Lecce – Termina oggi la rassegna “Borgo in corto” presso Borgo Piave, vicino a Frigole. Una piccola comunità si riunisce sotto le stelle e diviene spettatrice di documentari e corti. La manifestazione è organizzata dalla Cooperativa Agricola Terrae Ficulae e dall’associazione “Latte & Miele” e Don Raffaele Bruno. Appuntamento alle 20.45 negli spazi esterni della Chiesa di S. Antonio in Piazza Ferrandi. Stasera ricco il cartellone: “La giraffa senza gamba”, regia di Fausto Romano, Bismillah”, regia di Alessandro Grande, “La giornata”, regia di Pippo Mezzapesa, “La giornata”, regia di Pippo Mezzapesa.
Ieri invece “Margerita” di Alessandro Grande, e “Vento di Soave” con regia di Corrado Punzi, presente alla rassegna e che ha introdotto il suo lavoro. Lo ha raccontato e vissuto intensamente il suo documentario che narra il dramma della centrale a carbone Enel a Cerano e del petrolchimico Eni. Ha citato il testo di Benjamin “ Il narratore” ricordandoci che ci sono dei drammi inenarrabili perché sono inudibili in quanto nessuno è disposto ad ascoltarli. Quanti di noi hanno vissuto quello stesso triste destino di vivere sulla propria pelle la malattia? Indotta dall’ambiente, violentato da soprusi istituzionalizzati. Il regista ha voluto impostare il lavoro in modo algido, come lui stesso ha tenuto a precisare, senza giudizi ma come un grande occhio che guarda e riprende. A noi il compito di trarne le dovute conclusioni e mettere in relazione immagini forti e chiare, come il vedere e sapere che un gruppo come Eni ha finanziato la squadra basket di Brindisi, ha sovvenzionato il reparto pediatrico dell’ospedale. Sullo sfondo le grandi ciminiere di Cerano, ed attorno la vita scorre con gesti semplici e quotidiani. Le coltivazioni a pochi passi della centrale, la gente che fa il bagno a pochi passi dal mostro, i bambini che si ammalano, le polveri sottili che invisibilmente scompaiono. Un grande lavoro in un momento difficile per il nostro territorio che continua ad essere silente spettatore di tragedie travestite da progresso.
Ed è proprio vero, ci sono cose che non vogliamo più ascoltare perché quel dramma da fastidio, è disturbante, è faticoso. Meglio avere dei pagliacci, colori e disegni nei reparti pediatrici con un primario che dice ”qui si sta bene”, e magari un rosario come consolazione ed un prete a benedire il reparto. Ma noi non vogliamo i bambini ammalati, e neanche i grandi. Ascoltare è agire, è prendere posizione, e qui molti si sono arresi. Grazie Corrado Punzi per averci riportato dove dobbiamo essere. Nel dramma e nell’azione.