Lecce – “Il DPCM del 13 ottobre penalizza la movida leccese in modo particolarmente grave. Dobbiamo evidenziarlo per il bene di tanti imprenditori e per salvare il posto di lavoro di tantissime persone, ci accorgiamo che è un controsenso obbligare alla chiusura alle 24 i locali, anche perché significa che dalle 23 nessuno riesce più a lavorare. Così come è assurdo imporre la chiusura alle 21 alle attività che non operano servizio al tavolo. Da noi alle 21 le persone si stanno organizzando per uscire da casa e passare delle ore spensierate”.
Sulle discusse restrizioni imposte dal recente decreto di Giuseppe Conte, interviene il coordinatore cittadino del Movimento Regione Salento a Lecce, Vittorio Trullo, che scrive ancora in una nota: “A Lecce non abbiamo le stesse esigenze e nemmeno le problematiche del nord ed i casi legati al virus sono minori rispetto ad altre zone del Paese. Dunque bisognerebbe usare coscienziosità e formulare misure diverse. Obbligare alla chiusura un locale leccese in questi orari è come condannarlo alla perdita di enormi introiti, oppure ad abbassare la serranda per sempre. Il virus c’è e bisogna rispettare tutte le regole ma bisogna farlo tenendo conto anche dell’aspetto lavorativo. La movida a Lecce è uno stile di vita e non può essere cancellata così, con una decisione avventata. C’è un aspetto che rende questa situazione ancora più antipatica: si rischia di mettere contro i diversi gestori, costringendoli a fare i controllori, ad accusarsi a vicenda. A maggio sono stati chiesti enormi sacrifici ed investimenti per riaprire dopo il lockdown e per mantenere il distanziamento sociale, la domanda allora sorge spontanea: perché costringerli alla chiusura quando potrebbero lavorare rispettando le misure di distanziamento? Se esistono le regole di distanziamento sociale e si rispettano perché limitare ulteriormente la vita ed il percorso lavorativo? Per Lecce e per gli imprenditori leccesi questo è un grande problema. Ovviamente bisogna restare uniti e magari manifestare questa sofferenza nei termini e nei modi giusti per far capire che il virus non è l’unico problema ma rischia di diventare, oltre che per l’aspetto sanitario, il problema più grande.
La Regione Puglia – conclude Trullo – si faccia portavoce di questo enorme disagio ed il Governo agisca con lo zelo del buon padre di famiglia ed inizi a tagliare tutte le tasse a chi è costretto a spegnere luci, a chiudere porte, ad abbassare serrande. Serve una visione lungimirante che aiuti questi imprenditori. Salviamo la movida leccese”.