Una donna e la sua musica: Maddalena Laura Lombardini Sirmen e la Venezia del XVIII secolo, è questo il titolo del pregevole studio di Maria Rosaria Teni, che ci conduce in una Venezia affascinante e poco conosciuta, presentandoci in modo dettagliato, quasi puntiglioso, la vivace realtà musicale della Serenissima in Età Moderna.
Scopriamo così che Venezia, attraverso i suoi quattro Ospedali (dei Mendicanti, della Pietà, degli Incurabili e dei Derelitti, noto quest’ultimo anche come Ospedaletto) è stata luogo di recupero, redenzione, dimora per tanti poveri, miserabili, marginali dell’epoca (fenomeno, quello dei luoghi deputati al ricovero dei marginali, che si era diffuso in tutta l’Europa sin dal finire del Medio Evo, quando il povero non fu più visto quale alter Christus, e, quindi, destinatario della carità dei singoli, ma l’aumento della povertà e il persistere di marginali nelle città divennero fenomeni sociali da tenere sotto controllo).
L’elemento distintivo degli Ospedali veneziani, tuttavia, come si evince dalla lettura del libro, è nel fatto che essi diventano dei Conservatori, vere e proprie officine di musica, vivai di talenti, al cui interno diviene preponderante e prestigiosa l’attività dei Cori.
La studiosa ci guida, con precisione e accuratezza, nei corridoi, nelle stanze, nei palchetti degli Ospedali, facendoci conoscere da vicino la vita delle putte, le ragazze che venivano avviate alla carriera musicale, strumentiste o cantanti che fossero. Non era affatto facile essere una putta: una ferrea disciplina regolava la giornata e i rapporti con il mondo esterno; il tempo era scandito dallo studio e dalle altre mansioni a cui ciascuna di loro era tenuta. E, tuttavia, attraverso i documenti che vengono presentati, scopriamo spazi di autonomia sorprendenti: sono tante le ragazze che, dopo aver studiato in uno degli Ospedali, sono diventate famose in Europa per le loro capacità artistiche, sia come strumentiste che come compositrici, ruolo all’epoca deputato ai soli uomini, o cantanti. E, se è vero che pensare alla musica nel Settecento è pensare al maschile, bisogna supporre che lo stesso Vivaldi, a lungo Maestro di Coro nell’Ospedale della Pietà, sia stato sollecitato nella sua produzione dalle eccellenti qualità delle sue alunne.
Molte putte, dunque, divennero, crescendo, delle vere e proprie star dello spettacolo. Torino, Parigi, Londra, Dresda, San Pietroburgo… potrebbero essere le tappe della tournèe di una rockstar dei nostri tempi; sono, invece, i luoghi in cui si è esibita Maddalena Laura Lombardini Sirmen, che, vissuta tra il XVII e il XVIII secolo, rappresenta una figura straordinaria di musicista nel panorama femminile europeo.
Maddalena Lombardini è stata una delle prime a rompere il vincolo a cui erano sottoposte le Figlie del Coro, quello di non esibirsi pubblicamente, e ad intraprendere un’intensa carriera concertistica, diventando, oltretutto, manager di se stessa. E questa è senz’altro una grande conquista, se pensiamo che qualche decennio prima papa Innocenzo XI aveva dichiarato in un editto che “la musica è completamente ingiuriosa per la modestia che è propria per il sesso femminile” e ancora che “nessuna donna nubile, sposata o vedova di qualsiasi rango, stato o condizione, incluso quelle che per l’educazione o altro vivono in conventi o conservatori, possono, sotto qualsiasi pretesto imparare la musica”.
Pur essendo un saggio, il libro è avvincente: l’autrice ci racconta, con passione e rigore scientifico, la vita negli Ospedali, la storia delle putte, la loro personalità, grazie anche ad un corredo di citazioni illuminanti, che ne arricchiscono e colorano l’esposizione, consegnandoci delle preziose istantanee. Così, ad esempio, dalla citazione di una lettera del Tartini, maestro privato di violino di Maddalena, veniamo a sapere che “La povera giovine tanto malignata e invidiata nel pio Luogo [….] altro non cerca che uscirne fuori per non morir ivi di rabbia, o di qualche cosa di peggio; e però è certo che abbraccerà la prima occasione che le si presenta”; sembra di vederle, queste ragazze, che si fanno la guerra fra di loro, che sgomitano per emergere, per ricevere protezione e notorietà!
Chiaro nei contenuti, il lavoro è un prezioso contributo alla storia del costume e della cultura, oltre che alla storia della musica, in quanto rivela aspetti importanti della Storia che sfuggono ai grandi manuali. Si distingue, inoltre, per l’accuratezza dei riferimenti bibliografici e per la ricchezza delle note, indice di estremo rigore scientifico.