Lecce – E’ stata presentata questa mattina presso la sala stampa dello stadio Via del Mare la cordata di imprenditori che nella giornata di ieri ha concluso con successo la trattativa per l’acquisizione del pacchetto azionario di maggioranza dell’Unione Sportiva Lecce. E’ questo l’atto che sancisce l’uscita di scena di Savino Tesoro dopo tre anni di gestione in cui, pur allestendo sempre squadre decisamente competitive e, almeno sulla carta, più forti delle concorrenti, non è riuscito a raggiungere l’obiettivo minimo stabilito della promozione in cadetteria.
Savino Tesoro – Ad esordire è stato il patron uscente che ha ringraziato tutti per queste tre stagioni alla guida della compagine giallorossa: “Saluto e ringrazio tutti. Spero di aver preso una decisione condivisa tanto da quelli che portano la cravatta quanto da quelli che non la indossano. Ringrazio tutti i giornalisti che si sono comportati con onestà intellettuale e spero che Saverio (Sticchi Damiani ndr) riesca a mettere d’accordo quelli che non lo hanno fatto. Avrei voluto lasciare la squadra in serie B e, viste le notizie che giungono da Catania, non è detto che non riesca a farlo”.
Dal giorno in cui il Lecce è stato messo in vendita, tanti imprenditori si sono avvicinati ma pochi sono stati quelli che lo hanno fatto concretamente: “Non potete immaginare quanti pseudo-acquirenti si sono fatti sentire (non vedere perché non li ho mai ricevuti). Avevo detto che avrei lasciato il Lecce in buone mani e credo che Sticchi Damiani sia una garanzia per tutti da questo punto di vista. Ritengo di aver fatto più di quello che fosse possibile per far sì che l’operazione andasse a buon fine e spero che il futuro sia migliore di quello che è stato il passato. Se non ci fosse stato Saverio la trattativa forse non si sarebbe mai chiusa perché è riuscito a smussare i miei angoli spigolosi”.
Su input di alcuni giornalisti, Savino Tesoro ha fatto un bilancio su come è cambiato il Lecce nei tre anni della sua gestione: “Il Lecce è in una situazione non paragonabile rispetto a quella in cui l’ho preso. Ho sentito le parole del buon Semeraro dopo tre anni di silenzio. Non è stata mai mia intenzione attaccarlo ma in alcuni contesti emergevano versioni poco veritiere dei fatti e io dico sempre la verità. Secondo me questa cordata non si sarebbe nemmeno avvicinata alla vecchia proprietà per acquistare la società. La situazione vecchia era improponibile e, in caso, non ho difficoltà a rendere pubblico il contratto preliminare con il quale ho acquistato la società e che non è stato rispettato. Ringrazio comunque Semeraro per l’indifferenza che a Lecce, spesso fa rima con convenienza”.
Saverio Sticchi Damiani – A seguire, la parola è passata al legale Leccese che non ha nascosto l’emozione: “Grazie a tutti per essere qui, potrete comprendere la mia emozione. Solo un mese fa non avrei mai pensato di trovarmi qui, si è evoluto tutto in maniera velocissima”.
Viste alcune sue dichiarazione mal interpretate da alcuni organi di informazione, Sticchi Damiani ci ha tenuto ad iniziare con una precisazione: “Si è detto in questi giorni “il Lecce ai leccesi” e voglio spiegare bene. Non sarebbe corretto ed elegante fare discorsi di provenienza anche perché il presidente Tesoro, che ha fatto tutto il possibile per agevolare la trattativa, è riuscito a fare in tre anni quello che i leccesi non sono riusciti a fare. Abbiamo acquistato una società di Lega Pro e, essendo stato vicino a Tesoro quando ha deciso di vendere, ho visto da vicino che ci sono stati interlocutori che mai avrebbero potuto gestire un squadra di calcio perché chi lo vuole fare prima di tutto guarda le carte. Chi acquista una società di Lega Pro non lo fa per fare business ma per una semplice questione di amore per la squadra: per questo il Lecce ai leccesi”.
Un pensiero è rivolto anche a chi ha preceduto la Famiglia Tesoro alla guida del Lecce: “Vorrei ringraziare anche la famiglia Semeraro che mi permise per prima di entrare in questo mondo. Giovanni Semeraro è stata una delle figure che oggi latitano nel mondo del calcio e a Lecce verrà ricordato con gratitudine al di là degli epiloghi infelici”. Quanto all’ipotesi di ripescaggio in serie B Sticchi Damiani tiene per sé ogni commento: “E’ prematuro parlare di ripescaggio ed è banale dire che se ci sarà la possibilità del ripescaggio non ce la faremo scappare. Questo gruppo sarà pronto, in caso, anche a gestire la squadra in Serie B”.
