Silvia Taurië Lombardi nei dieci racconti di ”Storie di donne”, edito nel 2015 da Leucotea di Sanremo (IM), descrive episodi di vita di dieci donne ”ordinarie” nelle quale chiunque potrebbe riconoscersi.
La premessa che l’autrice si preoccupa di fare è che gli eventi raccontati e i personaggi sono frutto della sua creatività, anche se riflettono momenti di vita vera di ciascuno di noi.
Quelle che descrive sono donne moderne, alle prese con i problemi della quotidianità. Non mancano i colpi di scena che rendono il testo veramente brioso e molto cromatico da un punto di vista squisitamente letterario.
La donna presa in esame dall’autrice è evoluta e si avvale della reticenza formale per lasciare spazio al non detto, così da creare con l’altro una liaison che vada oltre i sistemi di comunicazione ordinaria. E’ qui la particolarità della narrazione della Lombardi, che usa pause, silenzi e mezze frasi accennate per lasciar spazio all’interpretazione, soprattutto del lettore, che dipinge, in definitiva, le vere atmosfere e la vera trama dei racconti.
A ciò contribuisce anche una scrittura schietta, senza coloriture ed aggettivazioni, volutamente spezzata e con tempi aritmici che creano delle immagini sospese che stuzzicano il lettore ad andare oltre, a lasciare spazio alla propria fantasia. Infatti, le storie sono una “scusa” per stimolarne pensieri altri sull’esistenza verso cui è naturalmente teso e portato il lettore.
Si tratta di un libro che si pone in una relazione aperta con il lettore e, la scelta di alcuni fatti piuttosto che altri, dimostra che la nostra autrice vuole favorire una riflessione più ampia sull’esistenza che il suo lettore potrà cogliere solo nella solitudine e nella riflessione. In definitiva, un testo molto evoluto per lettori esigenti e che preferiscono all’orpello letterario il segno che porta ad un significante più confacente alle proprie esigenze profonde.