Giù le mani dal nostro mare… e non solo!!!

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Foto copertinaCasalabate (Le) – All’interno dell’iniziativa “Giù le mani dal nostro mare“, organizzato dai Meetup Squinzano a 5 Stelle e Trepuzzi5Stelle,  si terrà un incontro dibattito sul tema “Il petrolio e il suo impatto sull’ambiente” presso l’Oratorio giovanile lungomare nord nella marina di Squinzano e Trepuzzi domani, lunedì 17 agosto alle ore 20.30.

Affrontando il tema dei danni collaterali derivati dalle perforazioni, non si può prescindere da una breve puntualizzazione su ciò che sono queste operazioni e cosa comportano per l’ecosistema sia di mare che di terra.

Le perforazioni raggiungono i 500/1500 metri per il gas, 3000/4000 metri per il petrolio.
Le fasi delle perforazioni sono tre: la prospezione sismica (cioè la ricerca per capire se ci sono o non ci sono idrocarburi nel sottosuolo); la richiesta di permesso di coltivazione (è una fase burocratica con pozzi esplorativi); la coltivazione di una concessione mineraria (l’attività di estrazione vera e propria).

Qui si smette di perforare, a meno che non si richiede un work-over, e si estrae petrolio o gas. L’estrazione prevede l’uso di sostanze liquide e tossiche che facilitano l’attività estrattiva. Tale attività produce fanghi e acqua di strato tossici in un rapporto matematico rispetto ai barili di petrolio estratto.

Nella prima fase la ricerca in terraferma viene effettuata con uno strumento, il vibroseis, che emette onde sismiche nel sottosuolo, poi registrate da uno strumento, tipo unvibroseis ecografo. Le onde svelano l’eventuale presenza di sabbie di idrocarburi nel sottosuolo. Questo strumento funziona se ci sono strade asfaltate ed è meno invasivo di altri; oppure immettendo a determinate profondità non elevate, cariche dinamitarde che vengono fatte esplodere per simulare anch’esse onde sismiche. Dal cui ritorno registrato con apparecchiature specifiche, i tecnici capiscono se ci possono essere o meno sacche di idrocarburi.

airgunQuesta tecnica è molto invasiva e nel raggio di 5 km distrugge l’80% della flora presente.
Mentre sempre nella prima fase la ricerca in mare viene effettuata attraverso un cannone d’aria, air gun, che viene poggiato sui fondali e spara onde a una pressione elevatissima che è all’origine degli spiaggiamenti dei cetacei. Ha un raggio di azione come il vibroseis, di circa 5 km con effetti più devastanti in termini di moria di pesci.

Nella altre due fasi si iniziano a realizzare i pozzi. Ma oltre alle metodologie usate esiste anche un metodo chiamato fracking e che non èHydroFrac normato in Italia. È una pratica altamente devastante. In sostanza si realizza un pozzo che raggiunge intorno ai 1000, 1500 metri, le rocce di scisto che sono piene di metano solidificato con la roccia. Da questo pozzo verticale e centrale, partono diverse diramazioni orizzontali con cariche esplosive, acido cloridrico, acido fluoridrico e altre sostanze non elencate perché protette dal segreto industriale. Con le cariche dinamitarde o con acqua ad altissima pressione, si fa esplodere la roccia di scisto, frantumandola. A questo punto entrano in gioco le sostanze chimiche che scindono i gas dalla roccia il quale sale in superficie e viene incanalato. Questa operazione viene condotta generalmente in aree circolari di circa 5kmq per volta e dopo ogni prelievo di gas si sposta ai 5 kmq successivi. la devastazione del sottosuolo è totale.

A questo punto viene da domandarsi: quanto incidono le dinamiche geopolitiche sui picchi raggiunti nel prezzo del petrolio? Qual è il costo socio-ambientale delle attività petrolifere? Esiste un’alternativa possibile alle fonti di energia fossile? È possibile pensare a modelli di sviluppo che non danneggino il territorio con le tecnologie già disponibili? 

Questi sono solo alcuni degli argomenti al centro dell’incontro. Si tratta del primo incontro-dibattito di presentazione del libro in Salento.

L’appuntamento quindi è per lunedì 17, alle 20,30, presso Oratorio giovanile lungomare nord (di fronte alla lega navale). Ne parleranno Albina Colella, ordinario di Geologia presso l’Università della Basilicata e autrice del libro “L’impatto ambientale del petrolio. In mare e in terra”; e Alessandro Cannavale, blogger de Il Fatto quotidiano. Modera lo scrittore Andrea Leccese.

Martedì 18 agosto 2015 dalle 10 – spiaggia libera di Casalabate tra i Lidi Exotic e Sun Beach -, una catena umana per dire, assieme ai Portavoce del Movimento 5 Stelle, “Giù le mani dal nostro mare”, a tutela del nostro meraviglioso mare, a favore di fonti energetiche rinnovabili, a favore della creazione di centinaia di posti di lavoro sul nostro Territorio grazie all’utilizzo di fonti energetiche ad impatto ambientale ZERO.