… “Si dice che il batter d’ali d’una farfalla possa provocare un uragano” …
Porto Cesareo (Le) – Nell’ambito delle iniziative a sostegno della giornata internazionale contro la violenza sulle donne prevista il prossimo 25 Novembre, l’Associazione Politico – Culturale “CittaAperta#laboratoriodiidee” di Porto Cesareo e l’Associazione di Volontariato “DNAdonna” di Soleto, invitano la cittadinanza il giorno 26 Novembre 2014 alle h. 18.00 presso i locali della Pro Loco di Porto Cesareo, per un incontro pubblico di approfondimento sul tema: Capisaldi ed innovatività della Legge Regionale 04 luglio 2014 n. 29 “Norme per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, il sostegno alle vittime, la promozione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne”.
L’incontro verrà introdotto da Dalila Peluso, membro dell’Associazione “CittaAperta#laboratoridiidee” e redattrice della testata giornalistica Paisemiu.com
A seguire interverranno: la Dott.ssa Enza Miceli dell’Associazione “DNADonna”, l’ Avv. Alessia Ferreri, Consigliera di Parità della Provincia di Lecce e il Dott. Carlo Falangone, Vice-Sindaco e Ass. alle Politiche Sociali di Nardò. Modererà la Dott.ssa Simona Greco, docente scolastica.
L’ultimo rapporto di Eures parla di un aumento di femminicidi al Sud (+ 27% nel 2013). Sembra una vergognosa conta senza sosta, quella delle donne vittime di violenza, che nel 2013 era arrivata a quota 128. Secondo le percentuali, spesso la violenza si consuma fra i muri domestici e l’autore ne è, nel 48% dei casi il marito, nel 12% il convivente, nel 23% l’ex.
Si tratta di un uomo tra i 35 e i 54 anni nel 61% dei casi, di un impiegato nel 21%, e di una persona istruita (il 46% ha la licenza media superiore e il 19% la laurea). Il 63% dei persecutori non risulta poi assumere alcol e droghe.
Prevenzione, protezione delle vittime e punizione dei colpevoli: questi sono, nonostante le tante battaglie, i ritardi dell’Italia.
“Sostenere la speranza di ridare dignità alle donne cui è stata sottratta con violenza. Si può!” Questo è il grido che si vuol lanciare a tutte le donne che subiscono soprusi, ma lanciano aquiloni al di là delle nuvole per sentirsi libere dalle storie di violenza senza fine.
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