Novoli, fuoco e fiamme sulla Fondazione Fòcara

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Il consigliere Giovanni De Luca rompe gli indugi, e attacca la Fondazione.

Delegazione AzerbajianNovoli (Le) – I vecchi caffè parigini, le nostre antiche piazze, i cenacoli culturali, il confronto politico amministrativo istituzionale sociale, qualunque dibattito di ogni genere, il baricentro delle più disparate menti, tutta una serie di attività sembrano essersi spostate in rete. Il web è diventato catino incandescente di pensieri parole lodi elogi premi lamentele invettive malcontento e similari.

Questo nostro articolo nasce proprio dalla lettura di un post pubblicato su facebook in data 13 gennaio, sulla bacheca di Giovanni De Luca, consigliere comunale, passato da qualche tempo all’opposizione nel Comune di Novoli; post in cui lo stesso racconta di aver appreso casualmente della presenza di alcuni rappresentanti dell’Azerbaijan al rito dell’accensione della fòcara, il 16 gennaio, e di essere dispiaciuto della mancanza di una comunicazione formale nei confronti della sua persona. Alla premessa segue un insieme di esternazioni che secondo noi meritano di essere approfondite.

Dalla lettura del suo post su fb si evince un sentimento di sincera amarezza. Per non essere stato informato dell’iniziativa?

Ne sono venuto a conoscenza ritirando un programma della Festa in un bar del paese. Le solite cose. Sono contento solo di aver aperto una strada importantissima per il mio paese, sono rammaricato ed anche un po’ sconfortato per l’ennesima esclusione del sottoscritto da una intuizione che pochi avevano capito. Come sono dispiaciuto per l’esautorazione del gruppo di lavoro “Radici nel Fuoco”, nel cui progetto avevo coinvolto anche musicisti di Novoli che si sarebbero dovuti aggiungere alla sperimentazione estiva. In quella Fondazione c’è una lobby.

Parilamo della proposta di gemellare Novoli con Baku. È stata una sua idea? Com’è nata?

Nel marzo scorso ho ricevuto un invito dalla Camera di Commercio di Lecce che promuoveva un incontro di imprenditori con una delegazione dell’associazione Italia-Azerbaijan. Io conosco l’Azerbaijan per degli studi personali legati ad uno scrittore di nome Essad Bey, rifugiato a Positano in fuga dal Comunismo di Stalin. Ho letto di Baku, conosciuta come la “Città del Fuoco Eterno”. Non ho pensato solo a me, ma al mio paese che ha bisogno di riconvertire l’economia cittadina e trovare tutti insieme una strada che conduca Baku verso il “Fuoco Sacro”.

Questo progetto non ha nulla a che fare con TAP?

Nei miei intendimenti no. Dietro TAP ci sono interessi geo politici planetari, ma che non porteranno alcun beneficio al Salento. Io non sono d’accordo con nessun gasdotto. Però come le ho detto guardo sempre il lato positivo, loro da adesso a cinquant’anni vogliono riconvertire la loro economia, e al di là degli interessi petroliferi e del gas, c’è tutto un altro mondo che si muove.

Dunque quali interessi e che prospettive intravede da un accordo di collaborazione internazionale con l’Azerbaijan?

Dei popoli mi interessano gli aspetti spirituali, gli scambi culturali, turistici e legati alle tradizioni. Con l’Associazione Italia- Azerbaijan ci siamo capiti subito. Poi ho passato il contatto al Sindaco. Mi sembrava rispettoso ed ho errato di nuovo come nel 2005. Certo, loro esportano attraverso gasdotti, ma fra 50 anni il gas sarà finito e stanno pensando di riconvertire la loro economia già da adesso. Vogliono investire in scambi culturali, turistici, religiosi. Sfondando sul versante ad Est, noi possiamo aprirci un canale commerciale ed imprenditoriale forte, loro esportano gas; noi cultura, tradizioni, produzioni locali ed  eno-gastronomia. In un’epoca globale bisogna aprirsi filoni internazionali.

Detto questo, torniamo al suo post. Amarezza, ma non solo. A chiare lettere si legge il dissenso su orientamento e scelte della Fondazione Focara in merito a tutto quel che ruota attorno ai cosiddetti ‘giorni del fuoco’.

È vero, molto più che amarezza: delusione e tanti punti interrogativi. Quando ho spinto l’allora “Movimento per  Novoli” ad un accordo elettorale con altre rappresentanze facenti capo ad un area “civica”, mi presentai con un enorme “Progetto per Novoli”. In esso c’era anche una Fondazione. La mia si sarebbe dovuta chiamare “Oronzo Parlangéli” e l’Ente Fiera invece “S’Antonio Abate” intorno al quale far ruotare le poche risorse rimaste in loco: artigianato, commercio, agricoltura.  Essendo rientrato dopo cinque anni di pausa, non ho ottenuto un buon risultato elettorale e non sono stato chiamato a far parte della Giunta. Sono stato “confinato” in un ruolo politico: capogruppo di maggioranza, che ho ricoperto rappresentando la coalizione finché c’è stato confronto interno. Quando non ne ho condiviso i metodi ed è successo qualcosa di più grave, mi sono dimesso.

De Luca GiovanniE recentemente è passato all’opposizione.

