Squinzano, l’amministrazione ed i politici vittime del quarto potere?

0
943

consiglio squinzano miccoliSquinzano (Le) – Da quel 11 novembre, la notte del blitz delle forze dell’ordine denominato “Vortice-Déjà vu” sono trascorsi quasi tre mesi. Essendosi spento il clamore sulla vicenda, agli occhi dei più sprovveduti sembrava che il ciclone che in quella notte infausta ha colpito l’amministrazione del sindaco Miccoli ed ha gettato un ombra su tutto il paese, fosse solo un ricordo; in realtà non si è tenuto conto di un particolare infinitesimale e cioè che la Prefettura aveva, su sollecitazione della Procura, avviato la procedura di indagine per verificare se ci fossero i presupposti per lo scioglimento del Consiglio Comunale.

Il 23 gennaio scorso si è insediata la commissione presieduta dal viceprefetto Filippo Romano, incaricata, come fisiologicamente avviene, di vagliare tutti gli atti amministrativi, ascoltare amministratori e consiglieri di maggioranza e di opposizione, per valutare le decisioni da prendere in merito ad un eventuale scioglimento del Consiglio.

 Levata di scudi dalle parti politiche avverse all’amministrazione tanto che sembra si sia ritornati al clima dei giorni del blitz: il turbinio di quei momenti provocò la richiesta di dimissioni da parte dell’opposizione, peraltro già ventilate dal sindaco e dalla sua giunta, ma poi alla fine rientrate.

Lo stesso Mino Miccoli, secondo i sapienti che si aggirano nell’aere politico squinzanese, avrebbe dovuto dimettersi per evitare i danni di un commissariamento lungo all’ormai stremato Ente. Tuttavia, se si fosse dimesso, lo avrebbe fatto per conservare la poltrona, ripresentandosi alle consultazioni amministrative che, come è noto, saranno celebrate a maggio. Quindi, come si suol dire dalle nostre parti, “comu la faci la sbagli”.

Un noto quotidiano locale oggi riportava la notizia riproponiamo pedissequamente: “Una porta blindata per il viceprefetto Filippo Romano. A Squinzano se ne parla da giorni in piazza, nei bar, e qualcuno ha anche affermato: «Fa bene. Non c’è da fidarsi di nessuno». Sarebbe stata questa la richiesta avanzata dal presidente della commissione d’inchiesta che si è insediata una settimana fa a Palazzo municipale di Squinzano. Una porta blindata per tenere “al sicuro” tutti gli atti dell’amministrazione che il dottor Romano e i componenti della commissione stanno analizzando in questi giorni. Nel frattempo, per sicurezza, la serratura della porta dell’ufficio, ubicato al secondo piano nella sala delle commissioni permanenti, sarebbe già stata sostituita con una nuova, provvista anche di lucchetto, le cui le chiavi sarebbero ad esclusiva disposizione dei singoli soggetti esaminatori”.Abbiamo contattato il Vicesindaco di Squinzano, Andrea Pulli, già ascoltato dalla commissione, chiedendogli lumi su quanto appreso. Ci ha risposto che avendo dato disposizione di verificare se questa richiesta corrispondesse al vero, ha potuto appurare che ciò non era successo e che da parte del dottor Romano non era stata formulata alcuna richiesta di porta blindata.

L’informazione in momenti particolari della vita di una piccola comunità ha un compito fondamentale, semplice e che non lascia scampo ossia quello di raccontare gli avvenimenti così come si svolgono. I cittadini di Squinzano non sono omertosi, di sicuro sono avviliti e non solo per la vicenda di cui vi abbiamo narrato. Lasciando lavorare la Commissione nella massima tranquillità si potrà ridare rinnovato vigore all’azione di governo, agli amministratori ed ai consiglieri di maggioranza e di opposizione, affinché possano svolgere il loro lavoro senza la spada di Damocle dello scioglimento del Consiglio  che pende sul loro capo. Se poi l’Assise verrà sciolta – ipotesi a nostro avviso abbastanza remota – sarà un’ottima occasione per ripartire ricostruendo dalle fondamenta il senso di comunità che faccia riscoprire ed anteporre il bene comune a quello personale.   

{loadposition addthis}