Calvario felino: a Trepuzzi la loro ultima cena è a base di veleno.

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CopertinaTrepuzzi (Le) – L’oscura vicenda non ha ancora un volto, ma certamente un numero spropositato di vittime si. Gli amici a quattro zampe  che ogni estate devono lottare contro il rischio di abbandono e di shock da alte temperature, adesso vivono un incubo in più: quello di un’ultima e “appetitosa” cena a base di pesticida.

Succede a Trepuzzi, nello specifico nella zona limitrofa alla Chiesa di Sant’Angelo, anche se a quanto pare il “felinicida” agirebbe  anche in altre zone, persino impensabili. A raccontarci della penosa questione sono gli abitanti della zona che, raggiunti sul posto, ci accompagnano nell’excursus dei luoghi in cui i malcapitati gatti sono stati ritrovati agonizzanti o nell’atto di esalare il loro ultimo e ingiusto respiro.

Tutto avrebbe avuto inizio circa tre mesi fa, quando i primi ritrovamenti dei gatti in visibile stato di malessere hanno messo in allarme gli abitanti della zona che, armati d’amore e sangue freddo, hanno agito tempestivamente e salvato la vita alle vittime, laddove sia stato ancor possibile. E si, perché pur essendo tutti trovatelli o randagi, i mici hanno avuto la fortuna di ritrovarsi in  una zona in cui l’amore per gli animali regna sovrano, tanto da spingere questi volontari a prendersi carico delle spese veterinarie necessarie per garantire loro la salvezza. Nei referti medici, rilasciati dal Dott. Vincenzo Renna, veterinario occupatosi del caso, si leggono a chiare lettere i sintomi di un “sospetto” avvelenamento: cecità centrale, incoordinazione dei movimenti e crisi convulsive. Il tutto è stato poi segnalato dallo stesso Renna ad Asl e Vigili: questi ultimi, secondo il racconto dei testimoni, sarebbero sì intervenuti sul luogo, ma solo dopo numerose e insistenti segnalazioni, ottenendo poi come unico risultato un consiglio spassionato: «se aspettate che intervenga l’ASL, i gatti saranno già morti. Fate da voi, è più conveniente». Notevole tanta improvvisa premura, soprattutto sapendo che alle prime chiamate di segnalazione il comando si premurava di rispondere che non fosse una questione di propria competenza.

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Così ad essere avvelenato, ad oggi, è il dente di coloro i quali devono assistere al calvario dei loro amati amici domestici e non, di coloro i quali hanno dovuto pagare di tasca propria i ricoveri e le cure mediche (vedi fatture in foto), di coloro che  troppo spesso recentemente si ritrovano a dover combattere contro l’ignoranza delle leggi da parte degli organi principali addetti, paradossalmente, alla garanzia di rispetto di queste ultime.

Ilona ci racconta del suo Jerry, gatto domestico di 8 anni, ritrovato nel suo cortile in piena crisi convulsiva perché qualcuno, nella sua libera passeggiata di un paio d’ore al giorno, aveva deciso di servirgli un pasto a base di diserbante.  Stessa sorte per i tre mici di Rosa, Carlo Lilly e Romeo: per loro è stato troppo tardi,  ma se dovesse esistere un paradiso felino sarebbero certamente lì, o almeno così piace pensare a chi li ha vissuti come figli e li ricorda con occhi lucidi.

Oggi la richiesta di queste, e tutte le altre vittime del sopruso, è una sola: la costruzione di un “gattile” o una struttura di ricovero per felini. Non esiste scusa che tenga e il codice legislativo parla chiaro in materia di maltrattamenti, omissioni di soccorso, tutela e cure riservate agli animali. Un rimborso delle spese sostenute sarebbe a dir poco utopico, sostengono rassegnati, in cambio però pretendono di essere risarciti con campagne e volantini di sensibilizzazione(promessi ma mai visti) sul tema degli abusi e degli abbandoni, con una maggiore trasparenza sull’attività del canile  di Trepuzzi che, misteriosamente,  riceverebbe solo su appuntamento, e infine con una rispolveratina dei testi costituzionali in materia “consigliata” al comando dei Vigili, così giusto per  ricambiare la cortesia.

In attesa di monitorare la zona con un impianto di videosorveglianza, è aperta la caccia al “felinicida” che, per puro paradosso, agirebbe nelle zone maggiormente infestate da blatte ed insetti, lì dove i gatti dovrebbero essere venerati come super eroi. A costui gli abitanti rivolgono un invito: le loro porte sono sempre aperte, e sarebbe gradito ospite persino a pranzo. Certo è che per ogni gran piatto che si rispetti, l’ingrediente segreto rimarrà sempre un mistero, con un’unica certezza: potrebbe essere un piatto buono… da morire.

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