Manduria (Ta) – “Nel corso della quinta edizione della festa de La voce di Manduria, giornale on line, il collega Danilo Lupo è stato vittima e al contempo protagonista di una vicenda incresciosa che si è materializzata nel momento in cui i “proprietari” della chiesa di Sant’Antonio – il cui sagrato fungeva da podio – hanno fatto capire di non ritenere opportuno, in quel luogo, la testimonianza di un gay. Un episodio che la stessa testata di Manduria ha stigmatizzato con chiarezza. Da sottolineare, tra l’altro, che quest’anno il tema scelto per la rassegna è la libertà in tutte le sue forme”.
Questo è l’incipit riportato nell’articolo pubblicato sul web giornale LeccePrima, cui ha fatto seguito l’intervista al giornalista protagonista, suo malgrado, dell’increscioso “allontanamento”. Alla domanda canonica postagli su cosa fosse successo, ha risposto: “Gli organizzatori mi hanno invitato a raccontare la mia esperienza. Io non sono il tipo che esibisce la propria omosessualità ma, se richiesto, non mi sottraggo al confronto. Nel pomeriggio però mi sono state comunicate le resistenze da parte dei padri francescani, e allora mi è stato chiesto di tenere l’intervento in altra location. Una volta arrivato a Manduria mi sono reso conto che era stato allestito un palchetto marginale e defilato rispetto a quello principale posto sul sagrato è mi è parsa questa una soluzione ghettizzante. Così abbiamo convenuto con gli amici del giornale che la soluzione migliore fosse quella di scendere nella pubblica strada, a contatto con le persone”.
Altre testate giornalistiche hanno trattato l’argomento a nostro avviso in maniera unilaterale. Abbiamo quindi, per completezza di informazione, contattato la fraternità del convento San Francesco in Manduria che si occupa anche del convento Sant’Antonio sul cui sagrato, come anzidetto, si svolgeva l’evento. “Gli organizzatori avevano già da tempo concordato il tema della serata, il cui motivo conduttore avrebbe dovuto essere Fabrizio De Andrè, le sue canzoni e la libertà, uno dei temi prediletti dal cantautore, insieme all’amore ed alla morte. Sulla base di questi presupposti si era concesso il permesso, come già in altri anni si era fatto, di tenere l’evento. Il programma poi è stato cambiato e ci è stato comunicato, ma non nel dettaglio.
In seguito ci è stato spiegato che sarebbe intervenuto il giornalista Danilo Lupo il quale avrebbe parlato di libertà sessuale affrontando i temi della omosessualità. Ritenendo quindi, secondo il nostro punto di vista, che l’argomento dovesse essere affrontato in una maniera diversa, con più voci, abbiamo fatto presente agli organizzatori che forse era il caso di considerare l’opportunità di una location diversa per il giornalista che doveva tenere l’intervento. Da parte della fraternità infine nessun ostracismo, solo considerazioni di opportunità sia nei confronti del giornalista, che della comunità locale”.
Non si tratterebbe dunque di una censura, come la stampa ha voluto licenziare il caso, ma di opportunità pastorale. La Fraternità Francescana era si al corrente del programma (così come evidenziato nella locandina) ma sarebbe stata messa a conoscenza del tema trattato da Danilo Lupo solo poco prima dell’inizio dell’evento. Da qui il disappunto e la richiesta di delocalizzare l’intervento del giornalista affinché il sagrato della Chiesa non si prestasse alla trattazione di un tema che avrebbe richiesto, quantomeno, un contraltare perché se è pur vero che Dio non fa preferenze di persone, poiché tutti gli uomini hanno la stessa dignità di creature a Sua immagine e somiglianza, è altrettanto vero che il bene comune dipende da un sano pluralismo sociale che andrebbe tutelato attraverso un confronto aperto, paritetico, mai unilaterale e sempre proteso al principio di sussidiarietà e solidarietà. La Chiesa non ha emarginato l’uomo né discriminato l’argomento. Tuttavia, pur consapevole che la sua missione essenzialmente religiosa, include la difesa e la promozione dei diritti fondamentali dell’uomo (Giovanni Paolo II), non può prescindere da alcuno dei principi fondanti che contemplano l’annuncio del Vangelo, memori della raccomandazione rivolta da San Paolo a Timoteo: “Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo. Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole” (2 Tm 4,2-5).
In ogni caso, come direbbe Guerrazzi, chi non sa difendere ciò che possiede, non è degno di possedere.
Foto: LeccePrima.it
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