Lecce – Un Pasquale Padalino voglioso di far bene si è presentato oggi nel suo primo giorno da allenatore del Lecce. “Mi perdonerete per l’emozione. Non perché sia la prima presentazione ma perché mi trovo a presentarmi e a dover ringraziare per la fiducia queste persone che conoscete sicuramente meglio di me e che rappresentano la nostra società. Il Direttore Sportivo che è una componente importante, chi indirettamente ha potuto spendere una parola positivo per il sottoscritto.
Ringrazio tutte le persone che hanno avuto verso di me attestazioni di stima, anche quelle che non conosco, e credo ci siano tutti i presupposti per iniziare un percorso che ci vede legati per due anni sintomo di una programmazione già iniziata l’anno scorso e che ci vuol vedere partecipi di un obiettivo da raggiungere nel breve, medio o lungo termine verso un traguardo che tutti auspichiamo. È fondamentale che ci sia da parte di tutti una partecipazione assidua nel rispetto dei ruoli. Lecce non nasce oggi come tifosi, stampa e società e non mi sento di dare lezioni ma faccio un richiamo ai presupposti per poter iniziare nella massima trasparenza e fiducia un percorso che si svilupperà nel tempo. Ho avuto un trascorso qui a Lecce e al di là della parentesi sportiva non brillante, questa è stata una città per il mio percorso di crescita anche perché la popolazione, quando ero giovane, mi ha fatto sentire a casa non facendomi accusare il distacco dalle mie origini. Il nostro impegno e la dedizione al lavoro è l’unica cosa che mi sento di poter promettere. Non posso assicurare altro se non impegno e abnegazione: su questo garantisco io”.
La chance di Lecce può segnare un cambio netto nella carriera dell’ex allenatore di Foggia, Nocerina e Matera: “Questa è l’occasione che forse aspettavo e che in cuor mio nutrivo e alimentavo perché in questa categoria Lecce ha, senza nulla togliere agli altri, una posizione di vertice e per me che ci sono stato da calciatore può essere un modo per ricambiare l’affetto e la stima come da calciatore non sono riuscito a fare dal punto di vista sportivo. Questa è una piazza importantissima per un allenatore che ha un’esperienza non ventennale ma abbastanza ristretta. Non sono comunque partito dal nulla, ho avuto maestri importanti e una crescita graduale quindi da questo punto di vista la gavetta l’ho fatta e spero di continuare a migliorarmi in una città che so che si aspetta quanto meno un percorso di un certo tipo.
Sono convinto che i risultati arrivano attraverso una espressione di gioco che non è l’unica che porta risultati. Questa è la mia visione ma non disdegno, quando serve, dall’essere un po’ meno bello per portare risultati. Credo che alla lunga di una squadra si ricordano i risultati. Se possibile voglio coniugare gioco e risultati”.
L’anno scorso Padalino ha battuto il Lecce di Braglia con il Matera, compromettendo irrimediabilmente le chance promozione: “Non mi sento responsabile dell’interruzione della striscia positiva del Lecce perché sarebbe ingiusto per chi mi ha preceduto. Ho espresso quello che era giusto esprimere in quel momento. Mi è dispiaciuto ma è stato il destino di tutte le grandi. Questo dimostra che sono un professionista anche di fronte ai sentimenti che mi legano ad una città o ad un’altra. Ora voglio accelerare e i due anni hanno un significato importante e noi auspichiamo che tutto avvenga in maniera veloce e se riusciamo a dare un inizio felice in un tempo ristretto per noi sarebbe oro colato e non vediamo l’ora di ripartire.
Ho firmato ieri nel tardo pomeriggio, mi sarebbe piaciuto firmare prima come prospettato da alcuni siti e non ho avuto il tempo di valutare i calciatori. Questo discorso sarà iniziato oggi con il Direttore per individuare i giocatori che potranno essere utili alla nostra causa. Abbiamo iniziato un certo discorso ma dobbiamo essere talmente bravi da non farci travolgere dall’entusiasmo. Abbiamo buttato delle impressioni personali ma sono questioni che non si possono affrontare in due o tre ore. Con il Direttore Sportivo dobbiamo conoscerci e individuare i giocatori più funzionali. Dire qualcosa adesso significherebbe mentire non è il caso”.
