MUST be better

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Sono solo passati sei anni da quando venne inaugurato a Lecce il Must, spesso pronunciato in versione britannica. In realtà prestissimo i leccesi capirono che bisognava pronunciarlo così come si scriveva, trattandosi dell’acronimo di museo storico.

Dunque, un museo in un ex convento, quello di S.Anna, che venne restaurato e “riconsegnato” alla città.

Il concetto di restituzione è sempre molto piacevole, specialmente se pensiamo ad una superficie enorme con affaccio sul teatro romano, con Bookshop, bar, sale espositive con mostre permanenti e temporanee ed uno spazio dedicato alla didattica per bambini e per le scuole. In tutti questi anni si sono succedute mostre che nulla avevano però a che vedere con l’idea di museo storico. Basta visitare il sito per capire il pressappochismo con cui sono stati inseriti documenti che hanno caratteri e dimensioni diversi, come anche non si trovano informazioni organiche e chiare.

Che fine ha fatto il Must, o meglio che fine farà? Da un anno l’amministrazione comunale è cambiata e ha detto ai cittadini che presto il museo ritornerà ad essere quello che dal principio sarebbe dovuto essere, ma che “ci vuole il tempo che ci vuole”. Dunque prima non era storico, ora non è storico, ma prima o poi lo diventerà.

È già una speranza, come quando da bambini la mamma ci diceva “aspetta e vedrai che diventerai grande”. Nel frattempo i turisti visitano una città che gli propone la movida, pochissime mostre d’arte, monumenti fasciati, strade sfasciate e segnaletica errata, che li riporta al centro anche se poi il centro lì non è. Una bellissima giostra dove tutti dicono il contrario di tutto. Per alcuni è perfetta, per altri un disastro. Nulla è come appare, ma in fondo è proprio vero: Lecce è una città barocca che stupisce sempre, in bene e in male.

Must be better but you have to wait. (Deve migliorare ma tu devi aspettare).