Trepuzzi (Le) – La storica festa nel gelido inverno celebra una tradizione che affonda le radici nella cultura contadina. Sant’Antonio, primo Abate, il Santo del Fuoco che segue una plurisecolare cronologia senza tempo, anche quest’anno primeggia nella sua Chiesa di Novoli, con immenso piacere dei novolesi, che hanno carissimo il loro Santo Patrono.
Ma anche in tante realtà geografiche e in particolare a Trepuzzi, dove si conserva una Cappella ad Egli dedicata, ricordata la prima volta nel 1600 ma che reca alla sua sommità nientemeno che lo stemma di Costantino.
Non solo la venerazione del Santo anacoreta, eremita egiziano esiste ma si impone già da vari anni il gemellaggio con fra Trepuzzi e Novoli, dove in entrambi i Comuni davanti alle chiese troneggiano due plancie indicanti i particolari della Via Francigena. Il Fondatore del Monachesimo Cristiano sarà invocato, dunque, anche all’inizio del Terzo Millennio particolarmente da chi soffre di herpes zoster, detto in gergo, appunto, fuoco di Sant’Antonio. Per la devozione, in questa ricorrenza, dovranno rinunciare i fedeli, grati per le grazie ricevute o per altre da richiedere, alla processione che partiva annualmente dalla chiesetta per approdare alla dimora Patronale. Resta salva la Santa Messa che è stata officiata sabato 16 gennaio alle ore 10,30, non nella Cappellina, come di consueto, ma nella Chiesa Matrice, sita in Corso Umberto e celebrata da Don Emanuel Riezzo.
A causa delle note restrizioni non ha avuto luogo la benedizione del pane. La Chiesa trepuzzina dell’Assunta ha fatto festa, unicamente religiosa, eccezionalmente intorno a questo Santo famoso anche per aver attraversato il deserto della Tebaide, dove muore il 17 gennaio del 356 d.C.
Protettore degli animali da cortile e da stalla, in modo peculiare del maiale con cui le icone spesso lo raffigurano, tentato dal demonio, nel 2021 lo si prega con il cuore maggiormente aperto alla speranza, poiché l’epidemia globale in corso scompaia, visto che i dati funerei, risvolti dell’emergenza sanitaria, rappresentano un tal aspetto demoniaco.
A Sant’Antonio d’Alessandria d’Egitto vanno tutte le lodi e le preghiere per la sua sempre attualissima figura, degna di sconfinato culto e di amore speciale, affinché si imponga non solo fra i simulacri celesti ma soprattutto, ce n’è assoluta necessità, nel viavai terrestre.