Massafra (Ta) – Il dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto tra aprile e settembre del 2013 ha compiuto due ispezioni nell’allevamento di proprietà di Giuseppe Chiarelli ubicato in contrada Orofino (a un chilometro dalla periferia di Massafra, a 1500 metri dalla statale 7 Taranto-Massafra, a circa 10 chilometri dall’Ilva e dalla zona industriale di Taranto mentre in un raggio di 5 chilometri si trovano l’inceneritore dell’Appia Energy e la discarica Cisa), prelevando dei campioni di latte prodotti dai 55 animali presenti nell’azienda e destinati alla produzione mista di latte e carni, campioni poi inviati all’istituto zooprofilattico di Teramo che ha rilevato l’anomala presenza di diossina e policlorobifenili (Pcb) a livelli non consentiti dalla legge in vigore.
Il controllo è stato compiuto nell’azienda agricola di contrada Orofino in quanto la stessa si trova nell’area di sorveglianza e monitoraggio straordinario verso le diossine e Pcb in matrici alimentari di origine animale individuata dall’Asl di Taranto nel 2008 e secondo il piano concordato dal tavolo tecnico permanente della Regione Puglia.
In questi giorni l’ordinanza dell’Asl di Taranto, sulla base delle indicazioni del Tavolo tecnico regionale, ha stabilito che entro il 5 febbraio 64 bovini dovranno essere soppressi. La Regione Puglia anticiperà le somme di indennizzo, circa 90 mila euro, all’allevatore.
L‘associazione ecologista jonica PeaceLink ha chiesto una seria valutazione sanitaria delle rotoballe raccolte nell’area attorno all’ILVA interdetta al pascolo: “Mangiando quel foraggio i bovini si possono contaminare oltre i limiti di legge? Come è possibile che sia interdetto il pascolo per pecore e capre e poi sia consentita la raccolta di foraggio per i bovini? Non è un controsenso? Già avevamo posto il problema delle galline, delle lumache e della cacciagione nell’area interdetta al pascolo: ci sembra incomprensibile che si continuino a fare rotoballe lì dove tutto il resto è vietato”.
PeaceLink chiede pure un controllo della diossina nelle carni nei macelli, cosa già chiesta in precedenza alla Regione Puglia: vanno evitate le bistecche alla diossina. L’associazione, infine, insiste affinchè non venga raddoppiato l’inceneritore di Massafra, in virtù del Principio di Precauzione, indipendentemente da chi sia stato il principale responsabile della contaminazione dei bovini. Nemmeno un nanogrammo in più di diossina deve essere emesso in una zona in cui la catena alimentare presenta già questi gravi problemi di sicurezza alimentare.
L’ordinanza, inoltre, ha provocato reazioni nel mondo politico. Il Pd di Massafra, attraverso il suo capogruppo Vito Miccolis, ha chiesto la convocazione urgente del consiglio comunale, allargato ai vertici di Arpa Puglia, perché i cittadini siano informati sulla situazione ambientale della cittadina.
Va ricordato che, già, nel 2008 circa 2.000 animali furono abbattuti sempre perché contaminati dalla diossina.
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