Lecce, scippo capitale! La Lazio piega tra le polemiche i giallorossi. Le pagelle

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Roma – Il solito Lecce, bello, propositivo e disattento in difesa si arrende alla Lazio e ad un arbitraggio quantomeno discutibile. Quando gioca il Lecce non ci si annoia mai, tra fraseggi, capovolgimenti di fronte e sbavature difensive è impossibile rimaner indifferenti di fronte a questa squadra. Squadra, tuttavia che deve ancora crescere e deve farlo in fretta, il campionato non aspetta più. Gennaio non è lontano e lì sarà tempo di parziali per tutti i calciatori.

PRIMO TEMPO – Liverani si schiera con la formazione tipo, Falco ai box per problemi fisici insieme a Tabanelli. Giocano Babacar e Petriccione.
La Lazio parte a ritmi altissimi, conclusioni subito di Correa e Luis Alberto. Biancocelesti dominatori del campo con tre corner in sette minuti.
Il Lecce prova a farsi coraggio ma Mancosu spara fuori al decimo.
Gara dai ritmi scoppiettanti con i biancocelesti che ci provano prima con Milinkovic e poi con Luis Alberto.
Al 30esimo è Correa a sbloccarla, con la difesa giallorossa che si fa infilare centralmente e l’attaccante incrocia magistralmente.
Al 39esimo Calderoni batte un angolo per i salentini, spizza Rossettini e Lapadula chiude in rete in scivolata. Partita riaperta.

SECONDO TEMPO – Il Lecce inizia più convinto nella ripresa, tiene bene il campo e sembra messo da parte il timore reverenziale.
Al 52esimo Babacar gira di testa e impegna severamente l’estremo difensore biancoceleste.
La Lazio dopo alcuni minuti di sbandamento riprende in mano il gioco e al 62esimo trova il gol con Milinkovic che sbuca in area su cross di Acerbi e anticipando tutti chiude in porta.
Al 65esimo corner per il Lecce dal quale si origina un rigore che si incarica di battere Babacar. L’attaccante senegalese sbaglia ma sulla ribattuta il più lesto è Lapadula che corre ad esultare sotto gli oltre tremila tifosi giallorossi. Urlo di gioia però strozzato in gola dal VAR che annulla tutto e assegna punizione per i padroni di casa. Decisione che farà discutere e indirizzerà la partita, il rigore andava al più ripetuto.
Al 76esimo rigore generoso per la Lazio su mani in caduta di Calderoni. Immobile realizza.
Al 80esimo arriva il poker biancoceleste con Correa che finalizza servito sulla corsa da Immobile.
Reazione rabbiosa e per l’onore del Lecce che chiude i conti con La Mantia al 85esimo.

SQUADRA – Lecce bello e impossibile. È difficile non innamorarsi di questa squadra, ma al di là della passione e dei sentimenti bisogna essere più concreti. Il rischio è che nel girone di ritorno i punti persi possano pesare. Al di là di ogni congettura, oggi si poteva anche perdere ma non in questo modo. L’arbitro si rende suo malgrado protagonista di una partita scoppiettante e con la decisione sciagurata sul rigore indirizza la partita.

SINGOLILapadula – Lotta su tutti i palloni, un altro giocatore rispetto a quello di inizio stagione. Pochi fronzoli, poche smancerie e tanta volontà. Leone.
Babacar – Fa cose egregie per tutta la partita ma l’errore sul rigore con le precedenti smancerie sulla decisione per decidere il tiratore ne macchiano la prestazione. Entra da idolo, esce con una reputazione da ricostruire. Prima la squadra, poi il singolo.
Mancosu – Impreciso sottoporta, non si impone per la realizzazione del rigore. Prestazione di sostanza ma da lui ci si aspetta altro.
Calderoni – Motorino tutta fascia, ma oggi in difficoltà in fase difensiva. Sue le responsabilità sul gol di Milinkovic e del rigore generoso di Immobile. Batte l’angolo per il pareggio provvisorio del Lecce.
La Mantia – Acclamato dalla folle come il messia dello scorso campionato, entra e segna. Merita maggiore considerazione, la sua fisicità può fare la differenza anche in serie A.

Oltre tremila supporter giallorossi colorano l’Olimpico di Roma, e al di là dell’amarezza per gli sviluppi della partita e le polemiche oggi è stata una grande festa. Merito alla società per aver reso questa maglia degna di calcare palcoscenici così ambiti. Merito dei tifosi esserci e trasmettere ai calciatori l’amore e l’attaccamento per la propria terra.