Trepuzzi, Alfonso Rampino lascia il PD ed aderisce ad Articolo 1: “Da tempo il partito di Renzi non mi rappresenta più”

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Trepuzzi (Le) – Non sembra voler conoscere alcuna battuta di arresto la fuga che vede protagonisti diversi esponenti politici (nazionali e locali) nel Partito Democratico. Ora è la volta di Alfonso Rampino, ex consigliere a Palazzo dei Celestini e dirigente provinciale del partito di Matteo Renzi.
Con una lettera resa nota agli organi di stampa, Rampino ha annunciato di voler lasciare il Partito Democratico e, contestualmente, aderire ad “Articolo 1”, il Movimento democratico e progressista nato il 25 febbraio scorso e che vede in prima linea personaggi di spicco della politica italiana di sinistra come Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Enrico Rossi, Roberto Speranza, Guglielmo Epifani e molti altri ancora.

“Da tempo ormai il percorso intrapreso dal Partito Democratico, guidato da Matteo Renzi, non mi rappresenta più – scrive Alfonso RampinoIl Pd che vedo oggi è distante anni luce dalla mia idea di partito aperto e plurale, quello per il quale mi sono sempre impegnato e battuto. Per questo non posso che ritenere conclusa la mia esperienza in questo soggetto politico che troppo spesso ha disatteso le ragioni e i principi ispiratori alla base della sua nascita.

Quello che era nato per essere il più grande partito di sinistra, sintesi perfetta di diverse culture, luogo in cui ci si confrontava, si elaboravano idee e sviluppavano nuove visioni, ha subito negli ultimi tempi una profonda metamorfosi, perdendo di fatto la sua connotazione originaria.

Alfonso Rampino

Nonostante tutto ho continuato a lavorare con impegno e dedizione sperando fino all’ultimo che il PD potesse tornare ad essere la casa di tutti, ma i metodi e i modi utilizzati dalla segreteria nazionale mi costringono oggi a compiere una scelta che – ci tengo a sottolinearlo – è frutto di un’attenta e travagliata riflessione.

Per me il partito è, e deve essere prima di tutto al servizio degli altri. Oggi purtroppo non è più così. Quando una forza politica diventa il partito dell’uomo solo al comando, un partito-votificio fatto solo di yes-man, perde di credibilità. E il PD oggi è questo.

Preferisco pertanto chiudere questo capitolo della mia vita e intraprendere un’altra strada. Agli amici che restano auguro buon lavoro. Personalmente continuerò a portare avanti il mio impegno politico e lo farò aderendo ad Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista, schierato dalla parte dei più deboli, attento al mondo del lavoro e del sociale”