La vita e i suoi cicli

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Sebbene in ogni tempo diverse ed opposte scuole di pensiero si siano cimentate nell’arduo compito volto a comprendere il senso della vita, ciò rimane ancora un mistero imperscrutabile, infatti analizzando un tema così vasto, ci si imbatte inevitabilmente nella grande domanda escatologica relativa al destino dell’uomo dalla quale si irradiano una serie di interrogativi collaterali a cui ancora nessuno appunto ha dato una risposta certa.

Si è compreso che tale questione nella sua complessità tuttavia, non puo’ essere scissa da quella temporale, ovvero: qual è la forma del tempo della vita?

È un tempo circolare o lineare?

In verità, il modello circolare e’ stato appannaggio delle società classiche ed in particolare quelle tradizionali, basate su assunti religiosi, per cui un’ente superiore faceva in modo che vi fosse un eterno ritorno dei fatti, o una sorta di corso e ricorso storico ai fini della purificazione dell’anima.

Invece le società moderne, ed ancor più quelle occidentali, hanno fatto riferimento ad una visione lineare del tempo.

Verosimilmente, in effetti, non si può negare l’evidente e superbo schema ciclico della vita, ed in particolare nell’analisi degli uomini, che li ricomprende nelle loro diversità sotto il profilo della razza, dello status sociale, della ricchezza o della povertà, delle varie forme di pensiero e di tutto ciò che li rende diversi sociologicamente, antropologicamente e culturalmente; diversi e lontani appunto, ma è per tutti che si rintraccia uno schema che rappresenta una sorta di fil rouge che li accomuna.

Tale è una legge che vale per tutte le accezioni umane su citate e non; vale per tutto ciò che è vita e vive nella natura e non solo; infatti anche un robot nasce e muore.

Lo schema della ciclicità ha valore anche nella nostra società evoluta che nega anche l’umano in nome del cyborg, per cui il ciclo è tale sia per ciò che vive che non.

Ritornando all’indagine sulla ciclicità della vita specificamente umana, l’analisi ci rimanda immediatamente alla ciclicità delle età, che vanno dalla nascita sino alla morte, ed in virtù di tale ulteriore discernimento, si propone un’importante teoria dalla visione alchemica, la quale afferma che tali cicli sono quattro: quello della formazione, quello della produzione, quello della raccolta ed in fine quello conclusivo. Cicli all’interno dei quali vi sono sempre gli stessi addendi esistenziali, anche se si manifestano sotto forme diverse.

In ogni caso, ciascuna di queste fasi determina una trasformazione un cambiamento, che, sottintendendo un certo che d’ignoto, porta l’uomo ad un oneroso dispendio di energie anche o forse soprattutto di carattere emotivo, poiché spesso subentra la negazione di tali cambiamenti, ché si realizzano in maniera convulsa e complessa, tale da renderne difficile l’accettazione. E ciò soprattutto oggi, in cui il cambiamento, in termini informatici, tecnologici e economici, porta ad un ulteriore surmenage e allo stress in maniera veramente drammatica.

Ad ogni modo la vita può essere considerata il foglio bianco su cui vengono scritti gli eventi che seguono schema citato che prevede sempre che ad un momento negativo, ne segua uno positivo.

In tal senso è doveroso inserire una citazione di Thomas Burnett, studioso inglese del XVII secolo, tratta dal suo «Teoria Sacra»: “…il ritorno allo stesso stato, in un grande cerchio del tempo, sembra essere in accordo con i metodi della provvidenza, la quale ama recuperare, dopo certi periodi, ciò che andò perduto o si corruppe…”