Alessandria – ll Lecce domina, sogna e sfiora il ribaltone più volte ma alla fine a passare il turno è l’Alessandria ai calci di rigore. I Grigi beneficiano della prestazione maiuscola del portiere Vannucchi, che mantiene a galla i suoi con almeno quattro interventi decisivi, e sono più lucidi dei giallorossi dagli undici metri. Risultano fatali gli errori di Costa Ferreira al primo tiro dal dischetto e di Ciancio, che ha colpito il palo nel primo rigore a oltranza dopo la parata di Perucchini sul penalty di Sestu. Resta un profondo rammarico per la conduzione della partita: il numero delle occasioni ha sorriso ai salentini, respinti anche dalla traversa nei tempi supplementari.
Perucchini 7: Al contrario del dirimpettaio Vannucchi, non compie interventi difficili nei 120’ di gioco, rischiando soltanto su una percussione di Marras. Fa gridare di gioia l’intero popolo giallorosso quando manda fuori dallo specchio il rigore di Sestu. Non può nulla sul tiro chirurgico di Nicco.
Vitofrancesco 6,5: Diligenza difensiva sulla corsia a vendere e discreto carattere nelle folate offensive. L’ex Grosseto torna a giocare da titolare e non sbaglia un colpo, anche quando qualche volta rischia un po’ mantenendo il possesso durante le uscite difensive. Nel secondo tempo rallenta un po’ ma non perde l’attenzione necessaria a sventare ogni tipo di pericolo.
(45’+2’st Tsonev 6: Dà freschezza e gamba durante i tempi supplementari, quando sul campo regnano tensione e muscoli bloccati.)
Cosenza 7: Imperioso nella prima parte di partita, concede pochissimi centimetri a Bocalon, che rimane con zero tiri all’attivo. Pericoloso anche in proiezione offensiva, assicura una continuità di rendimento spaventosa anche nei periodi di maggior intensità alessandrina.
Giosa 6: Rischia un sacco quando valuta male un pallone teso e buca un intervento difensivo e concede spazio all’occasione poi non capitalizzata da Marras. Prima di questa sbavatura è autore, al pari di Cosenza, di una partita ai limiti della perfezione. Dove non ci arriva con le gambe ci mette il mestiere. Non subisce l’errore tecnico e riprende subito i binari giusti anche nei tempi supplementari.
Ciancio 6,5: E’ il principale propulsore dei primi attacchi giallorossi. Fa continuamente su e giù sulla fascia nella prima mezz’ora, quando il Lecce coglie occasioni a grappoli, soltanto l’applicazione di Celjak e qualche centimetro gli negano la gioia di un gol, che forse avrebbe meritato per impegno e spirito gregario donato alla causa nell’intera stagione. Poco da dire sul rigore, il primo a oltranza, mandato sul palo.
Costa Ferreira 5,5: Partecipa alla danza delle occasioni da gol sparando da fuori e tentando d’imbeccare i compagni con precisi assist. S’accende a intermittenza: paga forse una condizione fisica non perfetta. Spara in curva il primo calcio di rigore e complica irrimediabilmente la serie dal dischetto.
Arrigoni 6: Non va mai in affanno ma, titolo della sua stagione, non cerca quasi mai la giocata ad alti ritmi, limitandosi sempre al suggerimento semplice per non interrompere la trama di gioco. Dall’altra parte è encomiabile quando tesse e cuce nella propria trequarti per dare maggior tranquillità a Giosa e Cosenza.
Lepore 6,5: Fatica un po’ nel primo tempo, cerca di rompere il ghiaccio con un gran tiro da fuori dopo aver sfiorato il gol in scivolata, ma non ha fortuna. Sul piano dell’intensità il centrocampo del Lecce sovrasta quello dell’Alessandria e il moto perpetuo del capitano giallorosso ne è il simbolo. Ripartire da lui.
Pacilli 6,5: Geniale e sgusciante, orchestra tante occasioni da gol e mette a dura prova la difesa dell’Alessandria ad ogni azione personale. Esaltante quando scarta Manfrin in un fazzoletto prima di una palla tesa al centro. Preciso nei servizi ai compagni, sfortunato nelle conclusioni individuali.
(22’st Mancosu 6: Resterà indelebile il ricordo della traversa colpita nel secondo tempo supplementare. Dà quadratura e geometria al reparto mediano, allarga spesso il gioco in modo vincente e, quando si sgancia, rischia di regalare il gol che avrebbe capitalizzato un dominio meritato.
Caturano 6,5: La solita infinita smania di volersi creare occasioni da gol questa volta è più incisiva e sostanziosa. Il portiere avversario gli nega una gioia dopo un dribbling geniale al centro dell’area ed è una minaccia costante quando parte in progressione superata la metà campo.
Torromino 5,5: Inserito dall’inizio al posto di Doumbia per dare più sbocchi alle azioni d’attacco, resta ai margini delle idee della squadra. Tenta spesso di accentrarsi per poi esplodere il destro ma non trova la gloria, sfiorando soltanto il palo al 9’ della ripresa. Mancato l’appuntamento con la rete, si va spegnendo con il passare dei minuti.
(34’st Doumbia 5: Entra e getta al vento una delle tante occasioni per il vantaggio tirando sul portiere in uscita. L’episodio lo fa chiudere in sé stesso. Non sfrutta la velocità per squarciare l’equilibrio in campo.)
All. Rizzo 6: Nel primo tempo il Lecce imposta bene la contesa, tambureggia dalle parti di Vannucchi più volte e sfiora il gol del vantaggio con almeno tre nitide occasioni, costruite con maturità da azioni manovrate. La struttura difensiva regge: i pericoli occorsi arrivano soltanto da lontano o a seguito di piccole sbavature non sfruttate dagli avanti avversari. Il centrocampo giallorosso sovrasta quello dell’Alessandria e il vantaggio non arriva soltanto per il mancato cinismo sottoporta, variabile che spesso ha frenato la corsa del Lecce quest’anno, anche durante altre gestioni. Resta il rammarico per aver abbandonato il sogno promozione dopo una partita così. Si potrà ripartire da Rizzo?
Gli avversari: Alessandria
Vannucchi 8
Celjak 6,5
(12’sts Evacuo 6)
Gozzi 6
Sosa 6
Manfrin 5,5
(38’st Barlocco 6,5)
Marras 5,5
Mezavilla 6
Branca 6
Nicco 6,5
Gonzalez 5
(13’st Sestu 6,5)
Bocalon 5,5
All. Pillon 6,5