Lecce – Il Lecce riesce nella sua missione e conquista i tre punti nel Monday Night del Girone C regolando per 2-1 il Messina dopo una partita comunque ben giocata, dove i salentini però ancora una volta hanno fallito più di una volta il decisivo match point per evitare le palpitazioni finali. Il vantaggio di Moscardelli, su calcio di rigore, al 20’ ha formalizzato il dominio territoriale degli uomini di Bollini.
Spiridonovic, centrocampista del Messina arrivato a gennaio, ha però riacciuffato subito il Lecce con uno slalom partito dal cuore dei sedici metri, con la complicità della difesa leccese, dopo un solo minuto. In apertura di ripresa, Stefano Salvi ha firmato il gol del sorpasso, sfruttando al meglio un “liscio” del difensore peloritano Stefani. La vittoria consente l’aggancio al terzo posto a quota 48 punti, ora condiviso con la Juve Stabia, prima della sfida di domenica prossima alle 16.00 sul campo dell’inseguitrice Casertana, distanziata di tre lunghezze. Il Lecce ha finalmente un’identità e, tralasciando il carente numero di occasioni vincenti tra le innumerevoli create, lo stato di forma della squadra può far ben sperare proprio alla luce di questo “ciclo di ferro”.
Caglioni 5: L’uscita a dir poco azzardata a pochi minuti dalla fine ha rischiato di gettare via al vento due preziosissimi punti. L’estremo difensore giallorosso mette a nudo ancora una volta il tallone d’Achille di questa stagione: gli interventi fuori dai pali. Fortuna per lui che Beduschi ha sbrogliato bene la situazione. E dire che sin dall’inizio aveva risposto bene a tutte le sollecitazioni avversarie. Rischiatutto.
Mannini 5: Non entra nel vivo della partita, non riesce subito a dettare la sua legge sulla corsia destra e soffre l’asse sinistro avversario. Sul (bel) gol di Spiridonovic è messo a terra sin troppo facilmente dalla finta del 20enne austriaco. Questo inizio choc lo blocca nell’intero andamento del match. È il protagonista del cambiamento di pelle della ripresa operato da Bollini, messo in atto anche per permettergli una svolta dell’andamento con la ricetta a lui più calzante, quella della gamba e dell’intensità offensiva. La riuscita è però poco convincente e il leitmotiv giornaliero è quello.
Diniz 6,5: Un’altra buona prestazione si va ad aggiungere nell’alveo delle partite seguite al suo rientro al centro della difesa. È puntuale in ogni situazione, a terra ed in aria, e raramente spreca in fase di costruzione di gioco. Schiodarlo da lì sarà difficile.
Abruzzese 6: L’intenzione di svariare di Re Giorgio Corona, attaccante senza tempo dello schieramento peloritano, gli riduce il quantitativo di straordinari, limitati poi allo stretto necessario data la quasi totale assenza di spioventi in area, se non su calcio piazzato. Con una situazione così sotto controllo per un difensore esperto come lui, si può permettere di suonare la carica.
Lopez 6: Vederlo fare il compitino in fase difensiva stride con il valore del calciatore, alle prese con un periodo non brillante che perdura dalle prime battute del campionato. Rischia il “giallo” su qualche entrata veemente e, in proiezione d’attacco, non riesce a crossare dal fondo, privilegiando traversoni dalla trequarti difficilmente controllabili per Davide Moscardelli.
Salvi 7: Febbre del lunedì sera. Risulta decisivo nel migliore dei modi con un gol “violento” e grintoso, dopo un primo tempo dove la scarsa intesa con Embalo, in chiave offensiva, fa il pari con la solita doppia cifra alla voce chilometri percorsi. Il diagonale vincente, perfetto per esecuzione dopo il liscio-choc di Stefani, è il preludio alla bella dedica a capitan Miccoli, abbracciato dal romano dopo la rete del 2-1. Ah, il riferimento alla febbre è ben lontano dal novero dei musical, bensì ha elementi materiali: l’ex Treviso è sceso sul rettangolo verde, sfoderando una gran partita, con il fardello pesante di qualche decimo in più.
