Lecce – Con una comunicazione via PEC indirizzata al Prefetto, al Comando Provinciale dei Carabinieri, al Questore, alla Guardia di Finanza e al Comandante della Polizia Locale, l’Assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, Andrea Guido, chiede il coinvolgimento attivo di tutte le Forze dell’Ordine affinché sia rispettata la norma comunale che vieta l’utilizzo in aree abitate dei fuochi d’artificio e invita ogni organo, per quanto di competenza, ad entrare anche nel merito della distribuzione in città degli stessi attraverso controlli più accurati sulle rivendite e sui materiali pirotecnici. Guido ha già specificato che in ballo non c’è solo la sicurezza dei cittadini e il benessere degli animali ma anche la qualità dell’aria che si respira.
I fuochi d’artificio, infatti, sono azionati da polvere pirica nera (polvere da sparo). Questa sostanza è costituita da un ossidante (nitrato di potassio), un combustibile (carbone), e un acceleratore (zolfo). Per ogni 270 grammi di polvere nera usata, 132 grammi di biossido di carbonio vengono immessi nell’ambiente, soprattutto nell’aria, sotto forma di micropolveri sottili. Il resto si trasforma in solfuro di potassio ed azoto, sempre sotto forma di micropolveri sottili ed ultrasottili. Ecco, quindi, quanto costa anche in termini d’inquinamento il Capodanno.
“L’art.91 del Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Lecce – ha fatto sapere Andrea Guido – prevede già dal lontano 1964 che nell’ambito dei centri abitati nessuno può, senza speciale autorizzazione del Sindaco, accendere polveri o liquidi infiammabili, o fuochi artificiali in qualsiasi modo. Questo è il motivo per cui il mio assessorato non ha mai promosso alcuna ordinanza per vietare l’esplosione dei botti di Natale e Capodanno. La norma a Lecce esiste da 50 anni, ed esistono anche le sanzioni! Per questo motivo il mio lavoro e quello del mio staff si è sviluppato su 2 livelli: uno comunicativo attraverso la campagna ‘Ogni Botto è un’Esplosione di Paura’; uno istituzionale che ha coinvolto Prefettura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Questura e Polizia Urbana per il controllo sul rispetto dell’art.91 del nostro Regolamento, per accertare la legalità e la provenienza dei botti in vendita presso le numerosissime rivendite ambulanti verificando anche l’eventuale abusività delle stesse”.