Lecce – Continuano i nostri incontri con i candidati a Sindaco di Lecce, per conoscerli meglio e sentire dalla loro viva voce qual è l’idea di governo della città capoluogo che, domenica 11 giugno, sarà interessata dalle elezioni amministrative per eleggere il successore di Paolo Perrone.
Oggi è la volta di Matteo Centonze, Casa Pound.
Quale il vostro programma politico e quali i principali obiettivi, in una città che sicuramente ha bisogno di un forte cambiamento?
Abbiamo incentrato il nostro programma su quelle che riteniamo essere le emergenze che attanagliano Lecce: garantire il diritto alla casa per tutti i leccesi, accorciare il divario fra il centro, le periferie e le marine, favorire la vivibilità della città alle fasce più deboli, rendere Lecce una città sicura e accogliente, promuovere l’artigianato locale come volano dell’economia cittadina.
Lo slogan di CasaPound è DIFENDERE LECCE. Da cosa dovrebbe essere difesa?
Da chi non la ama, da chi gestisce la “cosa pubblica” come bene privato, da chi parla d’integrazione ma crea una città dormitorio per sfruttare, in vari modi, l’emigrazione di massa, dai frequentatori dei salotti buoni che si riversano nelle periferie solo in occasione delle elezioni, con l’atteggiamento del visitatore dello zoo. Ecco, più che Difendere Lecce da qualcosa vogliamo Difendere Lecce da qualcuno.
Esistono zone della città fortemente degradate e messe in condizioni di inammissibile disagio. Peraltro alcune, oggi in forte crescita con l’apertura di locali commerciali, e che potrebbero incentivare anche la crescita del turismo nella città, versano in condizioni invivibili. Emergenza rifiuti, mobilità, sicurezza. Come pensa di far fronte a tali situazioni?
Con l’approccio che avrebbe un buon genitore vedendo i propri figli in difficoltà. Per risolvere i problemi bisogna conoscerli, viverli in prima persona, non farseli raccontare. Chi non vive le difficoltà quotidiane delle periferie può redigere piani di sviluppo, intercettare fondi comunitari, progettare una nuova città sulla carta senza mai realizzarla. Servono pragmatismo, concretezza, caparbietà, volontà nel raggiungere gli obiettivi prefissati e, soprattutto, serve coinvolgere la gente del quartiere, i cittadini che in quelle zone vivono, lavorano, studiano.
Crede che i cittadini leccesi siano stati messi da parte negli ultimi anni? Cosa pensa della situazione dei commercianti e come è cambiata Lecce da questo punto di vista?
Il tessuto sociale della città è logoro, sfatto, una coperta piena di toppe. Occorre ricucire questi strappi, in primo luogo quelli tra cittadini e istituzioni, invertire questa tendenza che vuole il Palazzo come roccaforte di nemici invisibili, ma permeanti nelle dinamiche politiche ed economiche della città: burocrazia, corruzione, mala politica. Il commercio è un indicatore chiaro dello stato di salute dell’economia cittadina, e vedere i negozi vuoti e gli iper mercati, sorti alle porte della città, sempre pieni, rende bene l’idea di una situazione insostenibile per molte attività commerciali leccesi.
Lecce è senza dubbio una città universitaria e CasaPound è la madre del Blocco Studentesco. Anche l’università del Salento ha subito forti ripercussioni e a pagarne le spese sono stati gli studenti. Mancano servizi adeguati, gli studenti lamentano tasse troppo elevate a fronte di ciò che l’Università offre, i trasporti urbani quasi inesistenti. In un connubio città – Università quali sono le idee che porta avanti e quali gli interventi che non possono attendere?
Come lei ben sostiene l’Unisalento ha diversi problemi, alcuni molto gravi e sui quali intervenire tempestivamente ma, a fronte di questo quadro per niente idilliaco, l’istituzione universitaria ha inteso agire in maniera prioritaria proprio contro il Blocco Studentesco. La nostra associazione, un sindacato degli studenti degno di questo nome, è stata esclusa con metodi e motivazioni che contestiamo aspramente e che sottoporremo al vaglio di altri, e alti, giudizi. Quando il Blocco Studentesco sarà riammesso a svolgere la propria funzione sociale e politica all’interno dell’ateneo salentino, potremo tornare a discutere delle proposte concrete per migliorare la qualità della vita degli studenti. Proposte che, in questi anni, sono state già avanzate, sostenute e attuate dai ragazzi del Blocco, incontrando il favore degli studenti espresso anche in sede elettorale.
Crede che la vecchia amministrazione avrebbe dovuto fare di più? E se sì cosa in particolare? Cosa ritiene di dover fare per la città che non è stato fatto finora? E con quale, degli altri candidati sindaco, vorrebbe avere un confronto individuale?
Se avessimo avuto un giudizio positivo sull’operato dell’ultima amministrazione non ci saremmo candidati. Scendiamo in campo con una squadra giovane e con idee chiare, precise, rivoluzionarie, per imporre un netto cambio di tendenza al modo di fare politica di chi ci ha preceduto. Non cerco confronti individuali con nessuno in particolare, mi confronto con tutti, senza alcuna preclusione, perché sono propenso a un dibattito che abbia sviluppi proficui per il bene di Lecce e dei leccesi.