Salento & Dintorni – Antiche vie ed eterne suggestioni

0
378

Le vie del sale erano percorsi spesso impervi e rotte di navigazione, che anticamente erano utilizzati dai mercanti del sale marino e che erano disseminati per tutta la Penisola, visto che non esisteva un’unica via del sale e che i vari popoli avevano proprie reti di sentieri e collegamenti verso il mare, per portare ivi merci e armi e da lì recuperare il sale, bene prezioso per conservare gli alimenti e le pelli.
Dal nord al sud d’Italia correvano e corrono ancora le vie del sale, che mettono in comunicazione i vari territori anche con i Paesi limitrofi (come la Francia, ad esempio).

Anche nel basso Salento esistono suggestive e nascostissime vie del sale… Nelle zone marittime nel pressi di Corsano, paese che ha conservato molto egregiamente il patrimonio rupestre e paesaggistico, vi sono gli antichi “tratturi”, sentieri rurali, costeggiati dai muretti a secco, che si inoltrano nella natura più selvaggia del Salento dalla periferia del paese fino al mare. Il più antico tratturo è Nsepe da cui si diramano stradine secondarie, come Munterune, Scalapreola e Scalamunte, tracciate dalla fine della prima metà del XVIII secolo ed utilizzate dagli operai che raccoglievano il sale da apposite vasche scavate nella scogliera, dove si accumulavano le acque marine, e lo trasportavano nell’entroterra.

Il tratto più suggestivo e misterioso delle vie del sale è quello che si snoda dalla località Scalamasciu a Marina di Guardiola, con il suo canyon, da dove si raggiungono in circa tre ore di camminata Scala Preula, Munteruno, Rusia, Scala Munte e N’zepe-Bortoli; ma i sentieri costieri sono quattro e si snodano lungo la falesia che scende verso il mare tra Torre Nasparo a Nord e Torre del Riccio a Sud tra la Serra dei Cianci e la costa adriatica più rocciosa ed impervia. Da non perdere neppure i sentieri in località “Funnuvojere”, presso la Cappella di Santa Maura e nei dintorni della Masseria Baglivo.

Ma la vera suggestione delle vie del sale la si vive nelle notti di plenilunio, quando gli antichi tratturi si popolano di luci, che si muovono nel buio e che sembrano fantasmini sospesi a mezz’aria, certamente lampare dei tanti pescatori che lì si dilettano in assoluto silenzio o piccoli segnali di amanti clandestini che in quei luoghi si appartano con la complicità di una natura profumata di tanti sentori selvaggi e di un mare che tutto vede e mai tradisce.