Lecce – Una vittoria da grande squadra. Il Lecce ha dato continuità al successo del “Vigorito” di Benevento con una bella partita, soprattutto sul piano psicologico, giocata ad alti ritmi e caratterizzata da una reazione repentina allo 0-1 ospite, sfoderata a testa alta dopo un primo tempo dove il Melfi ha fatto più che bene il suo mettendo più volte in difficoltà i padroni di casa.
Il 4-1 con il quale i giallorossi hanno regolato il Melfi non deve però presupporre una conduzione di partita a senso unico, con il Lecce padrone del campo per gran parte del match. I lucani hanno letto bene l’inizio della contesa, hanno giocato ben corti tra i reparti e sono stati capaci di far male alla retroguardia salentina, passando anche meritatamente in vantaggio. Il destro di Papini non trattenuto da Perina e infilatosi beffardamente in gol ha però, fortunatamente per i ragazzi di Lerda, aggiustato una partita che, se finita al 45’ in favore del Melfi, avrebbe potuto prendere una piega pericolosa.
Un altro tabù sfatato – Non c’è due senza tre. Quest’anno il Lecce, dopo un inizio altalenante soprattutto lontano dal “Via del Mare”, è diventato la squadra rompi-incantesimi. Dopo aver confezionato la prima sconfitta delle concorrenti dirette alla promozione Salernitana e Benevento, i giallorossi hanno regalato la prima delusione anche al solido Melfi, imbattuto in trasferta prima della partita a Lecce grazie ai sette pari nei precedenti scontri. Ciò denota un’autostima che aumenta sempre più. Franco Lerda, anche con il recupero di elementi dal pregiatissimo valore come Mariano Bogliacino e di motori come Salvi e Papini (rientrati da poco dopo dei guai muscolari), sta definendo sempre più la quadratura del suo Lecce, bravo a costruire gioco sulle fasce, nella sua alternanza tra 4-3-3 e 4-2-4, e roccioso in difesa, con il capitano di giornata Giuseppe Abruzzese in gol per la seconda partita consecutiva. Proprio il gol dell’andriese, destinatario di molte attenzioni dei “tattici” giallorossi sulle palle inattive, ha spianato il sentiero verso la sesta vittoria casalinga in sette partite tra le mura amiche.
Il 150° di Moscardelli – Quella del gol numero 150 stava diventando una sorta di chimera per Davide Moscardelli, condottiero dell’attacco giallorosso e anche oggi fulcro del gioco del 4-3-3 di Franco Lerda. Le azioni del Lecce sono passate spesso dai piedi del barbuto attaccante nato a Mons e anche oggi, come nelle partite contro Catanzaro e Benevento, sembrava che la firma sui gol giallorossi dovesse essere mercé dei suoi compagni, con il Mosca deputato ai soliti compiti di leader silenzioso ma imprescindibile. Al minuto 8 della ripresa però, 60 secondi dopo aver tentato il prodigio solitario con una rovesciata su cross di Mannini, un dialogo con Checco Lepore lo ha messo a tu per tu con Perina. Il bomber non si è fatto sfuggire la ghiotta occasione ed ha festeggiato sotto la Curva Nord, covo dei suoi nuovi tifosi, quest’importante traguardo della sua carriera. Non è stato un prodigio come quello di Aversa, ma il gol del 3-1 ha scaldato egualmente i cuori giallorossi, pieni di gioia per la rimonta di una partita abbastanza difficile.
Istinto offensivo – Al contrario delle precedenti esibizioni, la vittoria del Lecce ha colpito un po’ tutti anche per la gestione dell’andamento della ripresa, forse semplificata dal terzo gol giallorosso che ha annichilito il Melfi almeno nei suoi interpreti difensivi, beffati dalla classe dell’ex Bologna nel suo dialogo con Lepore. Lerda dimostra di aver trovato una bella quadratura con questo schieramento, e i cambi non hanno snaturato il credo tattico neanche sul doppio vantaggio, anzi l’inserimento di Mariano Bogliacino, elemento utile a tener palla ribaltando le fasi di gioco, ha spostato l’asticella giallorossa più in avanti. Il gol bellissimo dell’ex Napoli, Bari e Chievo ha poi suggellato al meglio il rientro di un giocatore che due anni fa fu il migliore di un Lecce che perse la promozione in B soltanto dopo la finale, infausta, contro il Carpi. Bogliacino, oltre alla sua solita sapienza tattica importante per gestire le fasi più concitate di determinati match, potrebbe essere un altro jolly per dare al Lecce un’altra veste tattica. Servira con questa quadratura?
Su e giù – Il 4-1 di ieri contro il Melfi è stato la partita di Giuseppe Abruzzese. Il capitano di giornata, con Miccoli ancora fuori per un risentimento muscolare, ha gestito, insieme agli interventi alla disperata del “Tuma” Martinez, l’ispido primo tempo, dove il Melfi ha ben figurato, pungendo dalle parti di Caglioni con Caturano e specialmente con la 2×100 innescata dai due corridori Tortori e Berardino. Seppur la squadra di Bitetto abbia disputato una bellissima partita, il vantaggio è un regalo della difesa salentina, con Lopez che non riesce a contenere Caturano che lo beffa. Proprio l’ex West Ham è stato la nota stonata della bella partita di ieri, simbolo di un leggero calo di rendimento che comunque, prima di ieri, non era mai sceso sotto la sufficienza. Sulle fasce, Carrozza e Doumbia hanno dovuto svolgere molto lavoro sporco per aiutare i compagni della mediana, perdendo quindi di lucidità in fase realizzativa. Non c’è tempo per fermarsi. Venerdì ci sarà l’ennesimo esame allo “Zaccheria” di Foggia in una partita dal retrogusto vintage.
{loadposition addthis}