Un viaggio di luce tra bellezza e sentimenti

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Il 21 dicembre appena trascorso indica, dal punto di vista astronomico, che siamo entrati nell’inverno, ovvero nel Solstizio, un momento particolare del moto solare in cui si verifica meno illuminazione nel nostro pianeta.

Nel dargli il benvenuto – nell’attesa che il giorno più breve dell’anno possa evolversi in un crescendo luminoso – intanto tuffiamoci in quella luce che si percepisce oltre che con gli occhi anche con il cuore.

La Ragazza con l’orecchino di perla (conosciuta anche attraverso altri nomi come la Ragazza col turbante) di Jan Vermeer, realizzata nel 1665, ci offre tra il contrasto oscuro dello sfondo e la luminosità che proviene dal lato sinistro, tutta la bellezza del soggetto rappresentato a mezzo busto. Per alcuni aspetti quest’opera sembra contrappuntarsi con quella di Caravaggio attraverso il chiaroscuro: la luce pervade – in particolare – il volto, le pupille, l’orecchino fino ad allargarsi in tutta la figura della fanciulla sia nei contrasti che nelle sfumature dei colori restituendo un’immagine pulsante di vita.

Si può apprezzare una certa delicatezza e naturalezza nell’incarnato e, se le rosse labbra dischiuse sembrano suggerirci qualcosa, le pupille emanano luce per i nostri occhi.

In questo sguardo vivo, c’è qualcosa che ci attrae e che possiamo rintracciare, per alcuni aspetti, nelle parole di Dante riferendosi alla donna amata:

ciò ch’ella Ne li occhi porta la mia donna Amore, / per che si fa gentil mira; / ov’ella passa, ogn’om ver lei si gira, / e cui saluta fa tremar lo core. (XXI sonetto della Vita nuova)

Se gli occhi colmi di luce della «Gioconda del nord» possono alludere alle vibrazioni del cuore, in Notti bianche della poetessa bulgara Blaga Dimitrova (1947) non ci sono dubbi di come il chiarore riesca a rendere radioso il sentimento fra i due giovani:

Fonte ignota di luce / imbeve graniti e giardini. / La Neve ha riversato in cielo rossori, / il cielo nel fiume fremiti d’azzurro. / E spalla a spalla due giovani / vanno con passo cauto e lento / per non disperdere questa luce / che da cuore a cuore trabocca.

I due protagonisti sono immersi in una «fonte ignota di luce» mentre la neve versa i suoi rossori in cielo il quale, con i suoi «fremiti d’azzurro», si è specchiato nel fiume. Questi effetti della luce – ben percepiti dai due innamorati che camminano «spalla a spalla» e con andatura lenta «per non disperdere questa luce che da cuore a cuore trabocca» – possono suscitare bellezza e stupore, trasposizione umana di ciò che succede nello spettacolo della natura.

Ancora una volta si percepisce l’importanza della luce tanto che in un artista come Monet può diventare protagonista come nel dipinto La charrette. Route sous la neige à Honfleur [Calesse. Strada di Honfleur sotto la neve con la fattoria Saint Siméon, 1867 ca]. Nell’opera del pittore francese ciò che colpisce sono le variazioni del chiarore e della luminosità rappresentate dall’abbondanza di neve presente nel paesaggio invernale.

Il suo dipingere en plein air diventa trasposizione del mondo reale, poetica della luce che acquista più rilevanza il modo piuttosto che del cosa dipingere. Nel quadro non è tanto il calesse e la fattoria Saint-Siméon, atelier per alcuni pittori del tempo, a costituire il tema principale, ma i mutamenti della luce, un qualcosa che somiglia alle variazioni di un tema in musica. Inoltre, per alcuni aspetti il calesse, passando vicino la fattoria, sembra alludere ad una sorta di sorpasso della pittura impressionista en plein air nei confronti di quella realizzata nel laboratorio dell’artista.

In questo dialogo tra pittura e poesia la luce fa percepire la bellezza della natura, lo stupore e la magia dell’amore «che da cuore a cuore trabocca».

Compositore, Direttore d’Orchestra, Flautista e Musicologo. Curioso verso ogni forma di sapere coltiva l’interesse per l’arte, la letteratura e il teatro, collaborando con alcune riviste e testate giornalistiche. Docente presso il Conservatorio di Perugia, membro della SIdM (Società Italiana di Musicologia), socio dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dal 2015 ricopre l’incarico di Direttore artistico dell’Audioteca Poggiana dell’Accademia Valdarnese del Poggio (Montevarchi-Arezzo).

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