Lecce – Ancora una volta si torna a parlare delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria pugliese, solo pochi giorni fa, infatti, si era registrato una feroce aggressione, da parte di un detenuto ai danni di un agente di polizia penitenziaria, un Assistente Capo 50enne, in servizio presso la Casa Circondariale di via delle Casermette a Foggia.
Questa volta invece, a pagare le spese di quella che sta diventando una situazione di emergenza, sono stati gli agenti del Carcere di Borgo San Nicola a Lecce. Secondo le prime ricostruzioni, nella serata di ieri, una detenuta della sezione femminile avrebbe dato fuoco alla propria cella. L’episodio ha destato non poche preoccupazioni agli operatori di Polizia Penitenziaria intervenuti, viste anche le difficili condizioni operative in cui si sono trovati costretti ad agire, per evitare gravi conseguenze alla detenuta e a tutta la struttura. Il bilancio parla di quattro agenti intossicati che hanno dovuto ricorrere al trattamento ospedaliero.
“Un episodio gravissimo – dichiara Pasquale Montesano, Segretario Generale Aggiunto dell’OSAPP – ed ora più che mai è giusto rendere note all’opinione pubblica, e non solo, le reali condizioni lavorative in cui versano gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria a fronte di un sovraffollamento delle infrastrutture penitenziarie che, solo numericamente attenuato rispetto ai decorsi annui, è comunque di ardua sopportazione in ragione delle gravissime carenze e responsabilità attribuibili all’attuale Ministro della Giustizia e vertici dell’Amministrazione Penitenziaria – che torna a ribadire Montesano – farebbero cosa buona e giusta se si dimettessero”.
Non solo, dopo i fatti di Foggia e di Lecce, l’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), ha inviato un esposto alla Corte Europea (CEDU), viste, si legge nella nota, “le condizioni di vivibilità nelle strutture e del sistema penitenziario fallimentare che vanno ad inficiare la sicurezza pubblica e del cittadino.”