Lecce – Archiviata la delusione sportiva con il pareggio di Lamezia, resta da sciogliere l’importantissimo nodo riguardante il futuro della gestione societaria, con la fine dell’era Tesoro, già annunciata nello scorso febbraio, ormai alle porte. Savino Tesoro, intervenuto oggi in conferenza stampa, ha cercato di dare ulteriore chiarezza a tutte le vicende che rischiano di segnare irrimediabilmente la storia del calcio leccese.
Fine – Il presidente cerca sin da subito di togliersi tutti i sassolini dalla scarpa: “Avrei voluto congedarmi da questa città regalando la Serie B soprattutto a quei tifosi che hanno gioito quando abbiamo vinto e si sono disperati quando perso. A Lecce però succedono anche cose diverse. Mi chiedo sempre perché facevamo disperare qualcuno anche quando vincevamo. Quando perdiamo, ovviamente, c’è gente scontenta ma anche quando si vince”. I rimpianti però non bastano a far cambiare il seguito di un rapporto ormai segnato: “Volevo regalare la B ai tifosi a me alla famiglia ma è arrivato il momento di farci da parte. Tre anni fa trattavo la società coi vecchi proprietari sapendo che la squadra era in Lega Pro, categoria che non volevo intraprendere dopo le esperienze pregresse. L’ho intrapresa comunque con sacrifici e entusiasmo, allestendo squadre che hanno perso finali con Carpi e Frosinone, squadre che ora sono in A. Ciò significa che le nostre squadre scarse non erano”. Il patron non risparmia poi qualche frecciatina: “Me ne vado, al di là dei sacrifici economici, in tranquillità. Da quaranta anni i campionato si vincono anche disputando altri tipi di campionati ai quali io non ho mai voluto partecipare”.
Novità zero – Sul fronte compratori non c’è nessuna novità: “Ad oggi l unica persona, tra virgolette proponibile, ma più improponibile di tutti è stata Ferrero. Di gente da non menzionare ne ho vista a bizzeffe. Giusto per ricordarlo, quando ho preso questa squadra ho ereditato 10mln di crediti e 10mln debiti. Ai debiti ho fatto fronte subito ma i crediti devo ancora incassarli. Dove sono le cordate leccesi? Mi sembra improponibile certa gente che ha avuto già problemi con esperienze pregresse più piccole del Lecce. Gli imprenditori del territorio se hanno bisogno di pubblicità non parlassero del Lecce, il Lecce è una cosa seria e deve essere seria, non guidata da avventurieri. La gente vuole comprare a zero euro ma voglio sapere cosa vuole fare, perché potrei anche fare una sponsorizzazione. Voglio bene a questa squadra.” L’interessamento del presidente della Sampdoria Ferrero è preso con le pinze da Tesoro: “Non ho preso in considerazione Ferrero, mi faceva piangere, forse credeva di poter fare cinema. Carlo Osti, una persona seria, mi ha proposto la cosa ed è lui che mi ha chiamato, io non ho mai proposto il Lecce. Dopo non l’ho più sentito, ho solo parlato con Osti ma per altri motivi”.
Cifre – Per fare chiarezza poi il presidente passa in rassegna i conti del sodalizio di Piazza Mazzini: “Non pretendo di recuperare niente, se dovessi recuperare quello che ho speso sarebbe improponibile. I conti, che sono già aggiornati per la scadenza del 30 giugno, dicono che il Lecce 4,2 Mln di debiti (2mln di debiti verso banche, 400.000 debiti verso l’Erario, 800.000 fornitori 590.000 euro, 400.000 altri) 3,670 Mln crediti (tra Lega, Erario ecc.). Lo sbilancio finanziario è quindi di 600,000 euro. Estinguere i debiti non è una richiesta, quando sono arrivato ho messo 10 milioni, chi arriva deve mettere 2mln per garantire i debiti, ho chiesto qualcosa di strano? Il vero problema è che chi si avvicina il Lecce deve avere almeno la credibilità di 2mln. Cosa chiedo per le attrezzature? Per il vivaio? Per i giocatori? Zero. Ve lo regalo, ma voi dovete mettere altrettanto per la squadra. Serve credibilità. Rilevate a zero e poi? Preferisco salvare questa società dai furbi. Se il territorio non sarà in grado di esprimere di che cosa stiamo parlando? Qual è la mia responsabilità? Io non accuso nessuno, ognuno ha i suoi problemi, ma non si può pretendere di avere una squadra tra i professionisti per il ‘blasone’”.
30 giugno – Dagli incontri con le istituzioni locali non sono emerse poi novità rilevanti: “Con il Presidente della Provincia abbiamo appurato che non c’è nessuno. Al sindaco, che mi ha parlato di una cordata, ho esposto le cifre”. Sul futuro dopo la data del 30 giugno cominciano ad aleggiare nuvoloni: “Non ha senso iscrivere la squadra in Lega Pro per poi non pagare niente e retrocedere a suon di penalizzazioni. Le cose si devono fare garbate e per bene. Io manterrò la guida finché ci sarà la gestione corrente, al 30 giugno deciderò come fare sul piano sportivo. Iscriverò la squadra in D, in Eccellenza, in Promozione per dare una continuità. Sono fiducioso comunque che il Lecce possa continuare, in onestà credo che qualcuno uscirà, la paura delle serie minori è remota al momento. Francamente, per una nuova guida, penso più a qualcuno di fuori, anche se faticherei a trovare gli interessi che lo spingerebbero all’investimento. È poi da escludere l’opzione dell’acquisto disgiunto dal parco giocatori che resterebbe a me; all’estero esistono i fondi, ma in Italia no. In ogni caso, ricordando ciò che ho dovuto fare al mio acquisto trovandomi con contratti per un totale di 14 milioni di euro, mi sembrerebbe strano se il potenziale compratore non avesse la capacità di gestire 2mln di contratti.”
Giovani – La conclusione è affidata ad un elogio al settore giovanile giallorosso, spesso bistrattato nonostante i risultati più che positivi: “Sabato sarò a Monza a vedere le fasi finali del settore giovanile. Anche se tutti mi dicono che ho dilapidato il settore giovanile, così non è stato. Ho semplicemente speso di meno vincendo i campionati e bloccandoci solo in finale”. Il viaggio in Lombardia non ha altri scopi a detta del patron:“La mia famiglia per ora ha chiuso con il calcio. Interesse al Monza? Niente, non ne voglio sapere. Andrò solo per vedere i ragazzi.”