Roma – Lunedì 2 febbraio, Sogin, la società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, lancia sul web la campagna informativa “Scriviamo insieme un futuro più sicuro”.
L’obiettivo è quello di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della gestione dei rifiuti radioattivi e sul progetto di realizzazione di un Deposito Nazionale, infrastruttura di superficie dove sistemare tutti questi residui, oggi stoccati in decine di depositi temporanei distribuiti nel Paese.
La campagna, della durata di tre mesi, sarà diffusa sul web attraverso il portale “futurosicuro.info”, nonché spot, banner e annunci su Google, YouTube, e oltre 10 mila siti internet.
Con due referendum, nel 1987 e nel 2011, gli italiani hanno detto no al nucleare. Ma per chiudere definitivamente il ciclo nucleare è necessario completare lo smantellamento delle quattro centrali e dei quattro impianti di ricerca che sono stati costruiti in passato. Senza il Deposito Nazionale non sarà possibile liberare i siti nucleari dai vincoli di natura radiologica e, dunque, restituire questi territori alla comunità per nuovi utilizzi. I rifiuti radioattivi, oltre a quelli degli impianti nucleari, provengono anche dalle attività mediche, per la diagnosi e la cura di molte malattie, dall’industria, dalle macchine utilizzate per radiografare le saldature, e dalla ricerca, ad esempio per indagare la struttura delle cellule e mettere a punto nuove cure. Questi rifiuti possono diventare pericolosi se non vengono gestiti in modo adeguato. La radioattività decade in modo naturale col passare del tempo. Ci sono rifiuti radioattivi che in poche ore, o in pochi anni, perdono la loro pericolosità e possono essere smaltiti come rifiuti non radioattivi. Altri restano radioattivi per migliaia di anni. Se si adottano le soluzioni necessarie, tutto ciò non rappresenta un problema.
Il Deposito Nazionale permetterà di mettere in totale sicurezza tutti i rifiuti radioattivi prodotti nel nostro Paese. La struttura sarà costruita in superficie e conterrà circa 75.000 metri cubi di rifiuti a bassa e media attività. Sarà composta da un sistema di più barriere ingegneristiche progettate per isolare i rifiuti radioattivi dall’ambiente per 300 anni, tempo necessario per consentire il decadimento della radioattività naturale presente fino ad un livello trascurabile. Al suo interno sarà costruito anche un deposito centralizzato per lo stoccaggio temporaneo di circa 15.000 metri cubi di rifiuti ad alta attività, che dovranno successivamente essere trasferiti definitivamente in un deposito geologico profondo, che potrà essere localizzato in un altro Paese europeo sulla base di accordi internazionali. Accanto al Deposito Nazionale sorgerà un Parco Tecnologico, nel quale verranno svolte attività di ricerca sulla gestione dei rifiuti radioattivi e altre attività compatibili con lo sviluppo del contesto produttivo del territorio. All’estero già moltissimi Paesi, fra i quali i vicini Francia e Spagna, sono dotati di Depositi nazionali di rifiuti radioattivi.
Al riguardo, lo scorso 2 gennaio Sogin ha consegnato all’Autorità di controllo ISPRA la proposta di Carta delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il Deposito Nazionale, rispettando i tempi previsti dalla normativa.Tale Carta, dopo l’approvazione da parte di ISPRA e dei Ministeri competenti, verrà resa pubblica e sarà quindi avviata una fase di consultazione che culminerà in un Seminario Nazionale al quale saranno invitati a partecipare tutti i soggetti interessati al progetto.
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