Purtroppo. Le dirò, chi sa “fare” amministrazione, sa che certe cose si possono proporre anche dall’opposizione e lasciare traccia di un passaggio aspettando tempi migliori. Del resto i miei colleghi amministratori mi danno ragione nella sostanza, nella visione generale e tutti mi riconoscono lungimiranza politica. Quando nel 2001 parlavo di passare dalla Festa all’evento, altri amministravano le beghe di rione. Oggi penso ad uno sviluppo agricolo legato al Moscato, alla tipicità che non deve reggere il confronto con i mercati, scrivo e teorizzo di “moneta” circuito dell’unione dei Comuni.

E che cosa l’ha spinta a passare all’opposizione?

Uno scatto di dignità. Io sapevo che questi 5 anni sarebbero stati di sofferenza non avendo “numeri”, ma non si può mancare di rispetto al ruolo della Destra che viene da lontano. Loro ne fanno sempre scelte “strategiche”, io no, io ne faccio passione e onestà intellettuale. Con alcuni di loro continuo a parlare.

Contestualmente al suo post, però, si leggono alcuni commenti di cittadini novolesi in cui la si ‘accusa’ di essere stato per molto tempo vicino alla Fondazione, condividendone scelte e modus operandi. Come mai cambia registro?

No, mi scusi, mi accusano di essere stato troppo tempo in Amministrazione ed hanno ragione. Lei pensa che a me non pesi dichiarare che le cose non sono andate bene?  Io lavoro per unire, non per dividere. Ho anteposto alle mie ragioni ed agli interessi di parte, l’amore viscerale per Novoli. Siamo stati due anni “separati in casa”. Adesso non ne posso più, i figli (i novolesi) giudicheranno questo amaro divorzio politico. Mi lasci usare questa metafora per riassumere.

Tutti i novolesi amano questa festa, che li caratterizza in modo profondo e radicale. Non pensa che anche alla cittadinanza non si sia dato conto di nulla, nel corso degli anni?

I novolesi li ho sempre ascoltati, sento in giro che non tira “aria buona” e da novolese sono convinto che sulla festa abbiano ragione. Si è ecceduto con “trovate” che sono state consigliate alla Fondazione da persone che pur essendo di Novoli, la conoscono poco.  Il primo anno difesi le installazioni artistiche, poi il malcontento è cresciuto. Ci saremmo dovuti fermare. Me ne faccio carico pure io, anche se in Amministrazione l’ho sempre detto che le cose non erano tutte ben viste.

La ‘nostra’ festa al momento ha una risonanza che giunge ben oltre regione, Lei condivide questo processo di trasformazione?

Tutto nacque nel 2002 quando io da allora Assessore alla Cultura tracciai delle linee politiche ed amministrative che avrebbero dovuto traghettarci  dalla “Festa all’Evento”, con due obiettivi:

1) attirare investitori privati e sensibilizzare le Istituzioni alla “tutela” del bene inestimabile “FOCARA”, che a causa di un lento e progressivo abbandono dei campi, circa 10 anni fa, rischiava di vederla compromessa.

2) creare un sistema-cultura di rete: con la Fondazione coinvolgere tutti i novolesi di scienza e gli storici, intorno ad un soggetto nuovo. Creare un sistema commerciale di rete: con l’Ente fiera si sarebbero dovuti mettere intorno ad un tavolo commercianti, imprenditori, artigiani, contadini, ed operatori turistici in  un “nucleo tecnico operativo” che aiutasse Novoli ad uscire dal pantano della crisi.

Non crede ci sia stata una serie di eventi fine a se stessi, o che addirittura ci abbiano tolto qualcosa in termini di ‘appartenenza’?

Questa domanda l’ho fatta anche io in Consiglio Comunale, ma il Sindaco dice di no. Anzi è preoccupato che gli sforzi vengano vanificati. Gli sforzi di chi ed a vantaggio di chi? Gli giro di nuovo la domanda.

Non le sembra che in qualche modo si sia ‘venduta’ una tradizione popolare? In favore di chi?

Non del tutto, ma è innegabile che  circuiti esterni ne abbiano beneficiato oltremodo a svantaggio di chi a Novoli produce, vive e contribuisce, ma non si è ancora saputo organizzare.  Lo dimostrerò carte alla mano.

Che cosa si può fare per ottenere processi partecipati?

Pretendere di partecipare. Chi non si interessa di politica stia tranquillo, sarà la politica ad interessarsi di lui e siccome in questa società nessuno ti offre opportunità, ma ti toglie l’acquisito, si torni ai partiti, alle associazioni, alle parrocchie, si dibatta sui social forum e ci si interessi della cosa pubblica. Nulla è perduto, ma i furbi ed i prepotenti sono sempre in agguato e bisogna alzare essere molto attenti.

Che peso hanno le vicine consultazioni comunali su queste sue esternazioni?

Un peso notevole, importante. Ci presenteremo al giudizio dei novolesi. Io spiegherò che cosa ho fatto oltre il dovuto in questa Amministrazione e siccome mi ripresento, proporrò soluzioni alternative per capire se ai novolesi interessano o sono solo mie teorie.

Da più parti alla vigilia della festa si sente dire che ‘ormai è tardi, ma l’anno prossimo …’ Ecco, appunto, l’anno prossimo?

L’anno prossimo è un anno importante, dove la democrazia batte cassa. Il paese sarà chiamato a partecipare attivamente alla costruzione di un progetto amministrativo per i prossimi 10 anni. Il mio progetto, fra le altre cose verte su tre punti: 1) la Focara non si tocca, bisogna tornare alle “vecchie maniere”, senza aggiunte stravaganti, 2) la Fondazione va riformata, bisogna presentare un progetto che deve essere valutato dalla Giunta, 3) bisogna costituire l’Ente Fiera.

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Redattrice Paisemiu.com

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