Lecce – Sei punti su sei danno una nuova forza al Lecce di Bollini dopo lo scivolone di Reggio Calabria che ha definitivamente spento ogni speranza di primo posto. La vittoria a Pagani, oltre che ad un passo avanti in classifica, consente ai giallorossi delle importanti conferme sul piano del gioco, sempre più compatto attorno all’idea del 4-3-3 dell’allenatore mantovano.
Le vittorie delle capoliste Benevento e Salernitana, raccolte contro Martina e Melfi, segnano ancor di più il solco tra la lotta alla vetta e il treno playoff, ora caratterizzato dalla coabitazione del Lecce insieme alle altre due campane Casertana e Juve Stabia, appaiate ai salentini a 45 rispettivamente dopo il pari di Reggio Calabria e la vittoria casalinga sul Messina. Dietro questo trio c’è poi sempre in agguato il Foggia, che oggi ha fallito il “-1” a causa del pari casalingo contro la Vigor Lamezia.
Scelte azzeccate– Venerdì sera si è vista una prova maschia da parte della compagine di Bollini, brava a calarsi sul campo difficile del “Torre” azzeccando soprattutto le scelte di mediana, con il più completo Sacilotto (utilissimo in fase difensiva quando si trattava di difendere il risultato) per Bogliacino. In attacco, Gustavo è sembrato ancora un po’ “leggerino” sulla fascia sinistra ed Herrera, usato prima a destra per sfruttare le sue abilità di tiro e poi invertito col brasiliano, è rimasto impelagato nel fango della difesa azzurrostellata, brava a bloccarlo. Rientra tra i cambi vincenti anche l’ingresso di Gianluca Di Chiara, lanciato in campo per la gestione delle fasi finali.
Bello e fortunato – La compattezza della fase difensiva, ben comandata dalla coppia centrale Diniz-Abruzzese, ha fatto il pari con due episodi un po’ fortunosi in occasione dei gol. Il rimpallo tra Gustavo con i calciatori paganesi Marruocco e Tartaglia ha favorito il vantaggio di Salvi, caparbio nel seguire l’azione al posto giusto al momento giusto ma fortunato a trovarsi il pallone tra i piedi pronto per il tap-in. Il gol del centrocampista romano è stato l’anticamera di un Lecce intenso e propositivo nonostante il manto verde del “Torre” non sia stato la superficie ideale per proporre del buon calcio. Nicolas Caglioni è tornato superman in almeno due occasioni; le parate dell’estremo difensore bergamasco hanno tolto le castagne dal fuoco nel periodo di maggior pressione della squadra di casa, poi poco pericolosa. Nella ripresa è stato il Lecce a sfruttare il maggior tasso tecnico, fallendo per più di una volta il colpo del k.o a causa delle parate di Marruocco, costretto a capitolare poi sul sinistro al fulmicotone di Di Chiara.
Quadratura necessaria – Queste due vittorie devono indurre l’ambiente giallorosso, mantenendo sempre alta la tensione agonistica e la voglia di far bene, a stringersi attorno alla squadra, mettendo in secondo piano le problematiche sul passaggio societario data la piena lotta ancora in corso per il salto in Serie B, seppur tramite l’angusta galleria dei playoff, da conquistare nel migliore dei modi contro una concorrenza agguerrita. I risultati di oggi, con la Juve Stabia bloccata dalla Reggina e il Lamezia capace di fermare sul pari il Foggia allo “Zaccheria”, dicono molto sulla difficoltà che d’ora in poi assumerà ogni impegno affrontato dalla truppa di Bollini. Affrontare una squadra in lotta per la salvezza, d’ora in poi, non sarà molto più facile di approcciarsi ad uno scontro al vertice. Il leitmotiv della prima fase di campionato poi insegna qualcosa.
Prima dell’inferno – Scendendo nel dettaglio, il calendario dei giallorossi s’appresta a vivere la parte più affascinante sulla carta di questo girone di ritorno. I due giorni di riposo prima della ripresa dei lavori in previsione della partita di lunedì sera contro il Messina saranno l’unica pausa prima di un ciclo infernale. Dopo la partita al “Via del Mare” contro i peloritani, il Lecce sarà prima di scena a Caserta in uno scontro diretto totale in chiave playoff e poi, nell’arco di tre giorni (dall’8 marzo all’11 marzo) ospiterà tra le mura amiche prima la Juve Stabia e poi la Salernitana. Il campionato entra nel vivo, perché non provare a lottare fino alla fine stringendosi attorno alla propria squadra?
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