Il Salento fa da sfondo al thriller dell’autore leccese di nascita, bolognese di adozione
Luoghi, sensazioni e sapori salentini intrecciati ad un giallo da leggere tutto d’un fiato. E’ uscito “L’altro volto della verità”, (gruppo Albatros Il Filo, nella collana Nuove Voci) di Coalberto Testa, leccese di nascita, bolognese di adozione.
Ingegnere, classe 1962, libero professionista e amministratore di una Società di Ingegneria, da sempre appassionato lettore di gialli-thriller, Testa si cimenta nella scrittura narrativa, dopo numerose pubblicazioni in tema di sicurezza sul lavoro.
“L’altro volto della verità” è un thriller in due storie parallele, 230 pagine che convergono in un unico finale a sorpresa.
Luca, il protagonista, va indietro nel tempo, ricordando i viaggi estivi fatti insieme alla sua famiglia con i caravan. I suoi ricordi appaiono vividi, piacevoli momenti goliardici per lunghe avventure di città in città. Sette viaggi, ventuno partecipanti, organizzazioni ossessive ed alcuni strani episodi cominciano ad intorpidire i magnifici graffiti dell’adolescenza di Luca. Le gradevoli memorie si adombrano sempre di più, fino a prendere pieghe terribili. Segreti che mai nessuno avrebbe potuto immaginare.
A fare da sfondo a tutto il racconto sono le radici salentine dell’autore: profumi, sensazioni, il mare, il caldo, la bellezza dei paesaggi, il cibo.
“È straordinario vedere la tua espressione quando torni nel Salento, sembra che metta da parte ogni pensiero e ogni preoccupazione. Ti guardi intorno incantato. È come se ti immergessi in una dimensione parallela, come se vedessi cose che altri non vedono”, si legge. “In effetti Luca, da qualche tempo, tornando in Salento, ne respirava il profumo, si lasciava trasportare dai ricordi e talvolta, nel far questo, appariva un po’ assente agli occhi di chi gli stava vicino”.
E ancora: “Maggio in Salento è uno dei mesi più belli da godere. Il tepore del sole preannuncia l’arrivo dell’estate. È abbastanza caldo da consentire di fare anche il bagno, ma non al punto da doversi riparare dalla calura. È il mese in cui iniziano i preparativi per l’estate. Il lembo di terra che collega Porto Cesareo a La Strea è noto a tutti per il suo mare e per i tramonti spettacolari”.
Luogo di rara bellezza selvaggia e incontaminata fa innamorare il protagonista della storia, al punto di acquistare una casa lì, una casa con un’enorme terrazza da cui ammirare l’area marina protetta e un lungo pezzo di costa. E non può mancare nella narrazione, il pasticciotto salentino di uno dei bar di Lecce, che Isabel, la compagna del protagonista, adora per la sopraffina qualità della pasticceria.