Resistenti al lavaggio a secco e ad umido, quindi facilmente igienizzabili, sono realizzate nello stabilimento di Collepasso (LE) utilizzando tre strati diversi di tessuti già presenti in magazzino
Collepasso (Le) – Dopo aver attivato i protocolli anti-contagio previsti nel DPCM del 11 marzo al fine di tutelare la salute dei propri dipendenti e predisposto tutte le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, la SPS MANIFATTURE, azienda salentina leader nella progettazione e produzione di abbigliamento per i più importanti brand internazionali d’alta gamma, ha dedicato qualche ora della giornata odierna alla produzione di 10.000 mascherine lavabili e riutilizzabili.
Le mascherine sono realizzate utilizzando tre strati diversi di tessuto: il primo strato, quello che poggia sul viso è in cotone 100%, il secondo strato, l’imbottitura ovattata è in poliestere e garantisce l’isolamento, il terzo e ultimo strato è una viscosa trapunta a rombo utile ad ancorare i tessuti. Alle prove di laboratorio il prodotto ha mostrato una buona resistenza al lavaggio a secco e ad umido, quindi facilmente igienizzabili.
Le mascherine, prodotte nel nuovo stabilimento di Collepasso (LE), saranno distribuite gratuitamente a medici e infermieri degli ospedali di Lecce, Casarano, Copertino, Galatina, Gallipoli, Scorrano e Tricase, entro questo fine settimana.
“Non serve riconvertire stabilimenti, impostare catene produttive o cercare tessuti speciali – dicono le titolari dell’azienda, le sorelle Sabrina e Pamela Seclì – non c’è tempo, l’emergenza è adesso. Se tutte le aziende che producono abbigliamento dedicassero uno o due giorni alla produzione di mascherine, camici, copricapo, ecc., utilizzando le rimanenze dei tessuti presenti in magazzino, il problema non sarebbe certamente risolto ma almeno attenuato. In questo modo eviteremmo speculazioni e allo stesso tempo daremmo tutti una mano a chi lavora in prima linea. Cari colleghi diamoci da fare!!!”.
Al contempo, gli oltre cinquanta dipendenti della SPS stanno garantendo la continuità aziendale, con riduzione dell’orario di lavoro, nella speranza che questa emergenza finisca presto, in quanto, “il protrarsi di questa condizione causerà inevitabilmente gravi ripercussioni su tutto il comparto tessile abbigliamento in Puglia e nel resto d’Italia. Basti pensare che la maggior parte dell’abbigliamento di lusso dei grandi marchi francesi e italiani è Made in Italy e viene prodotto in Puglia, nel Salento” concludono Sabrina e Pamela Seclì.