Che dire di Annalisa Bari? In prima battuta, che nonostante l’età – ha da poco superato i settanta anni – conserva giovanili lo spirito e il portamento, dove l’aplomb è quello di una gran signora, evoluta e progressista. Decisamente moderna ed al passo con i tempi, e questo non solo perché è una donna di cultura, ma anche perché è profondamente amante della vita: una certa vita, che sotto molti aspetti si potrebbe inquadrare con il tipo lussuoso. La definirei un’avventuriera dell’anima, infatti.
Ciò traspare dalle sue numerose pubblicazioni, in cui il momento autobiografico è ridotto al lumicino. Una professionista della narrativa, col piacere di vivere storie lontane dal suo vissuto, nel tempo e nello spazio. Una sorta di evasione, questa? Una fuga dalla realtà che la circonda? Giammai! Pura curiosità invece, voglia di far percorrere alla sua anima sentieri sconosciuti, dove la meraviglia la fa da padrona: peculiarità che si riscontrano poco tra i giovani scrittori salentini e che, ovviamente, la distingue.
Fantasia e creatività costellano la vita di Annalisa che ama, sin da bambina, raccontare storie con la penna, il suo strumento preferito, per esprimere la sua voglia di guardare lontano, la sua essenza variopinta e mai scontata.
Nelle relazioni parrebbe una persona semplice. In effetti, il suo dire è per tutti, ma dietro questo si nascondono le profondità di un animo ricco, sensibile, capace di accogliere, con volo di farfalla, le profondità dell’esistenza.
È, tra le scrittrici salentine, quella amata nei salotti buoni della provincia, anche se la sua notorietà va al di là, soprattutto nel nord Salento, in particolar modo a Campi Salentina, dove risiede abitualmente. In ogni caso, il suo stile di porsi al pubblico e a chi non la conosce, appare pieno di charme e senza grandi clamori. Va per la sua strada, Annalisa. E questa, non sono tanto la notorietà e la mondanità, quanto piuttosto la creazione letteraria in sé, il mondo dei suoi personaggi, dei suoi scenari, che dipinge con maestria e raffinatezza. Caratteristica dei suoi racconti sono infatti, il ritmo, ben scandito, la partitura equilibrata, senza sconfinamenti fuor di proposito. È un piacere leggere i racconti e i romanzi di Annalisa: l’animo s’acqueta.
Nonostante le mie numerose escursioni letterarie, in presentazioni ed eventi, in terra salentina, non conoscevo Annalisa: le nostre vite da scrittori non si sono mai incrociate. Ma qualche giorno fa, mi è stata segnalata da Antonio Soleti, direttore di Paisemiu, premettendomi che nel mio entourage relazionale non poteva mancare lei, Annalisa Bari. Da qui, un caffè a casa sua, sufficiente per comprendere la caratura di scrittrice, che a me pare di primissimo piano. D’altro canto è accreditata anche presso case editrici di rilievo nazionale, come Bompiani. Ma c’è di più. Di lei m’ha colpito la sua capacità di vivere e scrivere storie ambientate non solo nel Salento, ma anche in contesti nazionali ed europei.
L’apertura internazionale di Annalisa mi ha fatto riflettere sul mio meridionalismo, che dopo il suo incontro, trovo un po’ troppo circoscritto ad una osservazione storiografica sotto certi aspetti miope e poco al passo con i tempi della globalità. E forse m’ha colpito la cosmopolità di Annalisa?
Numerose le sue pubblicazioni da segnalare. Comincia a scrivere in maniera continuativa a partire dai primissimi anni del 2000. Da allora periodicamente, quasi ogni due anni, appare sul mercato un suo lavoro. In ogni caso, lei non ha rimosso dal cuore, il quinto, Mercanti dell’anima, del 2007, che giudica il suo capolavoro, e naturalmente il secondo, un romanzo, Diamanti e ciliegie, del 2003, di cui conserva ancora e accuratamente gli aromi e i profumi.