Ma come è nata l’idea della cordata? “La società è frutto di un’idea degli ultimi tempi legata al fatto che, durante le trattative che ho vissuto al fianco del presidente Tesoro, ho capito che dovevo creare un gruppo di persone interessate ad investire altrimenti si sarebbe falliti come sono fallite squadre più importanti. Se è fallito il Parma perché non può fallire il Lecce? E’ stato anche importante l’aiuto di alcuni sponsor che ci accompagneranno nel nostro percorso. Per ora resta in piedi l’attuale CdA e il passaggio alla nuova società toccherà organizzarlo a me che sono il trait d’union tra la vecchia società e la nuova. Già da adesso comunque opererà la nuova società”.
L’avvocato Sticchi Damiani passa poi ad illustrare la composizione della nuova società: “Il gruppo è composto da un imprenditore di riferimento, Enrico Tundo, a cui avevo già chiesto un impegno molto blando con la precedente gestione ed identifica perfettamente il profilo delle persone: giovane e che negli ultimi anni ha avuto risultati eccellenti. Un’altra quota è detenuta da una società di professionisti ed imprenditori rappresentata da Corrado Liguori che ha raccolto persone e ha quantificato il contributo che hanno voluto investire nel Lecce. Ci sono poi professionisti che hanno contribuito professionalmente e non tra cui Salvatore De Vitis e Ferdinando Aiello, l’unico non leccese. C’è poi un grosso sponsor nazionale con cui è stato firmato un preliminare ma fino a quando non sarà firmato il contratto definitivo, per onestà intellettuale, non farò il nome. Ho sentito di tanti imprenditori che vogliono contribuire: le porte non sono chiuse a nessuno ma servono i fatti”.
Spiegato l’assetto societario, si è passati ad analizzare il progetto tecnico: “Non era pensabile che una cordata che si approccia per la prima volta al calcio si potesse muovere autonomamente e per questo ho voluto coinvolgere un altro professionista di questa terra: Romualdo Corvino. Si è parlato tanto di Pantaleo Corvino ma è giuridicamente impossibile che un DS di una società di serie A possa avere partecipazioni in un’altra società. Per l’area tecnica abbiamo scelto un salentino serio e con voglia di lavorare: Stefano Trinchera. Da quando ha iniziato la sua attività in categorie inferiori ha dimostrato di essere un vincente e vincere non è facile nemmeno nelle categorie inferiori”.
Società improvvisata? Tutt’altro: “Siamo nati in pochi giorni ma non saremo improvvisati. Non vuol dire nemmeno che la salentinità sia un alibi per gli errori che faremo. Non è un progetto fino a domani mattina ma vogliamo costruire qualcosa di solido. In società ci sarà anche lo stesso Stefano Adamo che ci è stato così vicino in questa trattativa. Abbiamo alcuni contratti molto onerosi (uno in particolare) e chi si occupa di mercato dovrà essere bravo a non sperperare denaro. Si cercherà di fare una squadra più competitiva possibile visto che a nessuno interessa rimanere in Lega Pro. Sarà importante l’attività del settore giovanile su cui punteremo ed investiremo valorizzandolo”.
In conclusione, Sticchi ha rivolto una serie di appelli: “Inutile che mi rivolga ai 4000 abbonati che non fanno mai mancare il loro sostegno, sono sempre stati presenti. Gli chiedo di confermare la fiducia ma a chi viene incondizionatamente allo stadio non posso che dire grazie. Il progetto è coinvolgere tutti gli altri che sono tantissimi. Sono quelli che sono abituati a stare a casa, a puntare il dito su qualcosa che non va e dare tutto e troppo per scontato. Vogliamo coinvolgere il più possibile città e territorio. Si chiedono aiuti ad imprenditori ma poi si fa poco: va bene essere scatenati sui forum ma poi serve andare allo stadio. Gli abbonamenti non sono ciò su cui punta questa società quindi creeremo ogni forma di agevolazione possibile. Ai giornalisti chiedo un aiuto: noi sbaglieremo ma stateci vicini. Se il Lecce sparisce è un problema per tutti. Vi chiedo una mano. Mi piacerebbe lavorare uscendo un po’ di scena. Ho svolto questa attività per passione e gratuitamente come normale che fosse. Lavorerò fino a quando non si stabilirà il nuovo CdA ma voglio farlo fuori dalla scena, in silenzio e dietro le quinte. Il Lecce ha sempre trainato il territorio ma è anche il territorio che traina il Lecce. Tante persone mi hanno manifestato la voglia di far parte di questo progetto. Il progetto parte già con le sue gambe ma se qualcuno si vuole aggregare benvenga e da questo punto di vista il territorio risponde bene. Corrado (Liguori), dopo avermi fatto lavorare, è riuscito a farmi contribuire anche economicamente ma se le cose andranno bene non sarà certo per merito mio”. Quanto alle condizioni di acquisto: “Il valore della vendita è stato l’ammontare dei debiti (700.000€) Ci siamo fatti carico dei contratti anche risalenti alla serie A che non hanno niente a che vedere con La Lega Pro e dei debiti. Ad oggi, se trovo uno sponsor di un milione di euro che è una cifra eccezionale potrebbe servire per pagare un solo contratto di un giocatore che non rientra nel nostro progetto”.