E sul futuro: “L’anno scorso c’era una squadra top e mi piacerebbe allenare tutti. Qualsiasi allenatore risponderebbe che il Lecce era una corazzata per la Lega Pro e dire il contrario sarebbe una falsità. Gioventù ed esperienza contano entrambi. Una squadra giovane ha bisogno di un lavoro di un certo tipo. Tanti calciatori preferiscono giocarsi una panchina in una categoria superiore e non mettersi alla prova in Lega Pro. Quando giocavo io serviva andare a fare le ossa perché formava. Ora la Lega Pro è denigrata ma è qualcosa che va cambiata. Fossi un procuratore un mio giovane lo manderei a Lecce. Come si fa a rifiutare una piazza come Lecce? Serve però un lungo lavoro per agevolare l’integrazione. Non ci sono molti casi come Donnarumma del Milan. L’esperienza, lo posso testimoniare, conta al pari della carica di un giovane.
Per lo staff credo sia giusto ufficializzarlo quando sarà formalizzato. Il nostro team manager è partito per valutare le varie località per il ritiro. Le date non le abbiamo decise ma credo che partiremo tra il 7 e il 10 di luglio. Ci sono dei calciatori del Matera che mi piacciono e dentro di me ho delle certezza. Senza offesa per il Matera parliamo di Lecce ed è fondamentale sapere che chi viene qui deve calarsi in un’altra mentalità. Chi viene deve capire che qui la maglia pesa e chi viene qui deve avviare un discorso senza se e senza ma”.
In conclusione, prima di parlare dei mentori tecnici, il trainer si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Voglio chiarire un’altra cosa: il Lecce non è stata in concorrenza con nessuna altra squadra. Voglio che lo sappiate voi e la gente. Ho letto alcune cose e volevo rispondere a chi possa avere qualche dubbio sulla vicenda del Foggia. Col Direttore Sportivo ho un rapporto non di amicizia ma di grande stima. Mi ha chiamato domenica e per me da quel momento non c’era bisogno di firmare: era fatta. Il resto lasciamolo a chi scrive gratuitamente in maniera disinteressata o interessata. Il nuovo regolamento dei playoff alza le ambizioni di tutti. Le società si danno un obiettivo e non credo che tutti abbiano le possibilità di ambire alla B. Poi è chiaro che ci possono essere delle sorprese ma, come successo a Matera, la squadra non era costruita per il primo posto come Lecce, Foggia e Benevento. Il fatto di allargare dà possibilità ed aumenta il coinvolgimento ma penso che verso l’alto o il basso saranno sempre quelle. Sarà un campionato più lungo e l’aspetto fisico secondo me è fondamentale in tutte le categorie e saremo attenti su quella che sarà la tenuta atletica. Credo che interessi poco ai tifosi del Lecce sapere che problemi ha avuto il Matera dopo Lecce, è stata una lunga rincorsa e non abbiamo gestito bene le risorse psicofisiche. Il modulo? È relativo: sono i principi del gioco del calcio a fare la differenza. Dobbiamo conoscere l’assetto dei calciatori che sono sotto contratto e in base a quello svilupperemo un’idea di gioco definitiva. Prima di occuparmi del settore giovanile devo pensare alla prima squadra che in questo momento è la priorità. Per me conta molto avere alle spalle un responsabile del settore giovanile che possa seguire le esigenze della prima squadra perché anche da questo punto di vista si può prendere il meglio. Oggi la priorità è un’altra. I giocatori in cerca di riscatto? Credo che possano essere una risorsa ma non deve essere una voglia momentanea. All’inizio di spendono parole di euforia ma è nelle difficoltà che si vedono i fatti. Non voglio mai trovarmi a dover rinfacciare ad un calciatore le sue parole e gradirei un rapporto schietto e diretto tra persone che condividono la linea della società non solo con le belle parole ma con i fatti. Moscardelli? La storia parla per lui ma in questo momento è un calciatore che è stato con il Lecce e anche per lui sarà fatta una valutazione tenendo in considerazione anche la sua volontà. Sarà preso in considerazione Moscardelli come Lepore che ha rinnovato il contratto e da questo punto di vista non lasceremo niente al caso. Io ho giocato al Via del Mare anche da avversario. Ho visto le partite con Bassano e Foggia e lo stadio parla da sè. Non serve una mia conferma, la tifoseria del Lecce parla da sè per il calore e la maturità. Tra gli allenatori quello che mi ha insegnato di più è stato Ventura che mi ha dato tantissimo. La bravura di un allenatore è quella poi di carpire dei segreti senza scimmiottare. Da calciatore ho preso molto ma non tutto da Zeman, lo stesso da Trapattoni, Malesani, Ranieri, Fascetti. Ognuno di loro mi ha dato qualcosa. Le uniche C che vogliamo sentire sono quelle del Lecce”