Il 21, 22 e 23 gennaio in alcune sale cinematografiche italiane è stato proiettato il film-documentario-riflessione “Mathera”, distribuito dalla Magnitudo film, con la regia di Francesco Invernizzi e Vito Salinaro, scritto da Elena Baucke, Stefano Paolo Giussani e Vito Salinaro.
I volti e le voci sono degli abitanti della Città, con – in primis – il Sindaco, Raffaele De Ruggeri, che rievoca le sue esperienze giovanili in esplorazione delle grotte e delle innumerevoli cavità materane, richiamando aneddoti ed episodi di un passato ancora abbastanza recente, ma che pare davvero ormai un ricordo sbiadito a fronte dello splendore che il luogo è riuscito a raggiungere.
In 90 minuti intensi ed appassionanti il film racconta, richiamando con voce narrante le parole di Levi e del suo “Cristo si è fermato a Eboli”, la vicenda delle catapecchie di Matera, oggi Città del Sud Italia in assoluto più visitata dai turisti e tra i più antichi insediamenti urbani del mondo (con un intelligente e ancora perfettamente efficiente sistema idrico di cisterne), e del periodo dello svuotamento dei Sassi.
Matera era ritenuta una “vergogna nazionale”, ma il suo popolo genuino ed operoso ha saputo egregiamente riscattarsi e rivalutare pietra dopo pietra tutto il territorio, facendo letteralmente ‘squadra’ e chiamando a raccolta i suoi cittadini più insigni, colti e capaci di grandi opere di recupero, bonifica e restauro di quello che giustamente è assurto a Patrimonio UNESCO e Capitale Europea della Cultura 2019.
Matera è stata capace di rinascere, pur rimanendo uguale a se stessa, e di capovolgere completamente le condizioni di miseria e arretratezza, in cui si viveva nei Sassi, dimostrando singolare dinamismo, perfettamente coniugato a tradizioni del passato e tecnologie del futuro : lo spirito di ‘vicinato’ e la comunione di intenti hanno giocato un ruolo determinante a favore della progettualità che si è riusciti a sviluppare nel corso di pochi decenni.
“Mathera” fa riflettere sulla bellezza da salvaguardare e sulle potenzialità di recupero che il genere umano può dimostrare, se solo vuole risollevarsi.
Le voci e la coralità danno a questo film, sicuramente da vedere, un connotato di tangibilità che lo spettatore percepisce, annusando quasi l’odore del pane, con i tre tipici tagli e il marchio, che da secoli si sforna negli antichi panifici.
Commuove e intriga, in chiusura, la Celebrazione della Bruna, affascinante Madonna campagnola scortata dai suoi Cavalieri, il cui carro viene puntualmente distrutto con ricorrente e rinnovato parossismo da coloro che se ne appropriano dei pezzi durante la suggestiva processione.
Merita di essere visto il film-documentario e merita sicuramente più di una visita Matera, antico e moderno gioiello dell’umanità.