Trepuzzi (Le) – Si è celebrata ieri, a Trepuzzi, la decima edizione del Premio Giornalistico “Maurizio Rampino”. Ospite d’eccezione il conduttore di Ballarò, Massimo Giannini, che ha ritirato il Premio “Maurizio Rampino alla carriera”, un importante riconoscimento dedicato al giovane cronista prematuramente scomparso il 14 giugno 2006. Nel corso della cerimonia, sono stati assegnati i premi per i migliori articoli, servizi e reportage editi ed inediti sul tema “Il diverso tra noi. Rispetto e disprezzo, accoglienza e intolleranza: le mille sfumature della ‘cultura occidentale'”.
Ad aprire l’evento, condotto dal giornalista Pierpaolo Lala, i saluti istituzionali del sindaco Oronzo Valzano: “Maurizio era un giornalista rigoroso ed onesto, attento alle ragioni dei più deboli, amante della sua terra e dell’ambiente, per cui condusse tante battaglie. Una persona vera, insomma, sempre presente nei momenti topici del dibattito politico e culturale che hanno caratterizzato nel tempo la vita della nostra comunità. Spesso in dissonanza con il sentire comune, contribuiva al dibattito con idee mai banali o preconcette, ma sempre comunque schierato. Confronti politici che hanno sempre aggiunto qualcosa di interessante al dibattito nella città. Sarebbe contento – ha concluso poi Valzano – di tanta presenza; ma sarebbe contento e soddisfatto anche per l’argomento proposto per il concorso giornalistico a lui dedicato”.
Il Premio giornalistico Maurizio Rampino è stato organizzato e promosso dal Comune di Trepuzzi e dall’Associazione “Amici di Maurizio” in collaborazione con La Gazzetta del Mezzogiorno, con il sostegno dell’Ordine nazionale e regionale dei Giornalisti e con il patrocinio di Regione Puglia, Coldiretti Lecce, GAL Valle Della Cupa, Unione dei Comuni del Nord Salento.
Per l’occasione, Paisemiu ha anche raccolto la testimonianza di una voce che, come lui stesso ha voluto sottolineare, si definisce fuori dal coro, soprattutto in un momento storico particolare, per Trepuzzi, qual è quello della campagna elettorale. Si tratta di Nandu Popu (Fernando Blasi), cittadino onorario del Comune Nord Salentino, voce dei Sud Sound System e che ieri non era fisicamente presente alla commemorazione dell’amico Maurizio Rampino ma che non ha rinunciato ad affidarci le sue impressioni, emozioni, ricordi …
“Il 14 giugno saranno trascorsi 10 anni senza Maurizio Rampino – ci dice Nando -. Per molti un giornalista, per altri un amico, per me un fratello più grande, a cui devo tantissimo come uomo e come cantante. Ho imparato molto da lui, era un mio vicino di casa e mi ha preso per mano da che avevo 16 anni per insegnarmi tante cose del mondo ed illuminarmi su tanti meccanismi di un paese di provincia, il suo che era anche il mio.
Maurizio è stato un grande uomo, mi ha iniziato anche alla scrittura giornalistica, per quanto poi il mio futuro sia stato diverso dalle aspettative iniziali. Da lui ho appreso il valore della partecipazione. Ricordo ancora, nel lontano 1987, quando mi portò con sé al campeggio di Cerano, insegnandomi quanto sia importante partecipare e metterci la faccia … Mi insegnò pure il senso dell’appartenenza e quanto sia importante possedere una propria identità sociale e politica, senza per questo dileggiare o gettare fango sulle fazioni opposte con cui, lui, intesseva relazioni professionali, chiamato com’era a raccontare i fatti, fare sintesi ed ascoltare tutti, indistintamente.
Una condotta che non riguardava solo il suo mondo, ma pure il mio, quello dello spettacolo… Anche un cantante come me non doveva esimersi da questi obblighi e, lo dico oggi senza tema di smentita, i suoi consigli sono ancora validi.
Con lui ho fatto molte esperienze … Nel 1997, quando il giornale con cui collaborava lo mise alla porta, decise di formare un giornale locale, lo chiamò “Numero Zero“, prima di essere chiamato prima a L’Ora del Salento, il settimanale diocesano della Diocesi di Lecce e, successivamente, a La Gazzetta del Mezzogiorno.
Numero Zero si occupava di Trepuzzi e lui mi portava in giro per le strade del paese raccontando, poi, ciò di cui eravamo stati testimoni oculari: dal dissesto stradale al funzionamento della nettezza urbana. Attraverso la partecipazione ai Consigli Comunali, poi, sempre grazie a lui, ho appreso come decodificare il linguaggio dei vari teatrini politici.
Aveva molti amici, Maurizio. Ma pure tanti nemici. Sono ancora vividi, nella mia memoria, i ricordi delle serate in cui si tirava a far tardi per giocare, chiacchierare fra persone di svariata estrazione sociale e politica. Ecco, Maurizio mi ha insegnato a sapere trattare con tutti, sia con la brava gente sia con chi bisognava comunque evitare o tenere a debita distanza. Azzardo un paragone, seppur con le dovute differenze: ai miei occhi Maurizio è stato come Gesù, ha saputo accogliere e dialogare tutti, senza alcuna discriminazione sociale. Maurizio è stato come Gesù e, forse come lui, troppo giovane ha conosciuto la Croce e la morte. Ma, in chiunque lo ha incontrato ha lasciato un ricordo nel cuore, indelebile, e tanti, tantissimi insegnamenti … Ciao Maurizio”.