Novoli (Le) – “Racconti di viaggio, le direzioni opposte (Primo studio)” questo il titolo dello spettacolo che il Teatro delle Rane di Leverano metterà in scena nel teatro comunale di Novoli il 14 gennaio alle ore 20.00. La regia è di Antonio dell’Anna e vede la partecipazione degli attori: Ilaria Costa, Luciano Lezzi, Piergiorgio Martena, Giovanni Nestola, Roberta Paladini, Marilù Valentino e Orazio Zecca.
Passi nella polvere, impronte di un cammino, traccia di un pensiero, di un sogno, di una meta da raggiungere: Il viaggio.
I naviganti, viaggiatori per eccellenza, sono sorridenti perché cavalcano le onde del mare, scorgono nuovi luoghi tramite l’utilizzo di un cannocchiale e soddisfano il loro desiderio di fuga. Da sempre il mare è stato una piccola grande fonte di speranza, compagno di avventure e sventure dell’uomo ed ha visto pellegrini come Jacopo da Verona partire da Venezia e giungere a Gerusalemme, toccando anche le sponde di Otranto, per ricercare il divino.
Il viaggio, dunque, è metafora della vita stessa e si traduce, spesso, nella riscoperta di se stessi.
Ci sono viaggi che “portano via” l’uomo, si tratta di viaggi che lo allontanano dallo specchio dei pregiudizi, dalle frivolezze che offe la sua quotidianità e che spesso lo conducono in un luogo non definito, non familiare ma nuovo, denominato, “altrove”.
Ci sono, invece, altri viaggi che riportano l’animo umano alla propria dimora, nonostante tutto. Quanta gente ritorna nella sua terra dopo molto tempo di assenza? Quante persone sentono il richiamo del luogo natio e riscoprono vecchi sapori, odori, visioni? Anche questi sono viaggi, solo che sono svolti in direzioni opposte.
“Si cammina per divenire persone singole ed umanità “.
La porta del viaggio, non sempre è aperta, si trova semi chiusa a causa della morsa dell’inospitalità: come se il pellegrino fosse un invitato non gradito ad una tavola comune, quella del mondo.
Ci sono volte in cui il viaggio è spianato da vite distrutte, da lacrime di donne che vedono partire i loro mariti e che le asciugano cullando neonate speranze di luce e dal dolore di chi vede solo il buio in un cristallino Mar Mediterraneo.
Come diceva il sommo poeta: “Libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta” (Pg I 71)
Dunque, sospeso tra passato e presente, attraversando più storie, realtà diverse, frammenti di vita vissute, lo spettatore sarà invitato a compiere un viaggio. Non importa ciò che ritrova lungo il cammino, l’importante è cercare e credere in ciò che si sta cercando.
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