Sono passati dieci anni dalla prima edizione e da allora è stato un continuo crescendo di gradimento e popolarità. “La gente lo percepisce come un qualcosa che gli appartiene. Cresce di anno in anno perché è la gente che lo vuole, perché ha sposato il progetto locomotive”. Commenta emozionato Raffaele Casarano, direttore artistico del Locomotive Jazz Festival che quest’anno è arrivato alla decima edizione. E i numeri non fanno che dargli ampiamente ragione. Calato il sipario su quest’ultima edizione i risultati sono stati più che positivi, in alcuni casi anche sorprendenti.
Nel Salento, la terra per antonomasia della pizzica, l’innesto con il jazz è stato una scommessa vincente che ha finito per attecchire, ben radicandosi nei gusti delle persone. “Il percorso in questi dieci anni è stato quello di fare in modo che un genere così lontano dalle logiche del nostro territorio fosse maggiormente conosciuto e apprezzato. Diverse volte abbiamo realizzato concerti con pizzica e jazz. Le musiche popolari, quando si uniscono, producono sempre nuove e insospettabili sonorità”. Prosegue Casarano.
Ripercorrendo a ritroso le passate edizioni del festival è notevole constatare quanti artisti nazionali ed internazionali hanno calcato il palco del Locomotive, tutto all’insegna di una programmazione attenta e di altissima qualità musicale volta a far apprezzare il multiforme linguaggio del jazz, rendendolo accessibile a tutti. “È un festival che accoglie le musiche, al di là delle geografie, dei luoghi, dei linguaggi”. Spiega il grande Paolo Fresu, uno tra gli ospiti più attesi di questa edizione, che ha incantato il pubblico dell’anfiteatro romano.
Grandi erano le aspettative per il decennale del Locomotive, tanto l’entusiasmo e la voglia di rendere indimenticabile questa data che non è solo un tappa d’arrivo, ma anche un nuovo punto di partenza nel segno della continuità e del rinnovamento per migliorare una proposta non solo musicale, ma anche culturale e artistica.
“Il Locomotive apre le porte ad ogni collaborazione” ribadisce infatti Raffaele Casarano. Tra conferme e nuove iniziative nessuno è stato deluso. Dieci giorni di festival di cui sei tappe itineranti e quattro a Lecce, nell’anfiteatro romano, uno dei posti più rappresentativi del capoluogo salentino, che per l’occasione è stato magistralmente trasformato in un surreale jazz club a cielo aperto. I tavolini, sistemati nella platea dell’anfiteatro, dove il pubblico è stato fatto accomodare, hanno ricreato quell’atmosfera speciale, la si potrebbe dire onirica, che si respira nei jazz club, enfatizzata dalla peculiare bellezza di Lecce capitale italiana della cultura 2015 e che il pubblico, costituito anche da una buona fetta di turisti, ha molto apprezzato.
“Abbiamo voluto realizzare i concerti in luoghi poco usuali, diversi dal solito. Abbiamo percorso i primi sei giorni immersi nella natura – dice Raffaele Casarano – Insieme a noi il FAI (fondo ambiente Italia) nostro partner, per dire di no ad un modo di concepire la vita che permette la deturpazione del territorio attraverso le trivelle, i rigassificatori e via dicendo. La musica è un messaggio universale che unisce e difende il territorio, questo è ciò che vogliamo trasmettere, perché vogliamo vivere la nostra terra, ritornare a sentirne il profumo per lasciarla così com’è ai nostri figli”. In tal senso l’appuntamento con “l’alba in jazz” è stato un perfetto equilibrio tra natura e musica che ha riscosso un eclatante successo di pubblico. “Cominciare a cantare al buio aspettando che sorga il sole, davanti a quel mare meraviglioso è stata un’esperienza magnifica”. Ha commentato Fiorella Mannoia, protagonista di questa edizione dell’Alba in jazz, sulla sua pagina fb.
“L’equilibrista”, il tema prescelto per questo decennale, colui che con mente, corpo e passione porta avanti i sogni. Passione e sogni che camminano anche sulle gambe dei tanti volontari e degli sponsor che rendono possibile il Festival. Il popolo del Locomotive Jazz Festival che gratuitamente ogni anno si rimbocca le maniche e, in sinergia con il direttore artistico, Raffaele Casarano, ci regala una manifestazione rappresentativa del Salento, conosciuta ormai a livello nazionale e internazionale di cui andare orgogliosi.
Il jazz, ritmo e improvvisazione, genere popolare colto aperto alla sperimentazione che apre a insospettabili varchi musicali, che diventa collante musicale che corre sui binari della Puglia con “From Station to Station”, che quest’anno in particolare si è fatto carico di sostenere, insieme a Triacorda, onlus che opera nell’area salentina, la nascita di un ospedale pediatrico all’avanguardia e di riferimento per il territorio, dedicando l’intero incasso della serata conclusiva del festival a favore di questa importante iniziativa. In questi progetti, in tutte queste aspirazioni risiede il significato tangibile e genuino del Locomotive che in questi dieci anni ha dispensato opportunità, emozioni, sogni ma soprattutto musica che è riuscita a far vibrare le corde dell’anima di ognuno di noi.