(16′ st Lepore 6: Capitan sacrificio. Entra per dare respiro ad un Mannini così così e occupa il ruolo di estremo destro nel quartetto difensivo. Zero sbavature e un finale da mezzala destra dopo l’ingresso in campo di Beduschi.)
Papini 6,5: Generosissimo, macina un sacco di strada sia nel ruolo di vertice basso del trio di mediana che da mezzala, quando spetta a Sacilotto la posizione di frangiflutti. La sua gestione della sfera, tenuta a sé per far distendere meglio i compagni delle fasce, sbollisce più volte la tensione che il Messina cerca di creare sul match. Cerca invano gloria con le solite proiezioni offensive. Grinta e piedi.
Sacilotto 6,5: Opera a tutto campo, prendendosi ormai con decisione la maglia da titolare insieme a Salvi e Papini. Con la palla tra i piedi, dà sempre quella sensazione di poter tirar fuori dal cappello quel tocco magico a liberare le punte, ma la sensazione lascia via via spazio all’intensità, nel (riuscito) tentativo di mettersi alle spalle la brutta prestazione di Barletta e un rendimento non ancora ai suoi livelli nel ruolo che è la sua posizione naturale. Finisce da play.
Embalo 7: Tre tunnel, fughe che mettono nel panico la difesa avversaria e tocchi che fanno ballare il pubblico a cercare il gol d’autore, fallito per due volte con belle conclusioni a cercare il palo lontano. La giovane ala di proprietà del Palermo, alla prima da titolare con il Lecce, si presenta in tutte le sue potenzialità al pubblico del “Via del Mare”, contento di ammirare la freschezza, e a tratti la sfrontatezza, di un elemento che deve affinare il suo “senso della porta”. Un brutto cliente per il rientrante Doumbia.
Moscardelli 6: Gol e recriminazioni. Si guadagna il rigore con un contatto veniale con Rullo e lo realizza di giustezza, portando a 12 il bottino dei gol stagionali. Manca la doppietta quando fallisce, in verità per una grande parata alla disperata di Iuliano, una buona occasione dal dischetto del rigore. Nella ripresa viene toccato duro da Damonte e continua la partita con il pilota automatico, non rendendosi pericoloso dalle parti del portiere avversario.
(43’st Di Chiara SV)
Gustavo 6: Non ha tempo di partire palla al piede che subito finisce a terra, stretto nella marcatura della difesa peloritana. Prova a dire la sua in più occasioni, fallendo il pertugio giusto e trovando pronto Iuliano, ma pecca leggermente ancora di poca personalità quando c’è da gonfiare il petto nell’area avversaria. Ripaga, in grande stile, però con tantissimi recuperi sul Messina disteso in ripartenza. Movimenti intelligenti, incarna il Bollini-pensiero della “corsa intelligente” e non in massicce quantità.
(35’st Beduschi 6: Pochi, ma positivi, minuti nel suo debutto con la casacca del Lecce.)
All. Bollini 7: Prosegue bene l’opera di cambiamento del suo Lecce, con l’unico neo del poco cinismo quando si tratta di chiudere le partite. Ha dato un altro brio ad una squadra prima molle e poco cattiva. L’apporto dei peperini delle fasce offensive Embalo e Gustavo ha dato più cattiveria agonistica ai giallorossi, ora attesi dal trio della verità con Casertana, Juve Stabia e Salernitana. Il Messina puntava molto sulle sortite laterali di Orlando e Ciciretti e sui tempi di Manuel Mancini, spesso intento a prendersi il pallone nella propria trequarti. Il tecnico mantovano è stato lucido nella lettura delle situazioni, gestendo bene i cambi per evitare tracolli. Fa niente se poi gli avvicendamenti obbligati hanno costretto il suo arrembante Lecce al finale col 4-5-1, ma raddoppiare la copertura sulle corsie laterali serviva per portare a casa la pagnotta.
Gli avversari: Messina
Iuliano 6,5
Cane 5,5
Altobello 5,5
Stefani 4,5
Rullo 5
Damonte 6
Mancini 6,5
Spiridonovic 7
(20’st De Paula 6 )
Orlando 6
Corona 5,5
Ciciretti 5,5
(31’st Nigro SV)
All. Criscuolo 6 (Grassadonia squalificato)
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