Venezia – Una storia di riscatto, accoglienza e integrazione è stata premiata questa mattina alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Una storia che aveva già conquistato la propria vittoria personale, quella che va oltre l’autorevole riconoscimento pubblico. A vincere è stata, infatti, la volontà di spendersi in qualcosa che non fosse solo accoglienza intesa come riparo, ma accoglienza come integrazione, con la forte consapevolezza che i numerosi rifugiati che approdano in cerca di salvezza, hanno, ancor più forte della necessità di un riparo, un bisogno di sentire riconosciuta la dignità di esseri umani che è stata loro calpestata.
La partecipazione del corto realizzato dal regista Alessandro Valenti, e scritto in collaborazione con Matteo Chiarello, era stata annunciata lo scorso 1 Settembre, durante la conferenza stampa presso “Casa Francesco” a Novoli, struttura di accoglienza gestita da Stefania Gualtieri per la fondazione ONG Emmanuel per le Migrazioni e il Sud del Mondo. Qui era anche stata resa nota la collaborazione di Valenti, già volontario presso la fondazione, con la casa di produzione “Saietta”, appartenente al regista Edoardo Winspeare, per la realizzazione del progetto.
Le premesse c’erano tutte, e già dal backstage presentato al pubblico, durante la conferenza stampa, si intravedeva l’enorme potenziale, che questa mattina, non è sfuggito alla giuria facente parte del premio “MigrArti”. Giuria d’eccezione composta dal regista Ferzan Özpetek, dal sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, dal critico cinematografico Enrico Magrelli e da Mauro Valeri. Il corto, della durata di 15 minuti, intitolato “Babbo Natale”, racconta la storia di due bambini africani che sbarcano nel Salento in cerca di una vita migliore. Una volta a terra, lo strano incontro con un personaggio vestito da Babbo Natale, attraverso il quale i bambini scoprono l’occidente e la sua favola oscura. Un incontro, dunque, con una sorta di “buon samaritano”alternativo, è infatti un raver alterato da sostanze che si traveste per guardarsi in un altro modo. Completamente dimentico di sé aiuta i due profughi, riuscendo a scoprire di possedere una sorta di grazia.
Il premio della categoria “MigrArti” è stato vinto ex aequo, oltre che da Valenti, anche da Luca Lepone con il suo “Amira”.
Un emozionato Valenti, ha avuto poi modo di ringraziare quanti, insieme a lui hanno reso possibile questo successo: “Un grazie per la mia esperienza alla comunità Emmanuel, insieme a Stefania Gualtieri sognavamo di fare qualcosa di grande insieme a questi ragazzi. Un ringraziamento a Matteo Chiarello che ha seguito la parte produttiva e scritto insieme a me il corto. Ringrazio Edoardo Winspeare e Saietta che hanno creduto molto in questo progetto. Ed è grazie a tutti loro che siamo riusciti a realizzare un vero e proprio sogno, che ci ha portato a vincere questo prestigioso premio”.