Viaggio alla riscoperta dei versi dimenticati: un evento culturale a Squinzano in onore dei Salentini Vittorio Bodini e Francesco Morelli

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Bodini e MorelliSquinzano (Le) – Bodini l’avrebbe definito «un incantesimo tra palazzi di tufo, in una grande pianura, sulle rive del nulla». Ma quello che si è verificato ieri è stato molto di più: la magia di una serata nella quale l’immortale e maestosa bellezza della poesia è ritornata alla vita, ed ha scelto di farlo in un piccolo paesino di Provincia come Squinzano. Così l’arte lirica del Bodini ritorna qui, in quel  Salento «terra amara dove cresce il tabacco» che spesso regala i propri frutti in strofe e versi.

Alle 19.30 di ieri, presso La Scuola Media Gennaro Abbate di Squinzano, ad assaporare la dolcezza di questi  “lirici frutti” sono stati gli allievi dell’istituto, grazie alla collaborazione attiva del Dirigente Scolastico, l’amministrazione comunale e i numerosi cittadini curiosi di conoscere o riscoprire quei poeti che troppo spesso cadono nel dimenticatoio collettivo.

Con l’intervento del Prof. Antonio Lucio Giannone, Docente presso l’Università del Salento, è iniziato il percorso di riscoperta biografica e artistica di Vittorio Bodini e della sua opera. Così il pubblico, preso “per mano” e catapultato nei suoi versi, ha potuto assistere  alla passeggiata di quel poeta che  con “il tramonto sulla spalla” e una penna nella mano, era pronto a lasciarsi sorprendere dalla semplicità delle piccole cose che l’occhio pigro e l’animo assuefatto dell’uomo moderno non sarebbe in grado di cogliere. Così nasce la ricchezza della sua poesia: dalla povertà: da una manciata di pomodori secchi legati da uno spago, da un polpo ancora vivo sbattuto allo scoglio, dalla solitudine di un’allodola intimorita dai finti cacciatori dei campi, dai preti di paese con scarpe sporche ed un dente verde, dall’odore dei ricordi di cui è intrisa ogni singola foglia di tabacco.

Ad introdurre l’ancor meno nota arte del poeta squinzanese Francesco Morelli, interviene invece l’esperto di Storia Locale prof. Antonio Carluccio, abile guida alla riscoperta di una storia fatta, anch’essa, di semplicità mista al  vernacolo. E poiché nel Salento anche un piatto tipico può diventare poesia, le opere del Morelli altro non sono se non l’assaggio di una bellezza in grado di estasiare tutti i sensi. E poi l’amaro compianto della giovinezza con i suoi amori e i suoi “spassi”, l’inesorabilità di quel tempo che passa portando con sé la spensieratezza…il tutto nella splendida cornice di una lingua che sola  è in grado di rendere le emozioni temibilmente crude e mirabilmente vivaci.

Se l’arte sublima i sensi e risveglia il “buon fanciullino” che in ognuno di noi si assopisce affogato nella routine quotidiana, quali migliori interpreti di tale messaggio se non i giovanissimi allievi della Scuola? Armati di cappellino,  costumi di scena e una buona dose d’emozione, i piccoli studenti si sono tramutati nei protagonisti di alcuni spezzoni dello spettacolo teatrale“ Un giorno in paradiso”. Così, ancora una volta, si manifesta un incantesimo senza tempo, lo stesso che rivive nel cortometraggio, proiettato a conclusione della serata, dal titolo “Viviamo in un incantesimo – visioni poetiche su Vittorio Bodini” a cura del Regista Giuliano Capani.

Si conclude così un evento culturale all’insegna del prodigio poetico e  della sua bellezza senza tempo, senza limiti, senza età. E in un orizzonte di versi ancora tutti da scoprire, “il naufragar c’è stato dolce in questo mare”.

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