Lecce – Ultimo giorno di campagna elettorale. Forse la più emozionante degli ultimi anni. Alessandro Delli Noci, già assessore (poi dimessosi) nella Giunta Perrone, ora candidato a Sindaco di Lecce, dialoga con noi …
L’accessibilità alla cultura, ha detto, ha un ruolo fondamentale in una città come Lecce, sia per i residenti che per i turisti. D’altronde, negli ultimi anni stiamo assistendo ad un boom turistico che ha portato il Salento e quindi Lecce a diventare un marchio internazionale. Ma a Lecce mancano gli strumenti base e quindi tutti quei servizi che dovrebbero garantire un certo livello della qualità della vita per residenti e turisti. Se dovesse vincere queste elezioni, come intende fare fronte a questa problematica?
Lecce è una città che potrebbe tranquillamente vivere di turismo. È vero, i turisti arrivano ma non si fermano a lungo e soprattutto non ci ritornano. Questo perché in questi anni non vi è mai stata una programmazione e non sono mai stati coinvolti tutti gli attori che, a vari livelli, di turismo si occupano. Abbiamo un inestimabile patrimonio storico artistico ma occorre che quel patrimonio diventi un attrattore turistico e per farlo non bisogna soltanto pensare al restauro di quel patrimonio, fondamentale evidentemente, ma anche alla gestione e alla programmazione culturale di quei contenitori, per i turisti e per i leccesi. È nostra intenzione realizzare un Piano strategico per il turismo e la cultura, che metta in rete tutte le maggiori Istituzioni culturali, Conservatorio, Accademia di Belle Arti, Università, gli operatori culturali e turistici, la Curia e la Sovrintendenza perché arrivare a Lecce la sera d’estate e trovare le Chiese chiuse non è più possibile. Inoltre, non è possibile pensare ad un piano per la cultura e per il turismo slegato dal piano del commercio e da quello della mobilità. Nella nostra visione di Lecce Area Metropolitana, vale a dire l’unione di Lecce e i comuni limitrofi nel raggio di quindici chilometri, abbiamo pensato ad una rete delle aree archeologiche che colleghi, attraverso un efficiente trasporto pubblico e con biglietto unico, il Parco di Rudiae, il teatro e l’anfiteatro romano e le aree archeologiche di Roca e Cavallino per esempio. Il tutto per rendere fruibile il nostro inestimabile patrimonio culturale in maniera sinergica.
Lei vive quotidianamente nell’ambiente dell’Università del Salento. Il Palazzo Codacci Pisanelli tutto sembra fuorché un Palazzo della Cultura e gli studenti utilizzano l’edificio più per vagabondaggio che per studiare. È chiaro che anche qui ci sia bisogno di maggiore controllo?
La mia attività politica nasce in Università e nel mio programma il rapporto tra Comune e Università diventa strategico per lo sviluppo del territorio. Il Comune deve ritornare nel consiglio di amministrazione di questa importante Istituzione e avviare un dialogo che sia proficuo ed efficace. Nel caso del Codici Pisanelli, così come per i contenitori culturali di cui abbiamo parlato prima, bisogna fare in modo che questi non restino vuoti, ma che vivano del fermento culturale di questa città e dei suoi giovani. Non è solo un problema di controllo è piuttosto un problema di mancata programmazione culturale.
Inoltre alcune associazioni organizzano feste notturne in cui la musica è talmente forte che i residenti della zona si vedono costretti a cambiare le proprie abitudini o addirittura a subire, rimanendo inascoltati. L’intervento delle autorità è quasi sempre assente. Come è possibile che in una città civile come la nostra, esistano situazioni come queste che violano i diritti delle persone?
Bisogna fare in modo di rendere questa città una città vivibile per tutti, tutelando prima di tutto i residenti, in particolare di quelli che vivono in prossimità di locali o luoghi particolarmente frequentati la notte, e anche i commercianti. Abbiamo già avviato un confronto tra residenti e commercianti del centro storico per trovare insieme le soluzioni che possano soddisfare entrambe le categorie e che possano rendere Lecce una città pulita e decorosa. Il vero problema è l’assenza totale di regole. E a questo proveremo attraverso il dialogo a dare risposte concrete.
Altre problematiche che non possono essere dimenticate sono la povertà e la disoccupazione. Come intende contrastare la povertà e intervenire nella disoccupazione?
Occorre prima di tutto investire sui giovani, totalmente dimenticati da questa classe politica. Oltre il 20% dei giovani salentini, laureati nella maggior parte dei casi, decide anzi è costretto a lasciare la nostra città per mancanza di opportunità, cercando così fortuna altrove. Creeremo occasioni per i giovani soprattutto in ambito turistico, per esempio attraverso avvisi pubblici che, sulla scia di Bollenti Spiriti della Regione Puglia, mettano in circolo le idee migliori e la creatività per la realizzazione di servizi turistici innovativi. Per affrontare il problema annoso della povertà, potenzieremo da una parte i servizi di assistenza e cura per le persone inabili al lavoro, dall’altro svilupperemo progetti di inclusione sociale attiva che permettano a chi può lavorare di essere formato e svolgere un’attività, perché l’assistenzialismo, pur necessario in molti casi, non può essere la soluzione.
A fronte di quanto detto è chiaro che la vecchia Amministrazione ha lasciato molte situazioni in sospeso. Crede che negli ultimi vent’anni la città è stata trascurata?
Di certo si sarebbe dovuto e potuto fare molto di più. Negli ultimi dieci anni è mancata una visione di città, si è proceduto con interventi spot spesso slegati dal contesto e dalle esigenze. Qualche volta si è peccato di arroganza e superficialità, basti pensare alla mancata pubblicazione della graduatoria per gli alloggi popolari che ha lasciato 600 persone e le loro famiglie nella disperazione più totale.
Cosa pensa della nomina di Mauro Giliberti a candidato Sindaco del Centro Destra?
Penso sia stata una scelta di pochi subita da tanti. Mauro è un bravo giornalista ma non ha alcuna esperienza politica e non conosce, come ha più volte dimostrato, la macchina amministrativa. Dice di rappresentare la novità ma non dice di essere una “novità” che si regge sui voti e sulla politica del passato. La vera novità in città è rappresentata dal mio Movimento Civico, riformista, moderato e trasversale, il resto appartiene al vecchio.