Lecce – Con l’accusa di truffa continuata e aggravata da false attestazioni di presenza in servizio, sono finiti nei guai nove impiegati presso Palazzo Carafa e la Lupiae Servizi.
Un’inchiesta giudiziaria che scuote il comune di Lecce, sono più di venti, infatti, gli indagati dalla Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia economico finanziaria, ma per alcuni di loro il Pubblico Ministero Maria Vallefuoco, ha ottenuto l’interdizione dall’esercizio, si tratta di: Giovanna D’Arpe, Ivan Vernich, Fulvio Secondo, Cristiano Mezzi, Elisabetta Sansò, Fortunato Buttazzo, Valentina Vernich, Renzo Bergamo e Patrizia Corallo.
I “furbetti”, incastrati da oltre 4mila riprese video e appostamenti, nonché da un’attenta analisi della documentazione acquisita presso il Comune, si allontanavano dal posto di lavoro, senza avere particolari motivi giustificabili, ma per svolgere commissioni personali e perfino per giocare alle slot machine dei circoli privati. Inoltre, spesso, i dipendenti utilizzavano illecitamente il badge al fine di far risultare i colleghi assenti, regolarmente in servizio.
Per tutti questi motivi, dunque, ieri mattina, il provvedimento di interdizione dai pubblici uffici per un anno, è stato notificato dalle fiamme gialle ai diretti interessati e all’amministrazione comunale.
E mentre a Palazzo Carafa vige il silenzio assoluto, sempre ieri, nel tardo pomeriggio, in una nota diffusa dall’Ufficio Stampa della Lupiae Servizi, l’intero Consiglio di Amministrazione dell’Azienda si è dichiarato “sbigottito ed addolorato”.
“Questa Società – si afferma nel comunicato – negli ultimi anni, ha intensificato i controlli in materia di gestione delle risorse umane (tanto da essere inflessibili nei confronti dei lavoratori, rispetto a casi di insubordinazione o altri comportamenti che possano avere ricadute negative sulle prestazioni lavorative); per tali ragioni – prosegue il Presidente Turi – ha manifestato sin da subito la piena ed incondizionata disponibilità a collaborare nelle indagini affinché sull’Azienda non gravasse alcun pregiudizio di sorta. È ferma intenzione di questa dirigenza, infatti, adottare tutti i provvedimenti previsti dalla legge a tutela del buon nome e dell’operato dell’Azienda. Si ribadisce il pieno rispetto del lavoro che la Magistratura e la Guardia di Finanza hanno finora svolto e continueranno a svolgere. Corre l’obbligo, altresì, di ribadire – conclude la nota – che i fatti accaduti non devono in alcun modo creare nocumento all’attività quotidiana svolta dai tantissimi lavoratori onesti e ligi al dovere, la cui azione professionale è costantemente segnata da un forte senso di responsabilità ed attaccamento all’azienda”.
Per i quattro dipendenti in forza alla società leccese è scattata l’immediata sospensione dal lavoro e del 100% dello stipendio. In attesa di futuri sviluppi sul versante giudiziario.