Trepuzzi (Le) – “Amici vicini e lontani, è arrivato il momento di salutarvi, non sappiamo se sarà un arrivederci o un addio perché da lunedì prossimo non avremo più un tetto sulla testa. In parole povere io e mio fratello verremo sfrattati. Già da domani incominciamo a svuotare casa prima che ci pignorino qualcosa, quindi avremo un bel po’ di cose da fare oltre che trovare un posticino dove dormire. Ringraziamo tutti per la compagnia che ci avete fatto in tutto questo tempo e vi auguriamo una buona serata”.
Il post pubblicato su Facebook da due fratelli residenti a Trepuzzi – Maurizio 44 anni e Massimiliano 36 anni – ha suscitato le reazioni dei concittadini preoccupati per la sorte di due giovani che, da lunedì, in seguito ad uno sfratto esecutivo per morosità, dovranno chiedere asilo al parroco, sperando ci sia posto per loro.
È da un anno, infatti, che non pagano l’affitto, non perché non vogliono ma soltanto perché non possono. Non hanno un lavoro, né una pensione, nonostante la loro evidente disabilità (sono entrambi affetti da una grave obesità che non gli consente di poter vivere una vita “normale”). In realtà un lavoro ce lo avevano; gestivano un mercatino dell’usato a Galatina, insieme ad una donna di origini brasiliane poi rivelatasi la loro arpia. La stessa che, dopo essersi fatto intestare la titolarità del negozio, li ha messi alla porta dandogli il benservito. A nulla sono valsi i loro tentativi di rientrare in possesso del maltolto adendo le vie legali. “Abbiamo venduto la casa dei nostri genitori per far fronte ai nostri debiti. E, con quel poco rimastoci, abbiamo messo su un negozio …”, ci raccontano. Poi l’epilogo è noto.
Della loro condizione si sono interessate, per un certo tempo, anche le istituzioni locali. Interpellata, l’assessore ai Servizi Sociali e vice Sindaco, Lucia Caretto, ha riferito: “Il caso in questione è da tempo attenzionato dai Servizi Sociali, con interventi compatibili con le disponibilità del bilancio comunale”. Poi l’assessore chiarisce che ad oggi non ci sono beni comunali da adibire a “case parcheggio” ma che è intenzione dell’Amministrazione provvedere in tempi brevi a colmare questa lacuna, così da potersi permettere di accogliere e soddisfare le numerose richieste sollevate dai cittadini che si trovano a fronteggiare l’emergenza abitativa in considerazione del fatto che l’ex IACP è ormai da molti anni che non provvede alla costruzione di alloggi da destinare a persone bisognose. Peraltro i fratelli in questione non sono gli unici a rivolgersi al Comune per questo problema. A Trepuzzi sarebbero in molti e, presto o tardi, l’esigenza potrebbe diventare una vera e propria emergenza sociale. Intanto per i due fratelli si spera vi sia una soluzione – seppur momentanea – presso i locali parrocchiali. Nella speranza che, in paese, si prenda a cuore il loro disagio e, chi può, si renda utile a sovvenire alle loro necessità.