Campi S.na (Le) – C’è una certa apprensione a Campi S.na per i disagi che la chiusura della locale filiale di UniCredit Banca potrebbe procurare ai cittadini che per svariate ragioni (professionali o pensionistiche) si vedrebbero costretti a svolgere le normali operazioni di sportello presso altre sedi dislocate a Lecce, Copertino, Nardò o Gallipoli.
Così il Sindaco, Alfredo Fina, stamane ha pensato di rivolgersi direttamente al Prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta, per mediare con la banca una soluzione che tenga conto della contingenza storica e della inopportunità di aggiungere altri problemi a quelli già insorti in seguito alla diffusione del Coronavirus.
L’istituto bancario, che funge da tesoreria sia per il Comune di Campi che per quello di Novoli, ha una filiale, quella di Campi, per l’appunto, che ha deciso, unilateralmente e venendo meno anche alle condizioni per cui gli è stato affidato il servizio di Tesoreria, di chiudere temporaneamente,i ai clienti la possibilità di recarsi presso filiali poste in Comuni molto più lontani.
Ciò con il disappunto dei primi cittadini – Alfredo Fina e Marco De Luca – che hanno tentato di dialogare con la direzione della Banca che però ha espresso il rifiuto di aprire la filiale almeno un giorno a settimana per consentire soprattutto il ritiro delle pensioni (che è l’attività che al momento preoccupa maggiormente la cittadinanza e la cui assenza è destinata a causare maggiori disagi).
“Preme anzitutto sottolineare come Unicredit Spa contravvenga alle disposizioni di tutti i DPCM e i Decreti susseguitesi nei giorni precedenti – si legge nella nota al Prefetto a firma di Alfredo Fina – anzitutto poiché questi indicano l’attività bancaria tra quelle di pubblica utilità per cui è prevista una garanzia di continuità del servizio, ovviamente a patto che vengano adottate misure di sicurezza adeguate, in secondo luogo e forse in maniera ancora più irresponsabile poiché costringe i cittadini a muoversi dalle proprie case per raggiungere Comuni diversi dal proprio e lontani. Soprattutto non è possibile che sfugga la concretezza del pericolo cui l’istituto bancario ha deciso di sottoporre i suoi clienti: i pensionati, normalmente ultrasessantacinquenni, rappresentano la fascia di popolazione maggiormente colpita dal virus e quella che ne subisce il decorso funesto. La decisione di Unicredit si risolve in una istigazione a contravvenire alle regole e in un illogico rischio per la popolazione”.
Quindi la richiesta al Prefetto di intervenire presso i vertici aziendali affinché si preveda, già a partire dalla settimana entrante, almeno due aperture settimanali della filiale “al fine di svolgere i servizi necessari per l’utenza. Il personale sarà aiutato nel contingentare la fruizione da parte della clientela dalla Polizia Locale e dai volontari del Gruppo Comunale di Protezione Civile così come in questi giorni sta accedendo per quanto riguarda Poste Italiane senza che ciò abbia comportato il verificarsi di disordini o di situazioni di criticità”.