Aradeo (Le) – Seconda presentazione de “L’osceno del villaggio”, ultima fatica letteraria di Paolo Vincenti, edito dalla giovane casa editrice argoMENTI. Si tratta di una miscellanea, cioè una raccolta di articoli, apparsi negli ultimi due anni a firma dell’autore su alcune testate on line e ora riuniti in un volume, impreziosito dalla copertina e dalle vignette di Melanton (Antonio Mele), noto disegnatore italiano.
La penna dell’autore prende di mira le oscenità dell’oggi, i guasti e le storture del mondo della comunicazione e ancor di più della politica italiana. Lo fa con un tratto lieve, con brio e un velato cinismo, a volte condendo i pezzi con humor e arguzie creative.
“L’osceno del villaggio” sarà presentato martedi 17 maggio alle ore 19.30 presso la Biblioteca Comunale di Aradeo. A dialogare con l’autore saranno Michele Bovino, bibliotecario e artista, e Antonio Soleti, giornalista ed editore. Intermezzi musicali a cura di Michele Bovino (chitarra), Gabriella Di Nola (violino) e Francesco Bove (fisarmonica).
“Rabdomante di parole sorgive – quelle che servono per umettare appena la mente e il cuore, lasciando a chi legge ogni libero variabile completamento con le proprie modulazioni sentimentali – è Paolo Vincenti. Egli ha il pregio non comune di attrarre alla sua scrittura e alle sue folgoranti ispirazioni, chiunque vi si accosti, per volere o per caso, producendo un’istintuale commistione di emotività, curiosità e sapere, e rilasciando infine, tramite l’incanto delle parole, un senso quasi tattile di arricchimento e rigenerazione. Una dovizia offerta a piene mani, generosa e sincera.
«La sperimentazione continua, forse un’ansia sempre insoddisfatta» – rivela Paolo – «mi portano a scrivere testi molto diversi fra loro, e rendono difficile riunire materiali eterogenei in una raccolta che abbia caratteri di organicità, unicità, completezza».
Mi permetto di dissentire. Proprio nella diversità ed eterogeneità io trovo, invece, una sorta di affascinante (e assai colto) fil rouge, che lega solidamente quei preziosi e pur dissimili appunti, osservazioni, riflessioni, arguzie o note di costume, elevandoli da misurati ‘frammenti’ a corposi ‘sentimenti’ di vita, in un’organica ed elevatissima testimonianza esistenziale-umanistica. Lo registra ampiamente questo libro perfetto (dal pregnante e caustico titolo L’osceno del villaggio), che a buon diritto si pone accanto alle opere migliori di altri autorevoli saggisti, scrittori e maestri di letteratura o di giornalismo moderno.
In più c’è la musica.
È l’altro fil rouge che collega e perfeziona le variegate proposizioni di Paolo Vincenti, sempre o quasi introdotte dai versi di un cantautore dei suoi preferiti (Dalla, Vasco Rossi, Paolo Conte, Venditti, Vecchioni, Jovanotti, Bennato…). Non un semplice vezzo, bensì una motivazione aggiuntiva – quando non perfino ispiratrice – per meglio e più consistentemente avviare e sviluppare le proprie tematiche, tanto da considerarla «…una compagna di viaggio preziosa per me da una vita, al pari della letteratura».Ben oltre i contesti specifici (in qualcuno entreremo a curiosare volentieri più avanti), emerge decisa, e quasi prepotente, la sensibilità di Vincenti per fatti di cronaca non effimeri né banali; o per storie di vita agra che rilasciano tracce di amara dolcezza; ma anche per eventi che sommuovono la coscienza e partecipazione civile, in un’analisi energicamente espressa e utilmente partecipata, trasfondendo i propri umori, sentimenti, rabbie, speranze o ragioni al proprio lettore: il quale, come nel classico concetto espresso da Indro Montanelli, è per chi scrive il vero compagno e giudice ultimo.”
(Dalla Prefazione di Antonio Mele “Melanton”)