Il Rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice: «Acuta studiosa e docente amatissima ci lascia un’eredità scientifica importante che merita di essere messa in valore e a cui occorre dare continuità»
Di seguito il messaggio di cordoglio del Rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice per la scomparsa della prof.ssa Elettra Ingravallo.
È venuta ieri a mancare la prof.ssa Elettra Ingravallo, docente di prima fascia di Paletnologia in pensione dell’Università del Salento, insigne rappresentante della nostra comunità accademica.
Aveva iniziato la sua carriera da allieva di Giuliano Cremonesi, studioso di fama internazionale, tra i maggiori esponenti della ricerca preistorica nel Salento. Con lui aveva partecipato alle campagne di scavo alla Grotta delle Veneri di Parabita e alla Grotta dei Cervi di Porto Badisco per poi dirigere lei stessa quelle al villaggio neolitico di Sant’Anna a Oria, alla necropoli di Serra Cicora a Nardò e quelle di Torre Sabea a Gallipoli. Tra le sue pubblicazioni una monografia dedicata alla Grotta Cappuccini di Galatone e il libro “Lontano nel tempo. La preistoria nel Salento”. Il suo ultimo saggio, dedicato alla Grotta dei Cervi, era uscito l’anno scorso con la casa editrice Manni.
«Alla Prof.ssa Ingravallo va il merito di aver affascinato con le sue lezioni intere generazioni di studenti del nostro Ateneo, di aver contribuito con professionalità e rigore scientifico a far luce sul passato del nostro territorio, partecipando fattivamente alla sua valorizzazione. Ad una grande capacità divulgativa affiancava un acume non comune nell’interpretare i segni del passato, nel condurre le attività di scavo. Sono queste le doti che ne hanno fanno una studiosa ed un’intellettuale di grande valore scientifico, capace di lasciare una traccia indelebile nel nostro Ateneo, un contributo significativo in questa terra da lei profondamente amata. Elettra non era soltanto una docente amatissima dai suoi studenti, una studiosa stimata dai colleghi, ma anche una donna sensibile alle istanze del nostro territorio. Un’eredità importante che dobbiamo coltivare e valorizzare, se vogliamo onorarne la memoria. A breve uscirà il suo ultimo lavoro; coglieremo l’occasione della sua presentazione per ricordarla e assumerci la responsabilità di dare continuità alle sue ricerche».