BANDADRIATICA: Odissea, un lungo viaggio tra sonorità meticce

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Un nome, Bandadriatica. Un titolo, Odissea. Ed ecco compiuto un nuovissimo lavoro musicale, il nuovo cd che dopo il precedente lavoro discografico Babilonia si arricchisce di nuove sonorità di ispirazione nordafricane.

La Bandadriatica da sempre considera il Mediterraneo luogo di partenze e ritorni, di scambi e dolori. Un territorio franco dove ritrovare le proprie radici attraverso l’incontro con l’altro. Il viaggio evocato dal titolo del nuovo cd è per noi una chiara allusione al viaggio di Ulisse che può essere identificato nel contemporaneo migrante, disposto a rischiare la vita pur di sperare in una condizione di vita migliore. Eterno errante porta sempre con se le sue origini ed è pronto a contaminarsi per ricostruire tasselli di identità e di memoria. Ritmi nordafricani nati dalla frequentazione di artisti che la banda ha incontrato durante i suoi viaggi, accostamenti di fiati e organetti alla chitarra elettrica di ispirazione Sahariana. I testi originali raccontano il viaggio, come nei brani Odissea e Migrante, in forma ironica (L’idea) o poetica (Stella della notte). Elementi balcanici si fondono a ritmi nordafricani, il tutto tenuto unito dal ritmo della banda che anima le tradizionali processioni, i matrimoni, i funerali, le feste di paese di un’altra complessa terra. Quella salentina. Da questa Babilonia si origina un lavoro lungo un decennio che ha visto la Bandadriatica confrontarsi con musiche proveniente  da diverse  sponde del mare adriatico: Albania, Macedonia, Croazia, con le fanfare Serbe e il Nord Africa e spingendosi fino al Mediterraneo più orientale con Turchia, Libano e Armenia.

L’esibizione della band ha affascinato la critica del Babel Med 2017 di Marsiglia che l’ha definito “uno delle migliori proposte di tutta la Rassegna” e “uno dei migliori live-act italiani”.

I musicisti della BandAdriatica vantano collaborazioni con artisti del calibro di Bombino, Mercan Dede, Rony Barrak, Savina Yannatou, Chieftains, Burhan Ochal, Kocani Orkestar, Boban Markovic Orchestra, Fanfara Tirana, Eva Quartet e Cafer Naziblas.

Così Claudio Prima ci racconta Odissea “Ci è sempre piaciuto esplorare nuove sonorità, diverse dal solito, esotiche da un certo punto di vista, ma inaspettatamente vicine, come quelle che abbiamo incontrato in Adriatico prima e nel Mediterraneo poi. La vocazione del gruppo è quella di aprirsi agli incontri. Buona parte della nostra musica e del nostro modo di suonare nasce da una suggestione nata in viaggio, incontrando altri musicisti, altri marinai, altri nomadi, altri uomini in movimento. Questo disco parla ancora una volta del viaggio, di uno dei più leggendari viaggi di sempre, l’Odissea di Ulisse. È stato un viaggio nel Mediterraneo, un ritorno a casa, un’avventura che simboleggia la vita di ognuno di noi. A maggior ragione oggi è il simbolo di tutti i viaggiatori del Mediterraneo e, per noi, soprattutto dei migranti. È un disco corale, frutto della collaborazione di tutti componenti del gruppo, che hanno contribuito scrivendo un proprio brano o nell’arrangiamento degli altri brani. La BandAdriatica dopo 12 anni di navigazione insieme è diventata una ciurma, una famiglia, un gruppo di musicisti che condividono tantissime esperienze e che hanno imparato a convivere nello spazio ristretto di una barca a vela, di una sala prove, di un palco. Rispettandosi nella differenza. Questa amalgama produce un linguaggio unico, riconoscibile, che interpreta musiche provenienti da paesi lontani, conservando una propria identità, come chi lascia la propria terra per mettersi in mare. I fiati sono la banda italiana, delle processioni e delle feste. L’organetto è espressione di una musica tradizionale in perenne evoluzione. La chitarra elettrica evoca la musica berbera, tradizione antica e sound moderno. I testi sono ironici o impegnati, rievocano l’immaginario del viaggiatore, di chi ama la natura del movimento, l’equilibrio instabile dell’approdo che non è mai ultimo. In questo disco abbiamo esplorato le sonorità africane, quelle più vicine al nostro mare. È un mondo affascinante e complesso, distante, eppure a portata di mano e di orecchio. Degno di un prossimo viaggio, ad esplorare ancora, forse nel mare più misterioso e labirintico di tutto, il deserto.”