in poppa per la partenza.
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