Il Porporato in Cattedrale ha chiuso il Sinodo diocesano dei giovani. Mons. D’Ambrosio: “Inizia per la Chiesa di Lecce una nuova stagione all’insegna del dialogo e dell’incontro”
Lecce – “Un Sinodo dei giovani, con e per tutti i giovani, nessuno escluso, nel quale vi è stato chiesto di diventare protagonisti del cammino della vostra Chiesa locale”. Con queste parole il Card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha voluto salutare all’inizio della sua omelia i tanti ragazzi giunti nella Cattedrale di Lecce per concludere il Sinodo diocesano da loro vissuto e a loro dedicato.
Agganciando la sua riflessione alle letture del giorno, memoria di San Giuseppe lavoratore, in particolare al racconto della creazione dell’uomo, il Cardinale, citando anche l’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, ha voluto elogiare la sensibilità ecologica dei giovani di oggi: “La Bibbia – ha spiegato il Cardinale nell’omelia – non incoraggia affatto l’asservimento della terra all’uomo, come qualcuno ha erroneamente interpretato. Il suo dominio sulla terra, in quanto esercitato ad immagine di Dio, non è ‘contro’ ma ‘per’ la vita del creato: non è un dominio arbitrario e distruttivo, ma rispettoso e provvidente. In altre parole, più che un dominio, è una custodia del creato, che è e resta proprietà esclusiva di Dio”.
“Sarebbe bello – ha proseguito il Porporato rivolgendosi soprattutto ai protagonisti del cammino sinodale leccese – se uno dei frutti di questo Sinodo dei giovani fosse l’impegno a promuovere qui, in questa vostra bellissima terra, una nuova e coraggiosa cultura dell’ambiente, combattendo la mentalità consumistica dilagante e riscoprendo il rapporto con la natura sul modello di San Francesco d’Assisi”.
Poi, nel continuare la sua meditazione sul testo della Genesi proposto dalla liturgia e facendo riferimento al Sinodo sulla famiglia concluso lo scorso anno, il segretario generale dell’Assemblea sinodale dei vescovi ha affidato ai giovani di Lecce: “Vi affido un ultimo impegno – ha detto il Cardinale Baldisseri – al termine di questo Sinodo dei giovani. L’impegno a rispettare la donna, riconoscendo la sua pari dignità e a vivere le relazioni affettive con rispetto, delicatezza, attenzione all’altro”. “Il nostro mondo – ha aggiunto -, come la cronaca di questi giorni ci mostra continuamente, sembra aver dimenticato che cos’è l’amore: ci sentiamo prigionieri di una morsa di odio, di violenza, di ingiustizia. Cari giovani, riportate l’amore nella nostra società! Incendiate le nostre città con la forza di una ritrovata capacità di donazione!”.
Infine, rivolgendosi a tutta la comunità diocesana, ha concluso: “Dobbiamo riconoscere che noi adulti, anche credenti e anche pastori d’anime, , ci siamo spesso mostrati distratti di fronte al potenziale immenso dei giovani. Come Chiesa – ha raccomandato il Cardinale – siamo chiamati a mettere i giovani al centro, a farli parlare anche quando ci criticano, ad ascoltarli con pazienza e attenzione. Solo così potremo ‘ringiovanire’ le nostre comunità, che appaiono sempre più stanche e ‘invecchiate’”.
Sentiti i ringraziamenti dell’Arcivescovo Domenico D’Ambrosio al Cardinale giunto a Lecce portando con sé anche il saluto e la benedizione di Papa Francesco: “Il lavoro di questi quattro anni – ha riferito al Porporato – ha mirato a creare uno spazio di dialogo, di confronto, di ascolto dove potessero risuonare le voci, le sensibilità, la fede, i dubbi, le critiche dei giovani, la fascia più assente dalla vita delle nostre comunità e dalla Chiesa. Ci siamo interrogati, abbiamo tentato di dare qualche risposta a questa vistosa assenza: solo nostre responsabilità, inadempienze? C’è da aggiungere di sicuro una reale fatica di linguaggio ma anche l’uso di ‘occhiali inadeguati’ per vedere ed entrare nel pianeta giovani”.
“La grande ed entusiasmante esperienza del Sinodo – ha auspicato in conclusione l’Arcivescovo di Lecce – ne siamo fermamente convinti, da quanto in questi anni abbiamo vissuto e sperimentato, diventerà va- lido supporto per una novità di dialogo, di incontro, di accoglienza, di sensibilità e di ascolto dei giovani”.