Oramai è evidente, sotto gli occhi di tutti che a Lecce – ma anche in ambito regionale e nazionale – la politica ha cambiato il suo volto negli ultimi cinque anni. Oggi, si può facilmente affermare che siamo in piena Terza Repubblica. E come il fascismo, la Prima Repubblica, la Seconda Repubblica, anche la Terza Repubblica ha i suoi nostalgici e porta con sé, nelle fasi di cambiamento, confusione e sgomento, disorientamento e incredulità, infarcendo così le menti di chi fa fatica a seguire il nuovo corso e sovente si rifugia nel conservatorismo.
Mentre la Terza Repubblica avanza e si concretizza con forza, giorno dopo giorno, il tentativo di prendere coscienza di ciò che sta avvenendo, le qualità del nuovo corso, le curiosità si moltiplicano assieme all’inquietudine. Un frangente difficile quello di questo momento di passaggio, che tocca le corde più profonde di molti cittadini di tutte le età.
Ma a cosa stiamo assistendo in politica? Quello che si sta palesando, per molti pareva improbabile, anzi impossibile. Ed invece, no! In questi ultimi anni a Lecce abbiamo assistito ad un cambiamento importante, dove la svolta si è maturata col voltafaccia di Delli Noci e la vittoria di Salvemini, prima, e la batosta dei Cinque Stelle, poi. Ma le nuove dinamiche politiche hanno origini più lontane, anche se oggi sono decisamente più visibili.
A quanto pare, lo specifico della novità, ciò che si è delineato con forza nell’ultimo lustro è che la destra ha sposato i temi cari alla sinistra e la sinistra ha adottato il migliore pragmatismo della destra. E tutto ciò, mentre i pentastellati sperimentavano una scalata senza precedenti. Ma non finisce qui. Il crollo dell’impero fittiano ha sortito, inoltre, come effetto aggiuntivo e immediato – che presto si tramuterà in strutturale, mancando, al momento, una nuova leadership a destra – la diaspora dei suoi seguaci in tutte le direzioni, favorita in ciò dall’accennato mutamento delle strategie di fondo di destra e sinistra.
I simpatizzanti dei partiti tradizionali, quelli che costituiscono la base, per lo più sono rimasti spiazzati di fronte a tutto ciò e ancora oggi fanno fatica ad accettare la nuova economia della politica, mentre molti hanno reagito spostandosi, in segno di protesta e di fatto avallando logiche conservative, verso i Cinque Stelle, che hanno tuttavia comunicato, dall’altra, a sfumare la loro lotta alla corruzione.
Movimenti e mutamenti tutti questi, che cominciano pertanto a sortire degli effetti nuovi nel mondo delle relazioni civili e culturali. Molti i segnali di una commistione oramai sistemica tra destra e sinistra, soprattutto se si guarda al mondo più evoluto e dinamico della cultura e dell’arte.
Ma andiamo oltre. Come nei primi anni Novanta, nel giro di pochi mesi, scomparvero i maggiori partiti italiani, quelli che avevano governato la scena per quarant’anni, anche oggi si sta assistendo al progressivo declino dei partiti che hanno caratterizzato la scena degli ultimi venticinque anni. A Lecce la tendenza è evidente e segnata da un fenomeno insorgente con forza, il quale si sostanzia nella nascita di associazioni politico-culturali, sia a destra sia a sinistra, le quali forse traghetteranno la politica verso scenari più stabili. Tra queste spicca Sentire Civico, capitanata da Gaetano Messuti, che mostra una metodologia politica al passo con i tempi della società sottostante, oramai evoluta. Qui, i programmi e i piani sono frutto dell’ascolto e delle sollecitazioni dei cittadini, dove il Messuti di fatto fa da ra-ppresentante e portavoce, al contrario di quanto è avvenuto nei decenni precedenti, che hanno visto i partiti calare dall’alto, proposte, piani, idee e uomini.
E con tale prassi si è passati, in buona sostanza, dalla figura di un politico che interpreta il popolo ad un politico che cavalca le istanze di questo. Un passo in avanti nella democrazia e nella rappresentanza, tanto invocata dalla Costituzione? Un passo in avanti e nuovo della politica?